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Acqua: i dati su consumi, dispersione, qualità dei fiumi e investimenti in un convegno a Modena


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I modenesi consumano meno acqua potabile rispetto al passato; contemporaneamente migliora la situazione delle dispersioni della rete acquedottistica. Dai dati di questi ultimi anni emerge che dai quasi 55 milioni di metri cubi di acqua fatturata nel 2005 si è scesi ai 51 milioni e 700 mila del 2009. Ogni modenese consumava nel 2005 quasi 154 litri di acqua al giorno che sono scesi a 136 nel 2009 raggiungendo in anticipo l’obiettivo regionale di 150 litri al giorno entro il 2016. Diminuiscono, inoltre, le perdite della rete acquedottistica (lunga circa cinque mila chilometri): l’indice di dispersione per metro lineare di tubazioni nel territorio modenese è diminuito da 5 metri cubi persi nel 2005 a 3,9 metri cubi nel 2009. Le perdite, tuttavia, sono al 31 per cento (a livello nazionale nel 2008 erano al 32,5 per cento).

Tutte le problematiche relative alla tutela e gestione della risorsa acqua sono al centro del convegno in programma martedì 29 marzo alla Camera di commercio di Modena su iniziativa della Provincia di Modena e dell’Ordine dei dottori Agronomi e forestali di Modena. L’appuntamento fa parte delle iniziative collegate alla giornata mondiale dell’acqua che si è celebrata il 22 marzo.

«Il calo dei consumi e la diminuzione delle perdite – sottolinea Stefano Vaccari, assessore provinciale all’Ambiente – sono due aspetti positivi frutto della maggiore sensibilità dei modenesi e dell’efficacia degli investimenti sulla rete di questi ulti anni. Resta tuttavia ancora tanto da fare perché le perdite sono ancora troppo elevate, anche se nella media regionale. La gestione complessiva del servizio, dalla captazione alla depurazione, ha fatto passi in avanti notevoli ma si può migliorare ancora. Si tratta di un bene – sottolinea Vaccari – che non può essere privatizzato e deve rimanere pubblico il controllo delle reti e degli impianti. La nostra esperienza ci dice, però, come il coinvolgimento dei privati nella gestione abbia portato benefici e risorse importanti per migliorare la qualità del servizio».

Oltre ad approfondire il tema della gestione delle acque, durante il convegno saranno illustrati i dati più recenti sulla qualità delle acque dei fiumi modenesi.

Intervengono tra gli altri Pietro Natale Capitani, presidente dell’Ordine dei dottori Agronomi e forestali di Modena il quale sottolinea che «il tema dell’acqua non può essere trattato solo in riferimento alle sue proprietà fisiche o chimiche ma deve essere inserito nel contesto ambientale, nei sistemi ecologici e considerato in rapporto al suo impatto complessivo sul territorio articolato. Gli argomenti trattati, dalla qualità dell’acqua al risparmio idrico, dall’uso razionale in agricoltura ai problemi connessi alla bonifica e difesa del suolo confermano l’importanza di sapere affrontare i problemi ambientali in modo interdisciplinare».

Nel corso del convegno saranno illustrati anche i dati sugli investimenti effettuati sulla rete idrica per ridurre la dispersione: degli oltre 74 milioni di euro investiti nel triennio 2010-2012 dai gestori del servizio idrico (Hera, Aimag, SorgeAqua), quasi un terzo (oltre 22 milioni) è concentrato sulla riduzione della dispersione delle reti acquedottistiche. Il resto delle risorse è impiegato per migliorare i sistemi fognari e la depurazione delle acque.

In cinque anni (dal 2005 al 2009) i gestori hanno investito sul servizio idrico oltre 146 milioni di euro (a tutt’oggi solo i Comuni di Fanano, Montese, Riolunato e Pievepelago non hanno usufruito di questi investimenti non avendo aderito all’affidamento del servizio).

Per quanto riguarda, invece, il sistema depurativo nel 2008 sono entrati nella rete fognaria quasi 90 milioni di metri cubi di acque reflue con una percentuale di depurazione del 90 per cento.

IL CONVEGNO A MODENA SU TUTELA, QUALITÀ, PROGETTAZIONE E GESTIONE

Al convegno in programma martedì 29 marzo alla Camera di commercio di Modena (sala Panini, via Ganaceto 134, dalle ore 9 alle ore 17) dal titolo “L’acqua è uguale per tutti – Tutela, progettazione, qualità, e gestione di una risorsa primaria” intervengono Stefano Vaccari, assessore all’Ambiente della Provincia di Modena, Pietro Natale Capitani, presidente dell’ordine dei Dottori agronomi e forestali di Modena, gli agronomi Rita Bega ed Eraldo Antonini; Francesco Vincenzi, presidente del Consorzio bonifica Burana, Marco Monaci del Centro italiano per la riqualificazione fluviale, Rita Nicolini, responsabile della Protezione civile provinciale (interviene sui temi del rischio idraulico) e Anna Maria Manzieri di Arpa che illustra i dati sulla qualità delle acque superficiali.

Dalle 11,30 è prevista una sessione tecnico scientifica sul risparmio idrico e la riduzione delle perdite con relazioni di Giuseppe Taglioli della facoltà di Agraria dell’Università di Bologna, Giovanni Mondani dell’Ordine dei dottori Agronomi di Modena, Giorgio Gazzotti sul tema dell’irrigazione e Marco Grana di Ato che presenta i dati sugli investimenti per ridurre le perdite.

I DATI SULLA QUALITÀ DELLE ACQUE DEI FIUMI PANARO PIÙ PULITO DEL SECCHIA, BENE SOLO IN MONTAGNA

Nel corso del convegno sull’acqua di martedì 29 marzo Anna Maria Manzieri dell’Arpa di Modena presenta i dati aggiornati al 2009 della rete di monitoraggio sulla qualità delle acque superficiali della provincia di Modena.

Dal rapporto emerge che complessivamente la qualità del bacino del Panaro risulta migliore rispetto al Secchia: il Panaro in questi ultimi anni è migliorato sia in montagna che pianura mentre il bacino del Secchia resta stabile.

In particolare nella stazione di ponte Chiozzo, sul Panaro alla confluenza con lo Scotenna, nel 2008 e 2009 è stata registrata una qualità elevata in miglioramento rispetto agli anni passati.

Sia Secchia che Panaro, comunque, sono classificati di buona qualità in montagna e in collina ma nei tratti di pianura la situazione peggiora e risulta classificata solo come sufficiente.

Risultano particolarmente scadenti alcuni affluenti del Secchia (Tresinaro e Fossa), anche se loro scarsa portata non influenza più di tanto la qualità del fiume.

Il canale Naviglio, infine, nonostante il depuratore, resta classificato di pessima qualità.

Tutti i dati sono disponibili nel sito www.arpa.emr.it nella sezione “report tecnici”.