Home Modena DUP Modena, Muzzarelli: “investimenti e strategie d’attacco per la crescita”

DUP Modena, Muzzarelli: “investimenti e strategie d’attacco per la crescita”


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GianCarlo-Muzzarelli“L’Europa e il Governo centrale stanno investendo per far ripartire crescita e occupazione, e anche noi dobbiamo fare la nostra parte, con investimenti e strategie d’attacco. Basta giocare in difesa”.

Lo ha detto il sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli intervenendo nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 29 gennaio a conclusione del dibattito sul Dup, il Documento unico di programmazione, che ha ricevuto il via libera dell’Aula con il voto favorevole di Pd e Sel, e contrario di M5s, FI, Ncd, CambiaModena, e Per me Modena.

Il sindaco, che ha parlato del Dup come di “una cornice per le azioni di governo della città”, ha spiegato che “il senso della manovra è quello di assumerci, come Consiglio, la responsabilità della direzione di marcia per spingere la comunità fuori dalle difficoltà, far respirare futuro, opportunità e lavoro, e vincere la depressione che spesso pervade”. E per Muzzarelli, la strategia d’attacco è un mix tra “gli investimenti, la conferma del sistema di welfare sociale, un’offerta scolastica di qualità per tutti, senza arretrare sulla cultura”.

Il sindaco ha ricordato che in sei anni si sono tagliati “26 milioni di euro di spesa corrente, 10 milioni di personale, e con effetto di trascinamento ora si fa un’operazione da 14 milioni 200 mila euro. A chi ci diceva ‘c’è grasso che cola’ – ha proseguito – possiamo dire che adesso non c’è più, se c’era la carne adesso non c’è più ed è rimasto solo da decidere dove tagliare l’osso, ma io l’osso non lo voglio tagliare”. Muzzarelli ha poi ricordato che in passato la quota di investimenti è arrivata ad abbassarsi fino a 9 milioni di euro e che a Modena dal 2009 a oggi si sono registrati 154 milioni di Pil in meno: “Gli 80 milioni di investimenti vanno messi in questo contesto – ha proseguito – e serviranno a dare una spinta alla ripresa: mettere in moto quegli investimenti vuol dire anche contribuire a creare occupazione per circa 680 posti di lavoro”.

Secondo il sindaco quindi “è necessario fare uno sforzo per evitare di diventare sempre più piccoli e depressi. Noi vogliamo valorizzare la città e creare opportunità – ha aggiunto – e con gli investimenti sul territorio a guadagnarci è proprio il territorio. Lavoro e impresa sono gli elementi su cui si sfida la sorte e servono circuiti virtuosi tra pubblico e privato”.

L’assessora al Bilancio Ludovica Carla Ferrari ha aggiunto che “sono previsti 5,2 milioni di euro di riduzione di spese, frutto della prosecuzione degli interventi di: razionalizzazione della macchina comunale, con la valorizzazione e responsabilizzazione del personale dipendente e il ricorso a incarichi e consulenze limitatamente a funzioni di alta specializzazione e a situazioni particolari; riduzione dei costi relativi al patrimonio pubblico, con una previsione di 640 mila euro di risparmio sugli affitti passivi; contenimento delle spese di comunicazione e di quelle istituzionali; rigoroso controllo dei consumi e risparmio su spese di energia e acqua”. L’assessora ha concluso: “Non abbiamo possibilità di fare miracoli né magie, ma stiamo lavorando per cercare soluzioni efficaci. Il confronto è aperto su quella che riteniamo una buona ricetta”.

GLI INTERVENTI DELLA MAGGIORANZA

“Documento equilibrato che in una situazione difficile riesce a conservare i servizi ai cittadini mantenendone inalterata la qualità e prevede investimenti per il rilancio”

Intervenendo nel dibattito, il capogruppo del Pd Paolo Trande ha affermato che “il Dup esprime la nostra idea di città e dice come la immaginiamo nei prossimi cinque anni. E l’idea che abbiamo, in linea con la tradizione di questa città, è quella di un Comune con i conti a posto, che offre servizi ai cittadini e che attraverso l’imposizione fiscale prova a ridistribuire le risorse con equità. La costruzione definita sin qui ha un ottimo equilibrio ma la sfida è aperta e, quando sarà il momento di discutere il bilancio, ci confronteremo: se arriveranno idee adeguate, saranno valutate ma miracoli non se ne possono fare perché alla fine i bilanci devono essere in pareggio. Sviluppo ed equità sono le parole guida della nostra azione, usando tutti gli strumenti che il Comune ha a disposizione per creare crescita, sviluppo e lavoro”.

