Home Lettere al Direttore Sicurezza trasporto linea Sassuolo-Modena: “Se una notte d’inverno una viaggiatrice…”

Sicurezza trasporto linea Sassuolo-Modena: “Se una notte d’inverno una viaggiatrice…”


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Ci scrive una lettrice in merito alla sicurezza sulla linea ferroviaria Sassuolo-Modena. Di seguito riportiamo integralmente il testo che ci ha inviato. Crediamo sia giusto invitare anche altri lettori a riportarci le loro testimonianze.

Ha un prezzo la paura?
E non parlo dell’adrenalina, io intendo il terrore puro, quello che gela le ossa e che paralizza ogni muscolo, ha un valore?
Nel mio caso sì, ha un prezzo e per essere più precisi 46 euro tondi, l’equivalente cioè dell’abbonamento mensile del treno Sassuolo – Modena.
Perché parlo così, vi chiederete voi, l’hanno presa tutti almeno una volta quella ferrovia e non è mai morto nessuno.
E io vi domando in risposta se mai ci siete saliti quando faceva buio, quindi in inverno già dal tardo pomeriggio, quando eravate soli ma soprattutto se eravate donne.
Ebbene sì, si parla tanto di emancipazione femminile di parità fra i sessi, ma quello che vedo io, o che mi sto rendendo conto di vedere nella mia nuova vita universitaria è tutt’altra cosa.
Se l’istruzione è un diritto, perché io devo aver paura per ottenerla?
Se è giusto pagare per un trasporto pubblico, è altrettanto giusto spendere dei soldi per non sentirsi sicuri di questo servizio, ma addirittura per averne timore?
Io ritengo di no.
Più di una volta è capitato, non solo a me, di essere soggetti di commenti poco gradevoli, per nulla educati ma soprattutto poco rassicuranti da parte di persone di diverse fasce di età.
Ci è capitato di dover cambiare posto, di sperare sinceramente che non succedesse nulla e talvolta purtroppo anche di chiederci perché non siamo nate uomini.
Quando io o qualsiasi altra ragazza o donna siamo protagoniste di vicende del genere, dov’è la nostra condizione di cittadine libere? Perché questa è schiavitù psicologica, la libertà è purtroppo una meta ancora molto lontana.
Ma la cosa peggiore è che molte volte non abbiamo scelta, perché comunque il “Gigetto”, come è simpaticamente chiamato il treno, è la situazione più economica.
Quindi io mi chiedo perché nel ventunesimo secolo debba essere ancora così difficile essere donne, non soltanto in un ambiente privato ma soprattutto in un ambiente pubblico.
Perché l’istruzione deve avere un così alto prezzo emotivo?
Quando si dice che prevenire è meglio di curare, cosa stiamo aspettando?
Con queste parole, con questi quesiti non intendo accusare affatto uno o l’altro partito politico che governa a Modena o Sassuolo, tutt’altro; il mio è un messaggio d’allarme, una ricerca di ascolto e di sensibilizzazione perché da quello che ho visto e sentito io la situazione non è delle migliori.
Costa così tanto mettere una persona che controlli almeno nelle ore più critiche, mi chiedo dalla mia condizione di ignoranza per quello che riguarda conti e costi del comune, è una proposta così infattibile?
Comprendo di aver posto molte domande alle quali in alcuni casi non è possibile trovare risposta, ma per favore prestatemi ascolto anche per poco, da testimone quale sono, perché per quanto si possa trattare anche solo di casi superficiali, non è giusto che si debba pagare un prezzo così alto per essere nate donne.

Lettera firmata.