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Restaurata “Madonna col Bambino” di Tomaso da Modena


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La trecentesca “Madonna col Bambino” di Tomaso da Modena e l’ottocentesca Pala del Sacro cuore di Giuseppe Goldoni, opere entrambe conservate nella Chiesa di Sant’Agostino a Modena, si presentano restaurate al pubblico sabato 20 novembre alle 17.30. Il restauro delle opere, diretto dal Museo civico d’arte di Modena con la supervisione della Soprintendenza per i beni storici, artistici ed etnoantropologici di Modena e Reggio Emilia, è stato possibile grazie al finanziamento dell’associazione culturale “Il Cenacolo”.

Si tratta del celebre affresco frammentario su massello raffigurante la Madonna col Bambino del 1350 circa, capolavoro di Tomaso da Modena, situato nella cappellina a destra sottostante la cantoria dell’organo. L’intervento, condotto da Fabio Bevilacqua e di carattere manutentivo, ha restituito all’opera una buona leggibilità, consentendo nuovamente di apprezzare appieno la qualità artistica di Tomaso, il cui stile naturalistico lo colloca tra i maestri più intensi del Trecento padano.

Il secondo intervento, condotto dalle restauratrici Cristina Russo Verbini e Maria Giovanna Luppi, riguarda la pala ottocentesca posta nel terzo altare di sinistra, raffigurante Il Sacro Cuore di Gesù che appare alla beata Margherita Maria Alacoque, del pittore modenese Giuseppe Goldoni. La notorietà di questo artista appare piuttosto appannata da quella del padre Carlo (1822-1874) apprezzato pittore, litografo e restauratore, nonché cognato di Adeodato Malatesta.

La pala è strettamente legata al clima di intensa devozione diffusa particolarmente nella seconda metà del XIX secolo. In particolare, il culto del Sacro cuore costituiva il fulcro devozionale delle monache salesiane nella chiesa modenese di Santa Maria della Visitazione. Nel 1864 quando papa Pio IX proclamò beata Margherita Maria Alocoque, le salesiane del monastero di Modena incaricarono Carlo Goldoni, padre di Giuseppe, di dipingere la pala tuttora esistente nella chiesa di Baggiovara raffigurante Il Sacro Cuore di Gesù che appare alla beata Margherita Maria Alacoque. La pala di Sant’Agostino deriva da questa, anzi né è la copia di mano di Giuseppe Goldoni che nel 1876 ricevette dal parroco della chiesa di Sant’Agostino l’incarico di riprodurla.

L’associazione “Il cenacolo” aveva già contribuito in passato al ripristino dell’organo della chiesa e agli interventi conservativi delle pale raffiguranti San Michele Arcangelo di Giacomo Zoboli, Il sogno di san Giuseppe di Francesco Vellani e Sant’Andrea Avellino di Geminiano Vincenzi e Luigi Manzini.