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Reggio E.: incontro in Sala Tricolore con Libera


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L’iniziativa, promossa da ‘Libera’ in 20 comuni, ha fatto tappa oggi nella città del Tricolore – “L’impegno dei giovani che 150 anni or sono si ribellarono ai soprusi è lo stesso dei giovani che oggi prendono in mano il proprio destino per combattere l’illegalità”, ha detto il sindaco Delrio

Oggi, sabato 26 febbraio, il sIndaco Graziano Delrio ha accolto nella Sala del Tricolore organizzatori e protagonisti di ‘La pace va per… corsa’, manifestazione promossa anche a Reggio Emilia in occasione delle celebrazioni per il 150° anniversario dell’Unità d’Italia.

‘La pace va per… corsa’ consiste in un percorso dedicato alle vittime delle mafie iniziato il 18 febbraio che, in occasione dei 150 anni dell’Unità, sta attraversando 20 comuni italiani e si concluderà a Potenza il 19 marzo, in occasione della 16sima ‘Giornata della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie’. Ne sono promotori l’associazione nazionale ‘Libera’, Uisp e Polisportiva Zelig di Reggio Emilia e patrocinatori Comune, Provincia e Camera di Commercio di Reggio Emilia e Regione Emilia Romagna, con l’adesione dell’Ufficio scolastico provinciale.

Principale protagonista della manifestazione è Pino Papaluca, podista che correndo numerose maratone in tutto il mondo testimonia l’impegno dello sport contro le mafie e che ha partecipato all’incontro in Sala Tricolore con 200 ragazze e ragazzi delle scuole medie e superiori reggiane.

Insieme al sindaco Delrio, erano oggi presenti gli assessori comunali Franco Corradini e Iuna Sassi, l’assessore provinciale Marco Fantini, l’assessore regionale Carlo Lusenti, il referente regionale per ‘Libera’ Daniele Borghi e ragazze e ragazzi che hanno in seguito accompagnato Pino Papaluca e il maratoneta reggiano Antonio Talarita nel Parco del Popolo, dove hanno corso con loro una simbolica maratona.

“Il passaggio da Reggio Emilia di questa iniziativa da ulteriore significato alle celebrazioni dei 150 anni dell’Unità del nostro Paese e la vostra presenza nella sala dove nacque il Tricolore – ha detto Delrio rivolgendosi ai ragazzi – testimonia una continuità tra l’impegno dei giovani che prendendo in mano il proprio destino si ribellarono ai soprusi dei potenti e la lotta di Libera contro le mafie, che tolgono diritti e lavoro ai giovani di oggi. È un invito a non adattarsi passivamente allo stato delle cose, a non pensare che la mafia riguardi solo il sud del Paese, a non rimanere chiusi dentro le proprie mura e a correre più veloci di chi vuole un Paese dominato dall’illegalità”.

Anche Fantini, Lusenti e Borghi hanno sottolineato l’importanza di non considerare ineluttabile la presenza della mafia (“La corsa è una metafora delle cose in cui crediamo. Non bisogna mollarci mai”, ha detto Lusetti) e l’unione tra generazioni diverse “unite dal sogno di vivere in una società più giusta”, ha detto Borghi.

Infine, Papaluca ha voluto ricordare che l’insegnamento di uno sport come la corsa per la lotta contro la mafia è quello di non cercare facili scorciatoie, come avviene per molti atleti che fanno uso di sostanze dopanti senza rendersi conto che così facendo compromettono per sempre il proprio futuro.

Pino Papaluca è un maratoneta di 50 anni che, all’insegna del motto “chi non fa niente perde il diritto di lamentarsi”, ha scritto il libro che da il nome all’iniziativa nel quale raccoglie testimonianze ed esperienze che fanno risaltare le contraddizioni di un mondo che, “se somigliasse alle persone incontrate in tanti chilometri a piedi, sarebbe più umano e attento alle ingiustizie”.