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La notte di Natale è davvero magica….


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Babbo Natale_1Il Natale si avvicina, le giornate si sono ormai fatte corte e fredde, e i bambini trascorrono più ore in casa.
Ore che possono impiegare per leggere e per vivere con la fantasia emozionanti avventure in compagnia dei protagonisti dei loro libri preferiti.
In tempo per il Natale, è prenotabile presso le maggiori librerie italiane o acquistabile su www.ibs.it il mio ultimo libro “Vanda
la mutanda stramba e altre impossibili avventure”. Ma oggi, in qualità di scrittrice di libri per bambini e ragazzi, mi piacerebbe fare un regalo a tutti i bambini che amano le favole: vorrei mettere sotto un albero di Natale virtuale una favola che parla di una pipistrella rosa, della sua paura del buio e della magia del Natale…Dedicata a tutti coloro che sono capaci di sognare.
Buona lettura e Buon Natale!
Viviana Sgorbini
ROSINA E LA PAURA DEL BUIO
Rosina temeva il buio: quando le ombre si allungavano preannunciando l’arrivo della sera, lei si rannicchiava nella sua grotta e aspettava con autentico terrore il momento in cui la luce del giorno smetteva di filtrare dall’apertura della caverna.
Allora guardava la mamma con vera angoscia, perché sapeva che lei sarebbe uscita a cacciare insieme a tutti gli altri e l’avrebbe lasciata sola nella grotta.
“Non devi aver paura del buio – le diceva con dolcezza la mamma- perché non è nostro nemico. Non è normale , per un
pipistrello, temere il buio.” “Non è normale nemmeno essere rosa! – protestava Rosina-
Però io sono innegabilmente rosa! E poi, a tanti bambini fa paura il buio.”
“E’ vero, tesoro. Ma tu non sei una bambina, sei un pipistrello.”
A questo punto della conversazione, solitamente Rosina sbuffava e smetteva di parlare con la mamma, guardandola allontanarsi mentre il cuore le si stringeva per la paura.
Il fatto è che le sarebbe piaciuto moltissimo essere una bambina e poter dormire tutta la notte al sicuro in un bel letto caldo, dopo aver giocato tutto il pomeriggio.
Il giorno seguente, per gli umani era la vigilia di Natale, e Rosina uscì senza far rumore mentre gli altri dormivano, per andare a spiare dalla finestra quello che succedeva all’interno della casetta che si trovava nei pressi della sua grotta.
Gli eserciti erano pronti alla battaglia : i due schieramenti di fanti si fronteggiavano minacciosi, mentre nelle retrovie le cavallerie attendevano composte l’occasione di dimostrare il loro valore.
L’esercito dei Verdi sembrava il più agguerrito e il meglio armato. Forse i Rossi non ce l’avrebbero fatta, questa volta.
All’improvviso, il suono di una tromba fendette l’aria, e i Verdi si lanciarono all’attacco.
I Rossi resistettero a lungo all’impatto, ma poi dovettero retrocedere.
Erano guerrieri coraggiosi, ma la furia dei Verdi era proverbiale.
Le cavallerie avanzarono e la battaglia infuriò su tutto il campo. L’esito sembrava già scontato: i Verdi erano in superiorità numerica e stavano abbattendo ogni nemico incontrassero sulla loro strada.
Ma in quel momento accadde l’imprevedibile: un gigantesco mostro peloso, con occhi gialli e artigli aguzzi fece il suo ingresso sul campo di battaglia e sbaragliò l’esercito dei Verdi, facendo cadere a terra ogni singolo fante, cavaliere, arciere …
“Non è giusto! Hai imbrogliato.” Gridò Leila stizzita guardando suo fratello.
“Non è vero. – Replicò Nadir con un sorrisetto compiaciuto mentre il gatto saltava sulla cassapanca e correva via spaventato, trascinando con sé pezzi del loro splendido presepe – Nessuna regola vieta di far combattere anche il gatto! E poi…guarda cos’hai combinato: mi toccherà rimettere tutto a posto. Sei proprio una frana!”
“Non gioco più con te!” Replicò la sorella imbronciata, e se ne andò nell’altra stanza a giocare con le sue bambole.
Nadir fece spallucce : sua sorella era una maniaca delle regole, giocare con lei non era poi così divertente.
Rosina allora volò verso la finestra della cameretta della bimba e la osservò a lungo mentre si divertiva un mondo a vestire e svestire le bambole.
Provò invidia e le venne da piangere, le lacrime le annebbiarono la vista e lei cadde dalla finestra aperta direttamente sul tappeto della cameretta di Leila, che la guardò stupita.
Rosina temette che la bimba cominciasse a gridare e chiamasse i suoi genitori per farla cacciare fuori, come la sua mamma le raccontava che succedeva di solito ai pipistrelli che incautamente si avvicinavano alle case degli umani, ma niente di tutto ciò accadde.
La bimba la raccolse da terra e prese ad accarezzarla parlandole con dolcezza: “Ciao pipistrellina, sei bellissima. Io mi chiamo Leila. Non avevo mai visto un pipistrello rosa che se ne va in giro di giorno!”
Rosina era confusa, ma non troppo spaventata: si capiva subito che Leila non le avrebbe mai fatto del male.
“Sei fortunata, tu – proseguì la bambina- perché puoi volare di notte, quando tutti dormono, e vedere cose che gli altri non possono immaginare. Il buio è tuo amico e alleato. Per noi umani, invece, può nascondere tante insidie. Ti invidio davvero tanto!”
La pipistrellina la guardava muta e meravigliata: quella bella bimba invidiava proprio lei?
Ma la bambina continuò: “Non sai cosa darei per saper volare.
Vieni, ti riaccompagno fuori perché devi andare a riposare: quella di oggi è la notte più magica dell’anno e ti aspettano tante avventure divertenti da vivere. Potrai esprimere un desiderio e verrai accontentata”.
Si fermò un attimo a riflettere, poi aggiunse con convinzione: “Forse riuscirai persino a vedere Babbo Natale sulla sua slitta!”
VandaLa portò alla finestra e aprì le mani per lasciarla volare via.
Rosina era emozionata e piena di aspettative: per la prima volta da quando ne aveva memoria, volò felice alla sua
caverna, ed attese con ansia il momento in cui le ombre si allungavano e la luce del giorno cessava di entrare nella grotta per vedere se quella notte magica le avrebbe regalato la gioia di volare nel buio.
Non appena la luce del giorno lasciò il passo all’oscurità della notte, la piccola andò a caccia con la sua mamma e il suo papà, e il buio fu la più bella scoperta che avesse mai fatto.
“Allora la notte di Natale è davvero magica: ha esaudito il mio più grande desiderio!” Pensò Rosina euforica.
Non riuscì a vedere la slitta di Babbo Natale, ma guardò riconoscente verso la finestra di Leila, quando volò davanti a casa sua: la bambina le aveva insegnato che bisogna sempre credere in se stessi e non temere la propria natura, ma accettarla e coglierne i lati più belli e divertenti.
In fondo, proprio in questo consiste la magia più vera.
Viviana Sgorbini
www.vivianasgorbiniracconta.altervista.org
“Vanda la mutanda stramba…” su www.ibs.it e www.apolloedizioni.it