Anche le attuali indagini in corso che vedono concentrata la Procura modenese sulle modalità di assegnazione di alcuni appalti – Comune di Serramazzoni e non solo – confermano la particolare sensibilità ed esposizione al rischio di infiltrazioni malavitose per l’intero settore dei lavori pubblici ma, ancor più, per quelli di natura privata.
Ciò conferma la necessità, a prescindere dal corso di questa indagine che si riferisce a lavori assegnati alcuni anni fa, di mantenere altissima l’attenzione – non solo a parole – con comportamenti amministrativi e gestionali rigorosi.
Conferma altresì la necessità – a partire dagli Enti pubblici – di scelte coerenti che vanno adottate, poi mantenute in via permanente e verificate con continuità.
La vigilanza stretta sui percorsi e gli esiti degli appalti pubblici, non richiede solamente “attenzione”, bensì procedure certe e trasparenti come indicato in questi anni dall’ottimo lavoro dell’Osservatorio Provinciale Appalti.
In particolare :
– Tutti gli Enti pubblici modenesi devono aderire al monitoraggio dell’Osservatorio.
– Superamento del criterio-scorciatoia del “massimo ribasso” nell’aggiudicazione degli appalti.
– Estensione della responsabilità discrezionale degli Enti nell’esclusione delle imprese poco affidabili.
– Particolare attenzione dedicata alla consistenza e credibilità della struttura aziendale che concorre ai bandi.
– Spingere sull’estensione dei controlli nei cantieri e sulla tracciabilità dei pagamenti.
Molto interessanti sono i dati dell’Osservatorio Provinciale relativi agli appalti pubblici 2010 assegnati con “ribasso oltre il 20%” .
Un ottimo punto di osservazione che offre spunti di riflessione e, sopratutto, conferme per le procedure di prevenzione assunte e raccomandate agli enti appaltanti modenesi.
Nell’intero 2010 sono stati circa 85 gli appalti pubblici modenesi assegnati con ribassi superiori al 20% per il considerevole importo complessivo di circa 43 milioni.
Di questi appalti, 7 sono stati affidati – prevalentemente dall’Amministrazione Provinciale e dal Comune di Modena – in base al diverso e più opportuno criterio dell’ “offerta economicamente più vantaggiosa” per un importo di quasi 19 milioni, corrispondenti perciò a circa il 44% dell’importo totale dei suddetti 85 appalti .
Questi dati confermano che il netto orientamento assunto in favore della procedura più ragionata e capace di ponderare diversi elementi di convenienza, anziché un secco massimo sconto d’asta, porta ad una maggior trasparenza e sicurezza negli esiti, nonché ad una virtuosa autoregolamentazione delle imprese concorrenti.
Tant’è vero che, pur senza enfatizzare il dato, quegli appalti di cui stiamo ragionando, risultano così “geograficamente” distribuiti: 79% ad imprese modenesi o emiliane; 21% ad imprese di altre regioni del Nord; 0 ad imprese del Centro-Sud .
(Franco Zavatti, Cgil Modena-Coordinamento legalità e sicurezza Cgil Emilia-Romagna)