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Nuovo disciplinare per l’uso del marchio Ceramic Tiles of Italy


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Un nuovo disciplinare per l’uso del marchio Ceramic Tiles of Italy, per tutelare le produzioni di piastrelle di ceramica realizzate nelle fabbriche italiane. Ma anche una risposta alta alle difficoltà del momento, facendo leva su una delle peculiarità più apprezzate da parte dei consumatori di tutto il mondo. Questo è uno degli aspetti salienti dell’incontro che il Presidente di Confindustria Ceramica Alfonso Panzani ha tenuto con gli operatori dell’informazione.

Il marchio Ceramic Tiles of Italy, creato agli inizi degli anni ’70 da Assopiastrelle per le iniziative promozionali istituzionali e delle aziende associate, è stato adeguato dal Consiglio Direttivo dell’Associazione ad una nuova realtà che vede nel commercio internazionale dei prodotti, e nella dichiarazione d’origine degli stessi, un elemento centrale. Il percorso di ammodernamento è iniziato con la delibera del 29 gennaio 2008 nella quale il Consiglio Direttivo ha approvato la ‘Raccomandazione’, un impegno volontario da parte delle aziende a definire l’origine della merce messa in commercio, nella logica della trasparenza dell’azione commerciale e della consapevolezza nelle scelte del consumatore. Il passaggio successivo è avvenuto nel Consiglio Direttivo del 4 ottobre scorso dove si è approvato il Regolamento Attuativo, che prevedeva l’entrata in vigore delle nuove norme nel 2009.

“Siamo in presenza di un passo storico per le imprese italiane della ceramica” ha dichiarato Alfonso Panzani “perché per la prima volta un settore industriale decide di delimitare con un marchio di origine le sole produzioni effettivamente realizzate in Italia. Questa scelta ha un valore strategico: tutelare il vero made in Italy – quello nato dalle maestranze e dalle fabbriche italiane –, che è un valore importante e particolarmente apprezzato da parte dei consumatori di tutto il mondo”.

Oltre che per la qualità della manifattura e per il design di alto profilo, il made in Italy è anche e soprattutto un sistema di valori sottostanti, quali la tutela e la salvaguardia della salubrità nei posti di lavoro, la completa eliminazione di ogni materiale che possa risultare tossico, la costante attenzione al tema dello sviluppo sostenibile, sia in termini di prodotto che di manifattura.

Altro elemento di novità è che la decisione di Confindustria Ceramica ha coperto, su base volontaria, una lacuna dell’Unione Europea che, come noto, non riesce a normare l’origine della merce messa in commercio, a differenza di quanto avviene in molti altri paesi del mondo. Questo si affianca all’azione dell’Associazione – coronata da successo nei comitati tecnici Iso e Cen – finalizzata a far si che il marchio venga apposto anche sul prodotto e sulla scatola.