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“Industry 4.0: la rivoluzione della porta accanto”, presentata a Modena la ricerca elaborata da EY


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E’ stata presentata oggi durante la conferenza annuale 2016 della Camera di Commercio di Modena la ricerca elaborata da EY “Industry 4.0 la rivoluzione della porta accanto” che analizza l’approccio delle imprese del territorio emiliano alla sfida dell’Industry 4.0, con l’obiettivo di comprendere la diffusione, sia a livello di conoscenza che a livello di applicazione attuale e prospettica, di queste nuove tecnologie, ma anche le opportunità, gli ostacoli e il ruolo che il distretto industriale può giocare in questo contesto.

Per elaborare la ricerca, sono stati intervistati 30 capi di azienda delle realtà più significative del territorio emiliano, ed elaborati dati relativi alla percezione e alla propensione degli stessi ad attivare queste nuove leve competitive.
Il campione delle aziende che hanno scelto di partecipare alla ricerca è risultato composto principalmente da realtà appartenenti a settori fortemente capital intensive come quello meccanico, ceramico, biomedicale e automotive, ma anche da realtà riconducibili al settore technology così come ai settori più tradizionali del territorio emiliano quali fashion e food.

La nostra ricerca, afferma Marco Menabue, Partner EY, conferma come la forte propensione all’innovazione, tipica del territorio, costituisca un terreno fertile per una rivoluzione digitale in grado di incrementare la competitività del sistema. I dati evidenziano tuttavia come un’ampia maggioranza delle imprese intervistate (56%) veda nell’Industry 4.0 uno strumento per portare efficienza “in fabbrica”, mentre solo quelle più innovative ed evolute dimostrano di cogliere pienamente l’opportunità per ripensare un’impresa più competitiva in tutti i processi aziendali. Le aziende che si stanno attrezzando oggi per cogliere tutti i vantaggi offerti dal mondo digitale saranno i leader di domani”.

L’Emilia, aggiunge Enrico Terenzoni, Leader Industry 4.0 di EY, ha dimostrato forse più di ogni altra regione, come l’integrazione dell’Azienda in un “ecosistema” fatto di fornitori qualificati, servizi condivisi, competenze e imprenditorialità diffusa sia un fattore di successo nella competizione globale. Introdurre il digitale anche nelle filiere e nei distretti potrebbe essere una strategia differenziante e dovrebbe rappresentare una priorità di tutti gli attori del territorio. Le tecnologie sono ora disponibili, il Governo e l’Unione Europea offrono importanti incentivi agli investimenti; dobbiamo costruire da subito la nostra Industria 4.0.”.

 

La ricerca di EY* ha evidenziato sette aree di particolare rilevanza:

1.    Conoscenza delle tecnologie industry 4.0: la percentuale di imprese intervistate che evidenziano una conoscenza di base della maggior parte delle tecnologie Industry 4.0 si attesta oltre 60%, contro un 50% rilevato nell’Indagine Federmeccanica, mentre poco più del 10% del campione dichiara un interesse basso o nullo su queste tematiche.

 

2.    Prospettive d’investimento: le imprese del campione che dichiarano l’intenzione di non fare investimenti in tecnologie innovative nei prossimi 3 anni, ma anche restringendo il campo alle sole intenzioni di investimento in tecnologie Industry 4.0, tocca il 25%, molto inferiore al 50% rilevato nell’Indagine Federmeccanica.

 

3.    Ostacoli: i principali freni percepiti dalle imprese del campione agli investimenti in Industry 4.0 risultano essere nell’ordine: lo scetticismo sulla capacità di alcune soluzioni di adattarsi alle complessità dei propri processi e la paura di condividere informazioni critiche, la carenza di competenze ma anche l’accesso ai capitali di credito e di rischio.

 

4.    Opportunità: La prima opportunità che guida gli investimenti presenti o futuri in Industry 4.0 per oltre il 50% delle imprese intervistate è l’efficientamento della “fabbrica” e la riduzione dei costi, mentre solo una percentuale marginale delle imprese intervistate (15-20% circa), nel settore dei grandi produttori di tecnologie di processo, stanno già facendo un uso esteso di queste tecnologie evolvendo verso nuovi modelli di business.

 

5.    Attivatori del cambiamento: Oltre il 60% delle imprese intervistate dichiarano che i soggetti esterni che attivano l’evoluzione verso soluzioni Industry 4.0 sono primariamente i grandi fornitori di tecnologia di processo, mentre meno del 10% riconosce un ruolo diretto ai clienti. Le imprese del territorio riconoscono altresì come la recente manovra del governo costituisca un utile incentivo in questo senso. Per quanto concerne invece gli interlocutori interni coinvolti nelle scelte in ambito Industry 4.0, per la maggior parte delle imprese intervistate, la dialettica si ferma spesso a livello di top management, con un ruolo mediamente marginale del CIO.

 

6.    Distretti e filiera: Quasi il 50% delle imprese intervistate ritengono che il fenomeno del distretto industriale non possa giocare un ruolo fondamentale nel “trascinare” le piccole imprese verso queste nuove soluzioni, evitando l’esplosione del gap di competitività tra grandi e piccoli rilevato da più parti (es. Indagine Finmeccanica). Le capofila sembrano assumere effettivamente un effetto traino sulle piccole imprese solo per quelle che producono componenti chiave per il valore del prodotto finito. Meno del 20% delle imprese intervistate ritiene che le potenzialità del distretto possano andare oltre.

 

7.    Approccio all’innovazione digitale: L’80% circa delle aziende intervistate dichiara di non avere un approccio strutturato nell’affrontare l’evoluzione Industry 4.0, che si manifesta come somma di singole iniziative al di fuori di una strategia a tutto tondo, che preveda modalità condivise di identificazione delle priorità, dei soggetti da coinvolgere e di valutazione dei singoli progetti.

 

*Sono state utilizzate come benchmark alcune risultanze quantitative dell’Indagine di Federmeccanica sull’Industria 4.0 presentata a Roma il 21 settembre scorso.

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