Per Fabio Poggi il Dup “è il documento del ‘già e non ancora’ perché contiene gli elementi fondamentali che ci porteranno ad approvare il bilancio. È una manovra impegnativa, derivante da una situazione sedimentata negli anni, che mette a disposizione tre strumenti: l’imposizione fiscale, l’aggiustamento della spesa corrente e il piano degli investimenti. Sulla prima, si conferma l’impegno a valorizzare il più possibile la progressività, la lotta all’evasione e il recupero delle somme non pagate. La linea guida è l’equità. Sulla spesa corrente: la macchina comunale, nonostante i grandissimi tagli, continua a fornire servizi e a operare in qualità. Sugli investimenti, si è cercata una prospettiva che vada al di là delle mere opere pubbliche e delle manutenzioni. Ma sarebbe riduttivo discutere solo di tasse: gli strumenti del Dup sono la base sulla quale speriamo sia possibile discutere insieme per arrivare al bilancio con una miscela di provvedimenti che renda meno amaro il costo di quel caffè in più alla settimana che chiediamo ai cittadini”.

Grazia Baracchi ha sottolineato come un “obiettivo importante del Dup sia la manutenzione della città, da valutare però non solo dal punto di vista della spesa e del ritorno economico: il valore di una pista ciclabile o della ristrutturazione di una scuola, cioè della cura del territorio sta nel migliorare le condizioni di vita e creare una città più confortevole che va incontro ai bisogni dei cittadini”. Secondo Marco Malferrari “in una situazione in cui le decisioni europee e nazionali comprimono pesantemente la finanza locale e penalizzano anche i Comuni virtuosi come il nostro, Modena sta facendo tutto il possibile per mantenere la coesione sociale e tutelare le fasce più deboli. Bisogna tener presente questo quando si valuta l’entità della manovra e l’aumento dei tributi”. Marco Forghieri ha aggiunto che “è difficile chiedere anche un euro in più ai cittadini ma possiamo farlo se siamo se siamo capaci di dimostrare che quei soldi li spendiamo per i servizi e per mantenerne alto il livello. Inoltre garantire che ogni euro recuperato dall’evasione sarà impiegato per tagliare le imposte renderà più facile ai cittadini accettare la manovra”. Anche per Antonio Carpentieri “il punto non è aumentare le tasse, è capire come vengono utilizzate queste risorse. Le tasse servono a sostenere il mondo del lavoro, a non penalizzare le famiglie in un momento di crisi, a non tagliare un servizio, perdendo anche posti di lavoro. Quello che ci dobbiamo chiedere è se le tasse aiutano a tenere in piedi una città o la impoveriscono. L’amministrazione ha ottenuto cinque milioni di risparmi. Se sono pochi, chi ha strumenti, suggerisca dove tagliarne di più”.

Vincenzo Walter Stella, Caterina Liotti e Andrea Bortolamasi si sono concentrati sul mantenimento dei servizi. Per Stella “il rischio di caricare il pareggio del bilancio solo sull’amministrazione sarebbe stato quello di ridurre drasticamente la qualità dei servizi”. Liotti ha invitato a riflettere “su cosa accadrebbe in termini di sicurezza sociale se invece di programmare entrate tributarie avessimo tagliato i trasferimenti alle famiglie o aumentato le rette dei servizi o addirittura eliminato alcuni servizi, tagliando così anche l’occupazione, e penalizzando in particolare le donne e il loro lavoro” e Bortolamasi ha affermato che “l’alternativa alle tasse non poteva essere che il taglio dei servizi, visto che il Comune non può stampare moneta e ha vincoli dovuti al patto di stabilità. Gli strumenti del Dup possono avere effetti positivi anche nel breve periodo. Si tratta di rimettere in moto sistema economico e territoriale con le poche leve a disposizione dei comuni”.

Marco Cugusi di Sel si è dichiarato “convinto dell’impianto generale del Dup: è un bene che non si incida sui redditi, e che la tassazione sia progressiva ed equa. L’Imu che cresce di 19 euro è comunque meno odiosa della tassa sull’auto che è molto più alta e va tutta allo Stato. Bene anche il rafforzamento della lotta all’evasione, differenziando i veri evasori e le famiglie in difficoltà, e che non aumentino le tariffe dei servizi. Chiedo come priorità di salvaguardare la scuola pubblica e i servizi bibliotecari e culturali perché, a saldi invariati, queste sono le cose su cui dobbiamo decidere”.

GLI INTERVENTI DELL’OPPOSIZIONE

“L’amministrazione ha scelto la strada più facile, quella di tassare ulteriormente i cittadini. Gli investimenti non sono sufficienti a far ripartire l’economia”

