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Modena, due fratelli in manette nel giro di pochi giorni per spaccio di sostanze stupefacenti


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droga-contantePoco più di una settimana fa era toccato al fratello. Ieri, giovedì 8 ottobre, le manette della Polizia municipale di Modena sono scattate anche per lui, un tunisino 26enne, per di più fermato per lo stesso reato: spaccio di sostanze stupefacenti.

Del fratello maggiore già agli arresti, un grossista della droga quarantenne che approvvigionava una serie di piccoli spacciatori e una rete di galoppini, il 26enne (C.M. le iniziali) era riuscito a riattivare il numero telefonico e a recuperare la lista dei clienti: evidentemente stava tentando di sostituirsi in tutto e per tutto a lui nel mercato della droga, ma gli è andata male.

droga-sequestrataA stroncare la sua carriera criminale sono stati i Falchi della Municipale, cioè gli agenti motorizzati del Nucleo problematiche del territorio che, in borghese, pattugliano la città prestando particolare attenzione a fenomeni di degrado e soprattutto di spaccio a cui sono spesso collegati anche altri episodi di microcriminalità. Proprio verso le 18 di giovedì la pattuglia è stata insospettita dal modo in cui il magrebino si era brevemente intrattenuto con un giovane italiano in via Emilia centro, per poi allontanarsi in bicicletta, e ha deciso di controllarlo. Il giovane straniero ha quindi tentato la fuga ma è stato in breve bloccato dagli agenti motociclisti in via del Voltone. Al magrebino, risultato clandestino sul territorio italiano e con piccoli precedenti, non è rimasta altra possibilità che consegnare la droga di cui era in possesso, una quindicina di stecche di hashish pronte per la vendita, pari complessivamente a oltre 55 grammi, oltre a denaro contante per circa 400 euro e due telefoni cellulari che servivano a tenere i contatti con i giovani clienti frequentatori del centro che era solito rifornire. Come il diciottenne a cui sono riusciti a risalire gli agenti e che non ha negato di essere un cliente abituale del tunisino.

Nella mattina di venerdì 9 ottobre il processo per direttissima: C.M. ha patteggiato e ottenuto una condanna a 8 mesi di reclusione con le misure cautelari.