L’Unica che rischia di essere veramente discriminata, con questa finanziaria, è la famiglia fondata sul matrimonio, in favore della quale i consiglieri del PdL Filippi, Francesconi, Salomoni e Leoni, hanno presentato un emendamento all’articolo 48.
“Chiediamo – dichiarano i consiglieri – di sostituire il comma 3 dell’art. 48, affinché i diritti dell’accesso ai servizi, alle azioni e agli interventi, creati dalla legislazione regionale, vengano applicati ai singoli individui e alla famiglia così come è sancita dall’art. 29 della Costituzione “la Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio”.
“Assistiamo quotidianamente ad un tentativo della Giunta Regionale di diffondere ed allargare un concetto di uguaglianza sociale, ma tale tentativo in realtà si rivela del tutto inappropriato e contrario al suo fine, un’ uguaglianza apparente, che infiamma gli animi di alcuni e porta voti in vista delle prossime elezioni. A farne le spese è infatti la maggioranza della cittadinanza e nel caso specifico la famiglia fondata sul matrimonio, che a fronte delle nuove, e più disparate, forme di convivenza viene fortemente penalizzata.
Le Amministrazioni devono avere una scala di priorità nella scelta dell’accesso ai servizi e fra queste deve essere inserita la famiglia tradizionalmente intesa.
Formare una famiglia è una scelta libera e responsabile, poiché non comporta solo dei diritti, ma anche dei doveri tra i coniugi e nei confronti dei terzi e della società; nel caso di unioni di fatto non c’è la responsabilità verso i terzi e la società, quindi anche i benefici non possono essere equiparati a quelli di chi invece assume tale responsabilità.”