Home Bassa modenese Cisl Modena: “Su ricostruzione post-terremoto serve un patto istituzioni-parti sociali”

Cisl Modena: “Su ricostruzione post-terremoto serve un patto istituzioni-parti sociali”


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«È stato svolto un ottimo lavoro nella fase dell’emergenza; ora serve uno sforzo collettivo per riprogettare il nostro territorio e assicurargli un futuro di benessere e coesione sociale». Lo ha detto il segretario provinciale della Cisl, William Ballotta, al convegno “Ricostruire nella legalità” che il sindacato ha tenuto oggi a Concordia e al quale hanno partecipato dirigenti Cisl provinciali e nazionali, imprenditori e amministratori pubblici. La Cisl ha ribadito la richiesta di un confronto tra istituzioni e parti sociali per far ripartire le imprese e il lavoro, superando gli intoppi burocratici e le incertezze sulle risorse disponibili. «La cosa più importante, però – ha sottolineato Ballotta – è avere le idee chiare su come vogliamo essere e cosa vogliamo fare domani. Abbiamo un distretto di eccellenza da difendere – il biomedicale -, ma soprattutto il dopo sisma deve essere l’occasione per ridisegnare un territorio dal punto di vista delle costruzioni materiali e dei servizi, a partire dal welfare. Per questo proponiamo un “patto di comunità” che elabori e condivida una nuova forma di sviluppo. Solo se riusciremo a fare questo – ha sottolineato il segretario provinciale della Cisl – potremo affermare che “siamo stati più forti del terremoto”». Quanto alla ricostruzione vera e propria, la Cisl ha lanciato lo slogan “Più soldi nel ferro e nel cemento, meno nel parquet e nelle finiture”; in altre parole, a parità di risorse spendibili le nuove case possono anche essere meno belle, ma devono essere più sicure. «Limitiamo il più possibile prefabbricati e “new town”, che rischiano di svuotare i centri storici e, con essi, il tessuto sociale e civile dei Comuni colpiti – ha spiegato Ballotta – Una volta sistemati gli sfollati, vogliamo capire chi e con quale qualità ricostruirà la Bassa Modenese. Rispetto alle tradizionali politiche costruttive, oggi sono prioritarie la qualità, la sicurezza strutturale e le indagini geologiche preventive. La buona costruzione e soprattutto la buona manutenzione dei fabbricati – ha concluso il segretario della Cisl – devono diventare una regola».

