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Domani a Reggio Emilia riapertura al culto della Cattedrale


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Domani mattina, in occasione della riapertura al culto della Cattedrale, i rintocchi della campana della Torre civica del Municipio si uniranno a quelli delle campane del duomo. Ciò per sottolineare ulteriormente l’importanza dell’evento e la partecipazione dell’intera città alla festa che riconsegna la Cattedrale dopo sei anni di lavori restauro.

NOTE STORICHE SULLA TORRE. Fino al 1489 l’area su cui sorge la Torre civica (detta Del Bordello) era occupata interamente dal Torrazzo dell’Arcidiacono. In quell’anno Reggio decise di avviare la costruzione di un edificio a torre destinato ad archivio demolendo il Torrazzo, non si sa se tutto o in parte: infatti la pianta quadrata prevista all’angolo fra via Toschi e vicolo Arcipretura occupava solo una parte del Torrazzo per cui di quest’ultimo sembra sia rimasta la metà, oggi visibile, addossata alla Torre.
Il progetto per la nuova torre fu affidato a Girolamo Casotti, figlio di Antonio; le fondazioni furono realizzate a una profondità di 9 braccia reggiane corrispondenti a 5,76 metri sotto il piano di campagna.
La costruzione terminò prima dell’anno 1500 dato che è documentata la creazione nel 1501 di un accesso all’adiacente Sala del Consiglio.
Inizialmente la Torre si presentava alta 38 metri, con 4 bifore e merlata alla sommità (le tracce della merlatura sono ancora oggi visibili).

NOTE STORICHE SULLA CAMPANA. Tra il 1627 ed il 1633 venne realizzata una sopraelevazione per ospitare il ‘castello’, in legno, destinato a ospitare la campana.
Non si sa se l’attuale altezza fu raggiunta in due tempi o in un’unica soluzione. Ad ogni modo la Torre in quel periodo acquistò la sua forma attuale, con una finta merlatura in sommità.
Nel 1667 la campana venne fusa nuovamente ed è quella tuttora presente. Reca un’iscrizione latina con l’autore e la data e cinque immagini bronzee in rilievo: la Madonna della Ghiara, San Prospero, i Santi Crisanto e Daria e lo stemma del Comune. Pesa circa 18 quintali.
Da quell’anno in poi fra gli avvenimenti rilevanti, vi sono le scosse multiple del terremoto dell’11 e 12 marzo 1832 ed il conseguente consolidamento della Torre ad opera dell’architetto Luigi Croppi, al quale probabilmente si deve la presenza delle catene metalliche visibili a varie altezze. La campana però non fu rimessa in funzione.
Tra il 1987 ed il 1991 il Comune ha proceduto, su progetto e direzione lavori dell’ingegner Daniele Pecorini, alla riparazione dei danni causati dal terremoto del 9 novembre 1983 e, con una spesa complessiva di 867 milioni di lire si è operato un consolidamento strutturale completo consistente in un risanamento della muratura portante, delle volte laterizie e dei solai lignei, nella posa di 44 tiranti metallici posti alle varie quote, nel consolidamento dell’incastellatura campanaria. E’ stato anche restaurato il paramento murario esterno ed interno, compreso l’intonaco decorato in sommità e le altre finiture presenti. Il funzionamento della campana è stato ripristinato dalla ditta Capanni di Castelnuovo Monti.
Il 7 gennaio 1997, in occasione delle manifestazioni per il bicentenario del Tricolore, la campana ha ripreso a suonare dopo l’interruzione dal 1832.
Tra il 2003 ed il 2005 ulteriori restauri sono stati effettuati al piano terra adibito a spazio espositivo e al primo piano dove è ancora presente il Museo del Tricolore. Fino al quinto piano la Torre è utilizzata per uffici, oltre non è attualmente utilizzata per la necessità di procedere al restauro della scala lignea.
Nella giornata di ieri e odierna la ditta Capanni ha proceduto a una manutenzione straordinaria e un collaudo del funzionamento della campana.