Aprendo gli interventi per il Movimento 5 stelle Marco Bortolotti si è detto consapevole delle difficoltà incontrate per comporre la manovra ma ha accusato il Dup di contenere troppi slogan e di essere vago sugli investimenti. “Continua il percorso di privatizzazione dei servizi scolastici che abbiamo già denunciato – ha detto il capogruppo di M5s – e vorrei capire come mai si tagliano due milioni di euro alla cultura nell’anno dell’Expo. Pensiamo che l’incremento di agenti della Polizia municipale in realtà non sia tale ma basti solo a coprire i vuoti creati da pensionamenti e trasferimenti, con un totale invariato. La task force contro l’evasione fiscale è sacrosanta ma anche qui crediamo che non si usino al meglio le forze interne. Sugli investimenti: lo Sblocca Modena impatta negativamente sul piccolo commercio perché favorisce i grandi distributori, che non garantiscono il lavoro, e disperde le competenze artigiane, senza contare che la chiusura dei piccoli porta alla desertificazione dei quartieri”. Mario Bussetti ha apprezzato gli 80 milioni di investimenti previsti nei tre anni rilevando però che “nel 2017 saranno solo 12 milioni e che nello stesso Dup c’è scritto che un investimento tra i 9 e i 15 milioni non è sufficiente. Dovremmo essere capaci di preparare un sistema flessibile che ci consenta di sopportare i colpi che arriveranno anche in futuro”. Per Marco Rabboni “bisogna fare qualcosa perché il Governo sblocchi i fondi che ci spettano e prendere posizione perché non si può continuare così a livello nazionale e con l’Europa che ci penalizza” e Luca Fantoni ha aggiunto che nel Dup “non si parla di sicurezza e di giustizia all’interno del Comune, vorremmo che si potessero inserire nel bilancio”.

Secondo Adriana Querzè, di Per me Modena, “siamo tutti consapevoli che la legge di stabilità 2015, come le precedenti, è una manovra recessiva e che penalizzare i Comuni riduce i servizi e mette in difficoltà la classe media e le imprese. Eppure non una voce si è alzata per chiedere al governo amico di modificare questa situazione. Il Dup è costruito sulla base di intenzioni condivisibili e legittime che però non coincidono con la parte strutturale, le indicazioni di quelle che saranno le diverse poste in bilancio. La descrizione della spesa corrente non è abbastanza dettagliata e non dà sufficienti informazioni sulle intenzioni dell’amministrazione. L’unica manovra anticiclica sono gli investimenti ma 80 milioni in tre anni non potranno avere un impatto sul territorio tale da far ripartire l’economia. L’incremento della spesa per la sicurezza riguarda agenti, telecamere e educazione alla legalità ma non basta se non si allarga il concetto di sicurezza a qualcosa che crei socialità e partecipazione e che resti sul territorio. Infine le tasse: è importante definire una priorità come per esempio escludere dal pagamento dell’Imu le attività produttive”.

Per Forza Italia Giuseppe Pellacani si è concentrato sull’aumento dell’Imu affermando che “la casa è il bene sul quale tutti gli italiani hanno con fatica investito redditi già tassati, non è un bancomat. Ora i modenesi si troveranno un aumento significativo dell’imposta su questo bene primario, una tassazione che fa perdere fiducia e fa crollare un investimento tradizionale come quello del mattone e questo non fa ripartire il paese. Tra l’altro più della cifra in più che si spende sarebbe interessante conoscere l’aumento in termini percentuali per capire il valore del maggior costo sopportato dai cittadini”. Secondo il consigliere inoltre “molte voci di spesa meritano riflessioni perché le cure si fanno sulle spese significative non su quelle da zero virgola”. Secondo Adolfo Morandi “a forza di cifre modeste che si aggiungono una sull’altra, la somma diventa pesante e incide in modo negativo. Non per niente anche le associazioni di categoria si sono lamentate. Il sindaco aveva promesso che avrebbe fatto di tutto per evitare l’aumento delle tasse ma evidentemente erano solo chiacchiere: il Pd rimane il partito del tassa e spendi, sempre con la scusa della coesione sociale che però non dipende solo dalle elargizioni del Comune, sta anche in una società che lavora. Un revisore esterno dei conti sarebbe stato utile per individuare tagli alla spesa più ampi e seri di quelli che sono stati fatti”.

Antonio Montanini di CambiaModena ha sostenuto che “aumentare anche di un solo euro la pressione fiscale è un segnale estremamente negativo e agitare il rischio del taglio dei servizi è una forma di ricatto. La coesione sociale non si crea esasperando il welfare ma attuando condizioni di opportunità e occasioni di occupazioni, generando ricchezza, possibilmente distribuita equamente. C’era la strada di razionalizzare i costi, ma si è scelta la quella più facile di aumentare le tasse, applicando una patrimoniale locale. Il problema è che cittadini e imprese di soldi non ne hanno più. Il Dup segue una politica ancorata a vecchi schemi, ci vorrebbe invece il coraggio di cambiare verso, dando il via a una nuova politica di sviluppo”. Anche per Luigia Santoro di Ncd “non è possibile che ogni volta si aumentino le tasse con la minaccia di dover tagliare i servizi, perché i servizi si possono mantenere anche riducendo le spese. Forse si poteva trovare il modo di lasciare quei 9 milioni nelle tasche dei cittadini. Magari risparmiando sui costi di riscossione di Imu e Tari, riportandole in gestione all’interno del Comune e ottenendo anche il risultato di valorizzare il personale”.