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L’attività operativa del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna nel corso del 2016


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Tre falsi dipinti di Giorgio Morandi, tolti dal mercato quando c’erano trattative per venderli a circa due milioni. E’ invece autentico un olio su faesite del ‘600, rubato 33 anni fa e recuperato in estate. Sono due tra le operazioni di maggior rilievo del nucleo di Bologna dei Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale, che nel 2016 hanno denunciato 35 persone e sequestrato 110 opere per un valore, tenendo conto delle contraffazioni, di 2,4 milioni.
I ‘Morandi’ falsi sono stati scoperti a settembre dopo la segnalazione del comitato intitolato all’artista bolognese, a cui si era rivolto lo stesso commerciante 60enne, poi denunciato e quindi rinviato a giudizio. L’olio del ‘600 raffigurante San Nicola di Bari e rubato nel 1984 nella Basilica di Santa Maria dei Servi, è stato recuperato ad agosto e sarà restituito.
Nei giorni scorsi, inoltre, a Bologna, è stato sequestrato un capitello repubblicano autentico di circa quattro quintali, notato da un cittadino vicino ai rifiuti, in via del Porto.

Il Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Bologna è uno dei 15 Nuclei, a competenza regionale/interregionale,  che costituisce l’articolazione territoriale del Comando TPC che svolge attività preventive e repressive delle aggressioni criminali al patrimonio culturale nazionale.

500 realtà museali e istituti culturali, oltre 90 teatri storici, 60.000 beni artistici, 4.000 reperti archeologici, un immenso patrimonio archivistico e librario, ricchissimo mosaico di luoghi dedicati all’arte contemporanea, l’Emilia Romagna, con le sue nove province, tutte città d’arte, artistiche, è una delle regioni italiane con il più alto numero di monumenti ecclesiastici.

In ragione di questa straordinaria ricchezza, il Nucleo di Bologna, nel 2016, ha ulteriormente incrementato i servizi di prevenzione nei confronti degli obiettivi ritenuti più sensibili effettuando:

  •   46 verifiche alla sicurezza anticrimini dei musei, biblioteche, archivi;
  •   58 controlli ad aree archeologiche;
  •   114 sopralluoghi ad aree tutelate da vincoli paesaggistici;
  •   175 ispezioni amministrative ad esercizi antiquariali;
  •   147 verifiche a mercati e fiere antiquariali e moderne;

L’incremento numerico delle verifiche alle difese delle strutture museali è stato accompagnato da un innalzamento del livello qualitativo dei controlli effettuati reso possibile da un ulteriore affinamento degli strumenti a disposizione del personale operante: Pubblicazione la sicurezza anticrimine nei musei, edita in collaborazione tra Mibact, Icom ed il Comando TPC.

 

I controlli delle piattaforme informatiche

Il mercato dei beni culturali negli ultimi anni è stato rivoluzionato dallo sviluppo della tecnologia informatica e di comunicazione. I canali di commercializzazione si sono adeguati ai tempi sfruttando maggiormente le piattaforme televisive, sia in chiaro che a pagamento nonché la rete Internet, considerato lo strumento più veloce a favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta. I principali soggetti attivi sono da ricercare in privati collezionisti o professionali del settore dell’e-commerce, canale su cui il Nucleo pone grande attenzione investigativa0. Grazie alla rete, è stato avviato un costante monitoraggio di numerosi siti specializzati nelle vendite on-line di beni culturali, ove sempre più spesso vengono commercializzati oggetti d’arte proventi di traffici illeciti. Particolarmente alta è l’attenzione al commercio on line di beni numismatici, reperti archeologici, beni librari ed archivistici.

 

Andamento dei furti di opere d’arte nella Regione

I furti di opere d’arte denunciati nel 2016 sono stati 33, in diminuzione del 39% rispetto al 2015. Obiettivi principali sono stati chiese, enti pubblici e privati.

Le province più colpite risultano Parma e Bologna, ove la criminalità si è rivolta, soprattutto, ad abitazioni  private e chiese dell’entroterra.

Le tipologie di oggetti maggiormente trafugati sono: dipinti, sculture (in particolare lignee), ebanisteria, nonché beni librari e archivistici.

L’attività repressiva

L’attività operativa dell’anno 2016 ha i visto i Carabinieri del Nucleo TPC di Bologna deferire in stato di libertà 35 individui. Sono stati sequestrati e recuperati 110 beni culturali, per un valore, tenuto conto delle opere contraffatte, complessivo di Euro 2.466.000.

Le attività d’indagine sono state coordinate da varie Procure della Repubblica del territorio emiliano-romagnolo e nazionale. Fondamentale è stata l’osmosi operativa con i reparti territoriali e specializzati dell’Arma, in particolar modo con il Nucleo Elicotteri di Forlì con il quale sono stati effettuati i controlli delle aree paesaggistiche ed archeologiche.

Prezioso l’apporto fornito dalle articolazioni periferiche del MIBACT in relazione agli esami tecnici sui beni recuperati.

Contraffazione e falsificazione

Nel 2016 sono proseguite le attività d’indagine sulle opere d’arte contraffatte di esponenti dell’arte contemporanea italiana ed internazionale, individuando, sequestrando e riuscendo così a sottrarre dal mercato beni pronti ad essere venduti come autentici.

Gli esiti delle numerose indagini svolte, i dati a livello nazionale e le acquisizioni informative confermano che la specifica attività criminosa è in continua espansione, per una concomitante serie di cause. Alcune di carattere tecnico, concernenti in particolare le modalità di riproduzione proprie dell’arte contemporanea, altre connesse al fatto che tale mercato è foriero di facili guadagni.

Nello specifico settore, il Nucleo ha affinato l’attività di contrasto, continuando a rivolgere l’attenzione non tanto alle singole evenienze del mercato, ma alle filiere organizzate che dalla produzione arrivano sino alla commercializzazione.

I falsi sequestrati, qualora immessi nel mercato quali autentici hanno un valore stimato di 2.158.000 euro.