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Appello “bipartisan” a Maroni per un adeguamento degli organici delle forze dell’ordine a Modena


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A Modena abbiamo “una carenza di agenti al limite della sostenibilità, cui va sommata la carenza di agenti di Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Forestali”. Stavolta la denuncia è bipartisan e arriva dai senatori Giuliano Barbolini del Pd e Giovanni Torri della Lega Nord. In una lettera indirizzata al ministro Maroni i due parlamentari chiedono un adeguamento degli organici delle forze dell’ordine che – a loro giudizio – “sono largamente insufficienti a ricoprire il fabbisogno rappresentato, oltre che dal capoluogo, anche da numerosi commissariati dislocati su un territorio con agglomerati urbani rilevanti”.

Barbolini e Torri chiedono al ministro “la possibilità di un incontro per verificare la possibilità di dare corso a quell’assegnazione, anche graduale, di agenti in aumento presso la Questura di Modena, così come più volte annunciato”. Ecco di seguito il testo integrale della lettera.

Preg.mo Ministro,

i sottoscritti senatori eletti in Emilia Romagna, rispettivamente nei territori di Parma e Modena, hanno avuto occasione, alle fine dello scorso mese di maggio, di partecipare a una tavola rotonda sul tema della sicurezza svoltosi a Modena. All’incontro, promosso dal dipartimento sicurezza CGIL regionale, nell’ambito dei lavori del 3° Congresso del Sindacato di Polizia SILP (cui hanno presenziato anche Prefetto e Questore), hanno partecipato dirigenti del sindacato, amministratori regionali e locali, rappresentanze dei Comitati di cittadini interessati ai temi della sicurezza. E’ emerso, dal confronto, un preoccupante quadro della situazione di “sofferenze” strutturali e del conseguente disagio nel quale si trovano ad operare le forze dell’ordine, non solo in campo nazionale, ma anche nella realtà modenese.

Modena è una realtà complessa che conosce un alto sviluppo economico, sociale e “civico” insieme naturalmente a criticità e problemi che ne costituiscono un riflesso: non sono infrequenti gli episodi di criminalità organizzata che, pur contrastata dall’azione della magistratura, delle forze dell’ordine e dalla “virtuosa” coesione del sistema istituzionale, produttivo e associativo, generano nell’opinione pubblica allarme, così come, nonostante più recentemente i fenomeni si rivelino sostanzialmente in decrescita, permane diffuso il timore per la presenza di fatti di criminalità che, senza conoscere situazioni drammatiche, possano mettere a rischio la sicurezza e la vivibilità del territorio e che avrebbero senza dubbio necessità di poter essere fronteggiati senza dover scontare, al di là dell’impegno che è encomiabile, una significativa carenza degli operatori addetti al controllo del territorio. Anche perché la realtà modenese registra elevati indici occupazionali, richiamando lavoratori da altri territori e da altri paesi , che la rendono multietnica, ma accentuano di fatto la complessità e i problemi di integrazione.

La città e il territorio sono impegnati da tempo – e non senza risultati – a contrastare rischi di degrado di alcune zone urbane: risale al 1998 la sottoscrizione del primo Patto per la sicurezza adottato in Italia, alla presenza dell’allora Ministro dell’Interno on.le Napolitano, tra Comune di Modena e Prefettura, con l’ampio supporto e adesione delle Associazioni economiche, sindacali e dei Comitati di cittadini impegnati per la sicurezza urbana. Quel primo accordo è poi stato rinnovato con i rappresentanti del Ministero dell’Interno dei governi che si sono via via succeduti. Risale a pochi mesi fa un incontro tra i Comitati dei cittadini di Modena e rappresentanti delle istituzioni locali con il sottosegretario on.le Mantovano nel corso del quale è stata ribadita l’esigenza di un intervento urgente da parte del Ministero dell’Interno per l’integrazione (il riferimento era a un impegno di assegnazione di 25 agenti in più) degli organici che oggi sono largamente insufficienti a ricoprire il fabbisogno rappresentato, oltre che dal capoluogo, anche da numerosi commissariati dislocati su un territorio con agglomerati urbani rilevanti per densità di popolazione e flussi di mobilità. Tra l’altro, anche i volumi di traffico nel reticolo autostradale di A1 e A22 che interessano il territorio modenese pongono esigenze di controlli cui, nonostante l’impegno, le forze dell’ordine faticano a far pienamente fronte.

Per tutto ciò, e pur consapevoli delle difficoltà generali e dei vincoli posti dalle manovre di finanza pubblica, le esigenze del territorio modenese ci fanno riproporre le richieste per l’assegnazione di almeno parte del personale a suo tempo promesso.

La situazione attuale registra una carenza di agenti al limite della sostenibilità ( per turn-over e pensionamenti rispetto all’organico mancano 70 unità operative) cui va sommata la carenza di agenti di Polizia Penitenziaria, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Forestali (oltre 150 in meno rispetto a quelli previsti). Inoltre, va rilevato che la presenza di un Centro di Identificazione ed Espulsione comporta, direttamente o indirettamente, ulteriori pesanti gravami per la Questura di Modena. L’insieme di questi fattori mette seriamente in difficoltà la qualità del controllo e della sicurezza di tutto il territorio modenese e di un’area più vasta tra Modena, Reggio Emilia e Parma.

Signor Ministro, Le chiediamo, con la presente, la possibilità di un incontro, alla ripresa dell’attività parlamentare dopo la pausa estiva, per argomentarLe più compiutamente la situazione descritta, e verificare la possibilità di dare corso a quell’assegnazione, anche graduale, di agenti in aumento presso la Questura di Modena, così come più volte annunciato, e atteso da quelle realtà.

Confidando in una Sua disponibilità e collaborazione al riguardo, e in attesa di cortese riscontro, inviamo con l’occasione un cordiale saluto.