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La tela di Nizzoli e il busto di Prampolini ai Musei Civici di Reggio Emilia


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arazzo-NizzoliUna tela unica nel suo genere per dimensioni (circa 20 metri quadrati), stile (i primi abbozzi futuristi del celebre designer che morì a Camogli nel 1967), importanza. Si tratta di una grandiosa opera futurista del designer industriale reggiano Marcello Nizzoli che, appena trasferitosi a Milano, immortalò il comprensorio della Parmigiana Moglia, oggi Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale. E in occasione di Expo è stata trasferita ai Musei Civici di Reggio Emilia, in via Lazzaro Spallanzani, 1, a Reggio Emilia, dove è stata allestita la mostra “Noi governiamo l’acqua”.

Oltre a questa preziosa tela, è esposto anche il busto di Natale Prampolini. Il celebre industriale agricoltore agronomo, fu dal 1926 al 1943 presidente e direttore della Bonifica integrale dell’Agro Pontino: una redenzione di più di 120.000 ettari di paludi. Ben prima aveva iniziato a recuperare i territori della Pianura Padana, diventando presidente del Consorzio di Bonifica Parmigiana Moglia dal 1915 al 1945, fautore principale della bonifica integrale. È stato, inoltre vice presidente del Consorzio Nazionale delle Bonifiche, presidente delle bonifiche del Mezzogiorno e delle Bonifiche ferraresi, oltre ad essere Senatore del Regno.

Gli orari per poter visitare “Noi governiamo l’acqua” ai Musei Civici, via L. Spallanzani, 1, sono i seguenti: fino a domenica 26 luglio, dal martedì al giovedì dalle ore 9.00 alle 12.00 e dalle 21.00 alle 23.00, il venerdì dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 16.00 alle 23.00, il sabato dalle 10.00 alle 23.00, la domenica dalle 10.00 alle 20.00 e dalle 21.00 alle 23.00. Dal 28 luglio al 30 agosto, dal martedì al sabato, dalle 9.00 alle 12.00 e dalle 21.00 alle 23.00, la domenica dalle 21.00 alle 23.00.

 

IL PERCHE’ DELLA MOSTRA

“L’acqua – spiega Marino Zani, presiedente Consorzio di Bonifica dell’Emilia Centrale – è vitale per tutti, ma è anche all’origine di grandi timori, soprattutto per chi si occupa di agricoltura. L’accesso all’acqua è ormai dato per scontato, almeno per noi che viviamo in Occidente: basta aprire il rubinetto. Eppure, ancora oggi, l’utilizzo della risorsa idrica non è così scontato, essendo il frutto del lavoro e della visione di decine di generazioni che insieme hanno imparato a dominare il fluire instabile dei corsi d’acqua, a bonificare le terre insalubri per trasformarle in canali e sistemi d’irrigazione che nutrono i terreni e a mantenete in funzione la grande rete di opere di bonifica”.

“Reggio Emilia ha sempre avuto un rapporto speciale con l’acqua e con i suoi canali storici, che conducono in città le acque dall’Enza e dal Secchia. Le storie d’acqua reggiane – prosegue il presidente – sono frammenti di un mondo complesso che hanno profondamente modificato il territorio e prodotto un sapere tecnico e un senso del lavoro collettivo che dobbiamo rinnovare a salvaguardia del futuro. Dagli acquedotti romani alle bonifiche contemporanee, passando per le città di nuova fondazione fino ai tanti mulini che per secoli hanno prodotto energia e buona farina; e ancora, dalle dighe appenniniche fino ai sistemi di telecontrollo e gestione idrica: la storia e il futuro di questo bene comune dipendono dalla cura con cui l’acqua è stata, viene e sarà gestita. Proseguendo queste pratiche l’acqua continuerà ad essere uno degli elementi su cui si fonda la comunità reggiana”.

 

LA MAPPA

La mappa – talmente grande da essere presumibilmente opera di propaganda – mostra un progetto di bonifica che era in corso e di opere che si sarebbero viste solo più tardi, dopo gli anni trenta. E’ uno stile futurista, a volo d’aeroplano, in cui si spazia da Reggio Emilia sino a Po, da Boretto a San Benedetto Po, con Carpi, Novellara, Correggio,… Una tela che forse abbellì gli allestimenti della Parmigiana Moglia che Nizzoli curò all’interno della Mostra per le Bonifiche di Roma e Napoli degli Anni Venti.

Venne realizzata quando l’artista, non era più in zona, tra il 1928 e il 1930: in quella data infatti il Nizzoli se ne andò da Boretto e aprì il suo laboratorio/atelier a Milano. Eppure è di una particolare perfezione. Assieme agli affreschi della Sala del Consiglio Comunale di Boretto la tela è una delle più importanti testimonianze “reggiane” dell’artista le cui opere sono attualmente esposte al Moma di New York, tra cui la famosa Olivetti 22. A Milano, anche con gli affidamenti del regime, Nizzoli divenne importantissimo e mantenne la sua fama anche dopo la caduta del fascismo.