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Sant’Ilario d’Enza: da una impresa in fallimento nasce una nuova cooperativa


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Da una società fallita nasce una nuova cooperativa: la società cooperativa “Art Lining” di Sant’Ilario d’Enza (RE), nata il 7 novembre 2008, è infatti una cooperativa di produzione lavoro costituita dai lavoratori della Lincra srl, azienda operante nel settore manifatturiero-tessile, in particolare nel settore delle cravatte, dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Reggio Emilia il 18 settembre scorso.

La nuova cooperativa, che conserva pertanto il nucleo storico e quindi il know-how delle persone impiegate in “Lincra Srl in fallimento”, è nata con l’obiettivo di superare i limiti gestionali e operativi imposti dalla precedente proprietà attraverso una partecipazione più attiva dei singoli individui incentrata su basi mutualistiche.

La forma cooperativa è stata ritenuta idonea per sviluppare il nuovo progetto imprenditoriale. Sono 11 i lavoratori dell’azienda in fallimento diventati soci lavoratori della nuova cooperativa e tra questi 8 sono donne. Il progetto di nuova cooperativa, grazie anche allo Studio Labanti e Pasini, che è intervenuto nel concordato preventivo, è stato promosso e coordinato da Legacoop Reggio Emilia che ha messo in campo due strumenti istituzionali quali il Ccfs, il consorzio finanziario nazionale, e Coopfond, il fondo nazionale di sviluppo e promozione, che partecipano direttamente al capitale della società in qualità di soci finanziatori, con lo scopo di supportare finanziariamente la nuova cooperativa nella fase di start-up e di sviluppo.

La cooperativa “Art Lining” è stata presentata oggi nella sede reggiana di Legacoop. Erano presenti per la cooperativa il presidente Roberto Ferrari, la vicepresidente Stefania Ghidoni e il direttore Marino Piccagliani; per Legacoop Reggio Emilia il presidente Ildo Cigarini e la responsabile del Servizio Finanziario Daniela Cervi.
Cigarini ha sottolineato come i “fondamentali” della nuova azienda siano sani, essendo arrivata al fallimento per errori gestionali. “In questa impresa i protagonisti sono il lavoratori – ha aggiunto Cigarini – e come Legacoop siamo orgogliosi di questo progetto imprenditoriale, che dimostra anche come dalla attuale crisi emergano minacce ma anche nuove opportunità”.
La Lincra srl aveva iniziato l’attività nel settore cravatte nel 1982, sviluppandosi gradualmente fino a toccare i 10.000.000 euro di fatturato con 40 dipendenti. Nel 2005 è iniziata la crisi dell’azienda (dovuta in particolare a investimenti sbagliati ed errori nella politica commerciale) che l’ha portata al “concordato preventivo” nel marzo 2008 e in “fallimento” nel settembre 2008.
L’attività è poi proseguita con l’esercizio provvisorio gestito dal Curatore Fallimentare fino al dicembre scorso. Finalmente, la scorsa settimana, la nuova cooperativa “Art Lining” ha potuto stipulare il contratto che rileva la gestione dell’azienda (è previsto un primo periodo di affitto dell’azienda e successiva acquisizione) e ha iniziato ad operare direttamente. “La scelta di continuare l’attività in forma cooperativa – hanno spiegato i dirigenti della cooperativa – è stata affrontata con entusiasmo, e ha trovato in Legacoop, Ccfs e Coopfond un valido sostegno”.

L’azienda lavora su due linee di produzione: interno per cravatte e cravatta finita con un portafoglio clienti costituito da aziende dell’alta moda (Ferragamo, Armani, Boss e altri), che offrono un prodotto di alta gamma e richiedono un livello di qualità e servizio molto elevato. In particolare l’azienda è leader mondiale nella produzione degli interni delle cravatte. “Il progetto della nuova cooperativa – ha spiegato Daniela Cervi – p revede un ammontare di ricavi intorno ai 3 milioni di euro per il 2009, cifra prudenziale che tiene conto sia del recupero che sarà necessario rispetto alle vicissitudini legate al fallimento che della crisi economica generale che impone cautela nelle previsioni. Il piano economico finanziario della cooperativa si basa su una capitalizzazione complessiva di 400.000 euro di cui 120.000 euro sottoscritti dagli 11 soci lavoratori e 280.000 euro dai due soci finanziatori Ccfs e Coopfond.
I soci lavoratori investono quindi nella loro cooperativa circa 11.000 euro ciascuno, utilizzando in parte l’anticipo della indennità di mobilità e per il restante trattenute mensili dalla busta paga (circa 1.000 euro all’anno)”.
I principali punti di forza ereditati dall’azienda in fallimento sono in primo luogo l’esperienza e le capacità dei lavoratori impiegati, ma anche la qualità della lavorazione, eseguita con macchine automatiche ad alta precisione, la cura del prodotto finito e l’efficienza del servizio in termini di tempi di consegna, di imballaggio, di assistenza per la realizzazione di nuovi prodotti. La nuova cooperativa intende eliminare gli elementi di criticità che hanno condotto la precedente gestione allo stato di insolvenza, utilizzando una struttura produttiva snella e flessibile, composta da 12 unità lavorative (11 soci lavoratori e un dipendente non socio) valorizzando quelle risorse, soprattutto umane, in grado di garantire una struttura aziendale solida, efficiente e capace di operare attivamente su un mercato globalizzato e dinamico.