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La Squadra Mobile di Modena arresta coppia di albanesi e sequestra 1 kg e mezzo di eroina


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operazione-antitrodaLa Squadra Mobile di Modena ha tratto in arresto A.A., 36 anni, e C.M., di 27, entrambi di nazionalità albanese ed incensurati, responsabili del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente. Nell’ambito di mirati controlli volti alla repressione dei reati in materia di stupefacenti, la Squadra Mobile ha individuato una autovettura Mercedes sospetta, che dopo aver oltrepassato la barriera del casello autostradale di Modena Nord ad alta velocità si è diretta in direzione San Donnino.

L’uomo alla guida, dopo una breve sosta presso un’abitazione in località Paganine, si è diretto a Modena nella zona di Piazza Manzoni, per incontrarsi con un cittadino di etnia araba, che al termine di un rapido colloquio, si è allontanato di corsa. A questo punto, gli agenti in borghese della Squadra Mobile, che lo avevano seguito a distanza nel corso di ogni spostamento, hanno deciso di bloccare l’albanese.

All’interno di una tasca dei pantaloni è stato rinvenuto un involucro in cellophane del peso complessivo di 5,4 grammi, contenente sostanza stupefacente del tipo cocaina, nonché 590,00 euro in contanti.

Gli agenti si sono quindi spostati presso l’abitazione di A.A. per una perquisizione domiciliare, la compagna dell’albanese, accortasi della presenza della Polizia, ha cercato di disfarsi di tre panetti di forma rettangolare, lanciandoli sopra il tetto, contenenti sostanza stupefacente del tipo eroina per un peso complessivo di 1.579 grammi.

All’interno dell’abitazione sono stati rivenuti anche due frullatori da cucina, una bilancia elettronica e parti metalliche di una pressa, materiale utile alla preparazione e al confezionamento delle dosi di sostanza stupefacente, oltre ad una scatola contenente “mannite”, solitamente utilizzata per il taglio della droga.

Sono state anche sequestrate banconote per una somma complessiva di euro 5.000, nascoste all’interno di un cassetto della camera da letto.

L’albanese è stato, pertanto, associato alla locale Casa Circondariale, come disposto dal Magistrato di turno, in attesa del processo con rito direttissimo; mentre la donna C.M., al termine degli accertamenti, è stata riaccompagnata presso la propria abitazione in regime di arresti domiciliari, essendo madre di una bambina di un anno.