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La guerra dei bottoni: il cortometraggio. Sono stati dieci ragazzi di Bomporto e Bastiglia al Nonantola Film Festival


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guerra-bottoni-cerbottaneSi intitola “La guerra dei bottoni” ed è una reinterpretazione del romanzo di Louis Pergaud già più volte portato sullo schermo in diversi film da vari autori, ma questa volta l’intera vicenda è raccontata in poco meno di 5 minuti e da autori giovanissimi.

Infatti a pensare, scrivere, dirigere, interpretare e montare il cortometraggio sono stati dieci ragazzi di Bomporto e Bastiglia che, coordinati dal regista e docente Vincenzo D’Arpe, hanno lavorato per cinque mesi al progetto ed ora stanno per debuttare su uno dei palcoscenici più importanti che il genere ‘corti’ possa offrire: il Nonantola Film Festival in programma a fine mese all’ombra dell’Abbazia.

Olmo Giovannini ha scritto soggetto e sceneggiatura ed è voce narrante, Sara Campana, Cristal Bilio, Maria Gentile si sono occupate dei costumi, Ilva Balliu, Andrea Grenzi, Filippo Negletti, Matteo Gibellini, Sebastiano Ricci e Marco Fava, oltre alle tre costumiste, sono gli interpreti; questi sono i ragazzi, tutti tra i tredici e i quattordici anni, che hanno vissuto questa originale e intensa esperienza, alternandosi anche alla camera da presa e facendo una regia collettiva. Tutto ciò è il frutto di un laboratorio, promosso dall’Unione del Sorbara e reso possibile dalla disponibilità del dirigente scolastico Luigi Vaccari e dai docenti della scuola “A.Volta” di Bomporto; il progetto, diviso in due momenti distinti, la teoria con lo studio del linguaggio cinematografico e poi la messa in pratica, aveva l’obiettivo di creare un cortometraggio attraverso una metodologia basata sull’esperienza e sulla creatività dei ragazzi, supportati e guidati dai professionisti della cooperativa MaxMan Production, che oltre al coordinatore Vincenzo D’Arpe ha messo in campo anche Patrizio Cattareggia, docente tecnico presa diretta e post produzione audio, Gabriele Pasca e  Federico Ermini docenti al montaggio e post produzione.

Un “laboratorio cinematografico” che ha inteso aiutare gli alunni a “tirar fuori”, attraverso lo studio del mezzo cinematografico, le proprie risorse creative, senza paura e senza vergogna, cercando di abbassare le barriere tipiche dell’età adolescenziale. I ragazzi, attraverso un potente mezzo espressivo come il cinema, entrano in relazione con se stessi e la traduzione di questa relazione diventa un prodotto creativo che rimane nel tempo.

“Attraverso la conoscenza del linguaggio cinematografico e della sua potenzialità creativa – dice Vincenzo D’Arpe, regista e coordinatore del progetto – i ragazzi fanno emergere tutta la conoscenza visuale pre-acquisita che giace nascosta nel loro subconscio, legata ai ricordi. Il mio ruolo è quello di accompagnarli e guidarli in questa traduzione di se stessi, fornendo loro strumenti e chiavi di lettura per l’analisi completa del testo filmico non limitando la loro creatività ma anzi, usandola come mezzo espressivo di ciò che hanno dentro di sé”.  “Il laboratorio insegna ai ragazzi – prosegue D’Arpe –  che la produzione di un cortometraggio è un lavoro di squadra, differenti professionisti collaborano alla sua realizzazione (regista, fonico, attore, assistente di produzione…) e ogni elemento della squadra contribuisce a realizzare una parte del tutto. Questa metodologia didattica sviluppa le capacità degli alunni a lavorare in gruppo. Tutti i partecipanti hanno un ruolo importante e affine alle proprie capacità, devono cooperare aiutandosi a vicenda, creando così un team produttivo con una forte sinergia tra i partecipanti”.

Ed ora i dieci ‘artisti’ bomportesi attendono con ansia la ‘prima’ (forse anche il red carpet?) che sarà il 30 aprile (ore 16) al Cinema Troisi di Nonantola, ma con altre due proiezioni ufficiali in programma, il 10 maggio al Nuovo di Castelfranco (ore 21)  e l’11 maggio al Cinema Comunale di Bomporto (ore 20,30). Tutte le proiezioni sono ad ingresso gratuito.