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I risultati del Piano per la Salute del Comune di Modena dal 2002 al 2007


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Ben 641 azioni sviluppate tra il 2002 al 2007 da 160 diversi soggetti per studiare piani d’azione e intervenire per migliorare la salute dei modenesi. L’indicazione principale delle numerose azioni portate avanti dall’Amministrazione comunale è stata l’educazione a sani e corretti stili di vita. La salute, infatti, non è solo una questione di soluzioni immediate a malattie o situazioni di disagio conclamate, ma attraverso l’azione congiunta dei differenti attori del territorio si è cercato di prevenire, monitorare ed educare oltre a proporre servizi efficaci ed efficienti.

Il Piano per la Salute è un piano poliennale elaborato dall’Amministrazione in collaborazione con le Aziende sanitarie, secondo indirizzi forniti dalla Conferenza Sanitaria Territoriale della Regione Emilia Romagna e definisce gli obiettivi e gli interventi di promozione della salute, di prevenzione e di cura delle malattie emergenti sul territorio.
Un impegno di persone e risorse che dal 2002 al 2007 ha sviluppato le sue linee di azione all’interno di sei aree tematiche: la salute delle donne, la salute dei bambini, le patologie prevalenti, la sicurezza stradale, la salute degli anziani e la sicurezza sul lavoro. Essenziale in ognuna di queste macroaree le attività volte alla promozione di sani e corretti stili di vita orientate alla prevenzione di malattie e comportamenti rischiosi per la salute.

Per quanto riguarda l’area dedicata alla salute delle donne, si è posta l’attenzione sulla medicina “di genere” attraverso l’analisi dei dati di accesso ai servizi, il monitoraggio delle situazioni di violenza e maltrattamento e lo sviluppo di ricerche sugli stili di vita. Alcuni degli interventi realizzati tra il 2005 e il 2007 sono: la messa in rete dei servizi sociali e sanitari per il sostegno ai neogenitori; lo sviluppo di un percorso multidisciplinare e plurispecialistico per la diagnosi, la terapia e follow-up delle donne affetta da tumore della mammella; una massiccia campagna di screening per la prevenzione dei tumori femminili che registrano, nel distretto di Modena, la percentuale più alta di adesione in tutta la provincia.

Le patologie chiamate “prevalenti” – come quelle cardiovascolari, neoplastiche, respiratorie, provocate dall’HIV e rare – con l’aggiunta degli incidenti causano oggi più del 75% delle morti nella popolazione. Tali patologie portano ad un utilizzo delle strutture ospedaliere maggiore del 50% del valore economico delle prestazioni erogate da tali strutture, un costo sociale molto elevato che ha portato allo sviluppo di linee di azione per tentare di ridurre o mitigare gli effetti di queste patologie. Sono migliorate le conoscenze oltre che sulla mortalità da esse provocate, sulla loro incidenza, sulla sopravvivenza sui bisogni assistenziali da esse provocati. Si è notato tra il 2004 e il 2006 un lieve decremento dei decessi per le cinque patologie prevalenti, ma sono aumentati i pazienti assistiti a domicilio (dai 3050 nel 2002 ai 4228 del 2006) con un conseguente miglioramento delle loro condizioni psicologiche.

Le azioni per la sicurezza stradale si sono sviluppate dalle campagne di informazione e sensibilizzazione rivolte a diverse fasce d’età, con particolare riguardo ai cittadini stranieri e all’utenza debole (pedoni e ciclisti in primo luogo).

A queste si sono aggiunte le azioni di monitoraggio e gli interventi strutturali per il miglioramento della circolazione. I principali risultati ottenuti sono stati la diminuzione degli incidenti che dal 2002 al 2007 sono passati da 1769 a 1528 e dei decessi che nello stesso periodo sono diminuiti del 40%.

Dal 2004 al 2007 il programma sulla salute dell’infanzia ha raggiunto l’obiettivo primario del monitoraggio e approfondimento sulle condizioni di vita e di benessere dei minori nel territorio comunale. Sono migliorati i servizi come nidi e materne, sia in termini di ampliamento dei posti a disposizione che in termini qualitativi con un approccio all’educazione a sani stili di vita e abitudini alimentari. I minori residenti a Modena al 31 dicembre 2006 sono 27.708 (rispetto al 2002 +6,9 %), di cui stranieri 4.129 che rappresentano il 14,9% dei minori. (nel 2002 erano circa il 10% dei minori)‏, a fronte di questi dati sono stati sviluppati anche delle azioni tese a garantire migliori condizioni di vita per i minori di tutte le culture. Un dato importante e da tenere sotto controllo per le azioni future è quello dell’aumento dei bambini in sovrappeso, che hanno raggiunto il 18% della popolazione infantile.

Per quanto riguarda la sicurezza sul lavoro, il sistema di conoscenza e monitoraggio messo in atto negli ultimi sei anni ha messo in luce che gli infortuni e le malattie professionali che oggi si verificano sono tutt’ora in gran parte eliminabili. Dal 2001 al 2006 sono diminuiti sia gli infortuni riconosciuti dall’INAIL (da 4327 nel 2001 a 4144 nel 2006), sia i morti (nessun decesso nel 2006) e sia gli invalidi permanenti. È invece aumentato il numero degli assicurati (dagli 85mila del 2001 ai quasi 88mila del 2006).
Si è registrato anche un aumento della sensibilità dei medici competenti nel denunciare casi di malattie professionali. È stato inoltre modificato il regolamento edilizio prevedendo idonee misure preventive e protettive che consentano l’accesso, il transito e l’esecuzione dei lavori in quota in condizioni di sicurezza. Le azioni portate avanti dal programma hanno sviluppato anche interventi in ambito educativo a tutti i livelli: per formare i lavoratori ad adottare stili di vita sani e sicuri sui luoghi di lavoro e per valorizzare il lavoratore come risorsa per l’azienda e per la collettività.

Le politiche per la salute rivolte agli anziani partono dal dato confermato del progressivo invecchiamento della popolazione (al 31 dicembre 2007 l’11,4% della popolazione ha più di 75 anni, nel 2001 la percentuale era del 10,5%). Le azioni portate avanti dal Piano per la Salute sono state indirizzate negli ambiti della socializzazione per la prevenzione del disagio psicologico, del miglioramento dei servizi, del sostegno alle famiglie (in particolare quelle con a carico un disabile grave), della promozione dei servizi di assistenza a domicilio e di prevenzione del decadimento cerebrale, come il progetto sull’allenamento della memoria, e dell’educazione a sani e corretti stili di vita che tengano conto delle esigenze e critici dell’essere anziano.