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Sassuolo: Genitoni presenta oggi il suo nuovo romanzo


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Aliberti editore, in collaborazione con le associazioni “Pier Angelo Bertoli”, “Gian Paolo Biasin”, “Forum UTE”, Istituto Gramsci e MU.SA presenta “Il tempo forse”, il nuovo romanzo di Francesco Genitoni. L’appuntamento è per oggi alle ore 17 presso il foyer del teatro Carani di Sassuolo. Intervengono Elio Tavilla (poeta, critico letterario e docente di storia del diritto medievale e moderno presso la Facoltà di Giurisprudenza di Modena), Andrea Casoli (Editor Aliberti) e Francesco Genitoni.

Francesco Genitoni
è nato il 14 giugno 1951 a Cola di Vetto, in provincia di Reggio Emilia.
Dal 1961 risiede a Sassuolo. Si è laureato in Lettere moderne presso l’Università Statale di Milano, con una tesi sulla Resistenza nella valle del Secchia, diventata poi il volume “Soldati per conto nostro” (Vangelista 1989). Ha pubblicato “Ruscello bello si innamora” (Einaudi 1995), racconto per ragazzi dell’ultimo ciclo delle elementari. Nel 1997, nella collana dei Quaderni del Masaorita di Bologna, è uscita la raccolta di racconti “Animali circolari”. Del 2002 invece “Carte della delizia” (Edizioni Diabasis).


Il tempo forse

Una donna, Grandmère, troppo anziana per
continuare la vita di contadina in montagna con un figlio, Oncle,
difficile e aggressivo, è condotta a vivere in città.

“Il tempo forse” di Francesco Genitoni è
la rappresentazione in maschera della loro storia, raccontata dal
nipote. Il paesaggio, che è quello dell’Appennino reggiano, e la
protagonista, che è una vecchia posta di fronte a una scelta obbligata,
portano questo romanzo a raccogliere, dopo più di mezzo secolo, il
testimone di un capolavoro di rara intensità emotiva, come “Casa
d’altri” di Silvio D’Arzo.

L’ineluttabilità della tragedia esistenziale di D’Arzo,
però, trova altro compimento: non sono più tempi per il mito, e la
narrazione prende anche i toni della farsa: per Grandmère la
televisione è ‘una cassetta’, dalla quale Pippo Baudo s’affaccia per
confessarle il suo amore; e il termosifone è utile perché ci si
aggancia bene il bastone… L’agrodolce del grottesco caratterizza anche
Oncle, il co-protagonista di questa storia, il quale continua a vivere
nella casa di sempre facendo il contadino: è un innocente,
‘imparentato’ ai matti dei romanzi e dei film di Zavattini, che
somatizzano l’assurdo della vita e il caos del mondo.