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Provincia di Reggio Emilia: dall’Assemblea dei sindaci via libera ai consiglieri delegati


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assemblea-sindaci-prov-ReCon una amplissima partecipazione (solo 3 sindaci impossibilitati a intervenire, quelli di Canossa, Gattatico e San Polo, presenti tutti gli altri 42 in rappresentanza di 501.683 cittadini reggiani) ha debuttato oggi pomeriggio anche  l’Assemblea dei sindaci, terzo organo previsto dalla Legge 56/2014 che ha riformato le Province.

All’unanimità, l’Assemblea ha approvato la modifica dell’articolo 57 dello Statuto richiesta dal Consiglio provinciale nel corso della sua prima seduta di giovedì scorso per consentire l’assegnazione da parte del presidente Manghi di specifiche deleghe a 5 consiglieri, assegnazione che verrà formalizzata la prossima settimana.

In apertura di seduta, il presidente della Provincia, Giammaria Manghi, ha annunciato che intende convocare l’Assemblea dei sindaci “con una certa frequenza, non solo perché eserciti la propria funzione deliberante, ma anche come luogo di confronto nel segno di quella collegialità con la quale intendo interpretare il mio mandato e nella cui direzione va anche la richiesta di nominare 5 consiglieri delegati che mi affianchino nella impegnativa guida  della Provincia”.

Di ritorno da Roma, dove ieri ha partecipato a una riunione dell’Unione Province italiane (Upi), Manghi ha quindi voluto aggiornare i sindaci sul futuro, ancora piuttosto denso di incognite, dell’ente. “Di certo sappiamo solo che fino al 31 dicembre le Province continueranno a fare esattamente tutto quello che hanno fatto finora – ha detto – poi si aprirà una fase di concertazione con le Regioni e le Unioni comunali per riallocare le funzioni attualmente delegate alle Province, a parte quelle che comunque rimarranno in capo all’ente ovvero viabilità e trasporti, tutela e valorizzazione dell’ambiente, edilizia scolastica e pianificazione della rete scolastica, assistenza tecnico-amministrativa agli enti locali, pianificazione territoriale e pari opportunità. Riallocazione che significa non solo decidere sulle competenze, ma anche sulle risorse  umane e finanziarie: sarà una fase delicata anche perché c’è il rischio di generare un’Italia che funziona in maniera diversa da regione a regione, con un disegno istituzionale plurimo”.

Di certo, la ‘nuova Provincia’ dovrà avvicinarsi ulteriormente ai Comuni, “o svolgendo determinate funzioni, come quella di stazione unica appaltante, che proprio domani illustreremo in collaborazione con i Comuni di Novellara e Reggiolo, o condividendo risorse umane o professionali”.

Al di là delle incognite, quel che è certo è che la situazione finanziaria delle Province è “pesantissima”: “Due sono già in dissesto, cinque in pre-dissesto e i tagli per 1,6 miliardi ipotizzati dalla legga di stabilità e dall’aggiornamento della spending review  rischiano di aggravare ulteriormente la situazione”, ha detto Manghi aggiungendo che “in base a una proiezione della nostra Ragioneria, la Provincia di Reggio Emilia non avrebbe più risorse per gli investimenti”. “Anche per questo occorrerà lavorare tutti insieme per trovare le risorse per le priorità, che devono essere la sicurezza stradale e le scuole: il mio auspicio è che, con il nostro costante impegno, la Provincia di Reggio Emilia non subisca semplicemente le norme, ma rappresenti una sorta di laboratorio ed eserciti un protagonismo buono”, ha concluso il presidente.

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