EDILI CISL CHIEDONO REGOLE CHIARE AFFINCHE’ RICOSTRUZIONE SIA AFFIDATA A IMPRESE QUALIFICATE E REGOLARI

Le imprese che ricostruiranno le zone terremotate, e che quindi beneficeranno di contributi pubblici, devono essere in grado di fare “buona edilizia” utilizzando lavoratori regolari, applicando tutte le normative e i contratti, compresi i protocolli attuali e quelli che verranno stipulati. Lo chiede il sindacato edili Filca-Cisl di Modena che auspica in questa fase una valorizzazione delle imprese locali, facendo salvi i principi di leale concorrenza e trasparenza. «La condizione imprescindibile è la regolarità e legalità. Il recente appalto regionale per la realizzazione di edifici scolastici temporanei – ha rimarcato il segretario provinciale della Filca-Cisl, Domenico Chiatto – ha visto, nonostante la partecipazione attiva di imprese importanti del territorio, la stragrande maggioranza di appalti affidati con l’offerta economicamente più vantaggiosa ad aziende che provengono fuori dalla nostra provincia, anzi la maggior parte da fuori regione. Purtroppo la velocità dei lavori non consente un controllo efficace di queste imprese, che non sono tenute a iscriversi alle Casse edili modenesi». Per la Cisl la straordinarietà della situazione e la necessità di rispettare i tempi di consegna non possono andare a scapito di una costante verifica della regolarità nello svolgimento dei lavori. «Oggi non sappiamo quanti lavoratori sono presenti nei cantieri per la ricostruzione delle scuole – ha lamentato Chiatto – Non siamo in grado di sapere quali aziende lavorano in subappalto, noli o noleggi. Pertanto non siamo in condizione di esercitare quella sorveglianza sociale che svolgiamo insieme alle associazioni datoriali. Sottolineo che stiamo parlando di circa 50 milioni di euro di lavori appaltati. Per dare un parametro, l’anno scorso in provincia di Modena gli appalti pubblici sono ammontati a 164 milioni di euro e questo non è che l’inizio dei lavori per moduli temporanei. In questi giorni c’è il bando di gara per gli uffici temporanei (altri 20 milioni) e così via». L’altro aspetto che preoccupa la Cisl è la presenza di numerosi lavoratori autonomi organizzati in squadre o in subappalto delle imprese cui vengono affidati i lavori. Di fronte al proliferare dei cantieri nelle zone terremotate, bisogna incrementare in proporzione l’attività di controllo e vigilanza. Per la Cisl la Direzione territoriale del Lavoro, il Spsal (Servizio prevenzione sicurezza luoghi lavoro) dell’Ausl e i vigili urbani rappresentano un presidio di regolarità irrinunciabile e che va potenziato. A questo proposito il sindacato propone ai Comuni di ragionare nell’ottica dell’Unione dell’Area Nord sia per gli appalti/affidamenti che per le pratiche amministrative, potenziando gli organici dei nuclei della polizia municipale che si occupano già oggi del controllo dei cantieri, così come previsto dal protocollo provinciale sugli appalti. In questo quadro gli edili Cisl ritengono che una norma fondamentale, fin dal primo giorno di inizio dei lavori, sia l’iscrizione alle Casse Edili di Modena delle imprese che provengono da fuori regione, mentre per quelle con sede fuori provincia basterebbe perfezionare il protocollo sulla trasferta in Emilia-Romagna in vigore dal 2008. «Questo consentirebbe all’osservatorio delle Casse Edili di verificare la presenza, regolarità e congruità delle imprese impegnate nei cantieri. Senza questa normativa – avverte Chiatto – l’elusione dell’obbligo contributivo alle Casse Edili renderebbe inefficace la sorveglianza e il monitoraggio delle parti sociali. Questa norma è già stata richiesta dalla Flc (Federazione lavoratori costruzioni, la sigla unitaria dei sindacati edili) territoriale e regionale al commissario straordinario, che ha il potere di emanarla». In aggiunta a questo, occorre prevedere – come è già stato scritto in un bozza di avviso Comune in fase di discussione – la comunicazione alle Casse edili dell’inizio lavori e l’obbligo del Durc (documento unico di regolarità contributiva) al saldo finale rilasciato dalla Cassa edile del territorio in cui si svolgono i lavori (Modena, per noi). Rispetto alla qualificazione preventiva all’affidamento dei lavori superiori ai 150 mila euro, la Filca-Cisl ritiene che la SOA (documento di attestazione pubblica della qualità e regolarità dell’azienda) sia uno strumento sicuramente utile, ma che rischia di dimostrarsi non risolutivo qualora i lavori vengano affidati in subappalto ad altre imprese. L’utilizzo delle imprese che aderiscono agli elenchi di merito definiti dalla legge regionale e dal protocollo regionale sulla legalità, sia da parte dei committenti privati che delle imprese che devono subappaltare lavorazioni specialistiche, potrebbe completare la strumentazione di selezione preventiva e consentire alle aziende in regola di lavorare, indipendentemente dalla loro dimensione. Anche gli ordini professionali dell’edilizia dovranno prioritariamente individuare le imprese dagli elenchi di merito di cui sopra. Certo che la regolarità non sempre esclude il rischio di infiltrazione della criminalità, per cui la Filca-Cisl conferma che è necessario promuovere a tutti i livelli la cultura della legalità e dell’inclusione sociale e ritiene prioritario sviluppare una collaborazione tra l’osservatorio provinciale degli appalti pubblici, le Casse edili, gli enti ispettivi e il Girer (Gruppo interforze ricostruzione Emilia-Romagna) per lo scambio dei dati. La Cisl propone di aprire un canale prioritario con i sindacati dell’edilizia in grado, attraverso i lavoratori, delegati, rappresentanti dei lavoratori alla sicurezza aziendali e territoriali, di segnalare tempestivamente tutte le situazioni anomale.