Continua, senza sosta, la battaglia di Confimi Emilia a difesa delle piccole e medie imprese del territorio emiliano. Oggi più che mai serve una forte sinergia per arginare le insidie che, anno dopo anno, legge dopo legge, cercano di affossare e di rendere sempre più difficile il quotidiano delle nostre imprese; aziende spesso a gestione famigliare, aziende con una trentina di dipendenti, non certamente multinazionali, ma che messe insieme, impresa dopo impresa, formano l’ossatura centrale della nostra economia.
Abbiamo incontrato Pino Flamini, presidente di Confimi Bologna, per parlare con lui di economia, di territorio, di giovani e di futuro. L’imprenditore, molto conosciuto a Bologna, ha messo la propria esperienza al servizio del territorio e delle imprese, cercando così di riunire le eccellenze bolognesi sotto la bandiera di Confimi Emilia.
Presidente, lei sta svolgendo una funzione importantissima su tutto il territorio bolognese, territorio che racchiude una grande tradizione in materia di piccole e medie imprese.
“Bologna ha molto da dare e molto da insegnare, ma deve anche imparare dagli errori del passato. Oggi dobbiamo stare uniti, dobbiamo affrontare insieme le problematiche che ci impediscono di crescere e di investire. Vederci presso la sede di Confimi, stilare una lista di problemi da affrontare, discutere e organizzarci: tutto questo è importante e dobbiamo impegnarci per lavorare insieme. Solo così possiamo resistere negli anni futuri”.
Lei non parla da politico, parla da imprenditore. Infatti ha fatto della praticità il suo biglietto da visita.
“A mio avviso servono cose semplici e concrete. Appena mi sono insediato alla presidenza di Confimi Bologna alcuni imprenditori locali mi hanno parlato della difficoltà che hanno nel reperire giovani preparati, al contempo mi sono trovato a parlare con alcuni professori e dirigenti che lavorano con il mondo formativo del Cnos-Fap dei Salesiani e mi hanno parlato della grande lacuna che affligge il mondo della scuola. Dopo la maturità non ci sono programmi di orientamento che assistano azienda e giovane volenteroso nella stipula e nella nascita di un nuovo rapporto di lavoro. I giovani non conoscono le aziende e le aziende non conoscono i giovani. Ecco allora che, con l’aiuto del gruppo dirigenti dei Salesiani e con l’aiuto del presidente Giovanni Gorzanelli siamo riusciti a segnare una sorta di iter che portano i ragazzi dal percorso scolastico fino alla piccola e media impresa, cercando di tenere conto delle abilità del ragazzo e delle specificità della piccola e media impresa dove si svolge il tirocinio. La persona giusta al posto giusto, almeno ci proviamo. Altra importante novità: stiamo lavorando molto a quello che è il welfare aziendale, altro capitolo da mettere in risalto e da non chiudere nel dimenticatoio. Insieme alle aziende associate stiamo valutando progetti e iniziative utili a migliorare la qualità della vita e del lavoro di tutti noi”.
Questo progetto sembrava solo una semplice idea invece a distanza di pochi mesi è diventato realtà.
“Mi piace agire da imprenditore. Funzioni o no, una volta deciso, dobbiamo fare. Questo verbo, “fare”, è importantissimo, fondamentale. Il progetto funziona. Nella mia azienda ci sono due bravissimi tirocinanti che si stanno mettendo alla prova lavorando al fianco di persone con grande esperienza. Forse resteranno in azienda da me per molti anni, forse andranno altrove e l’esperienza in azienda li aiuterà a farsi strada. In ogni caso è una soluzione semplice che aiuta i ragazzi di una scuola a farsi le ossa e a trovare lavoro”
Il vulcano Flamini è stato essenziale anche nella ricerca e nel taglio del nastro della nuova sede di Confimi a Bologna. Una sede che lei definisce “la casa delle pmi di Bologna”.
“Abbiamo trovato una bellissima sede, comoda e a disposizione di tutte le aziende associate del territorio. Al taglio del nastro erano presenti le autorità politiche del territorio, non è voluto mancare nemmeno Stefano Bonaccini, presidente col quale abbiamo costruito un filo diretto. Ci segue con interesse e partecipa sempre alle nostre iniziative, sintomo che, quello che facciamo, è fondamentale per tutto il territorio. Con le istituzioni siamo in sintonia: di recente abbiamo creato una nomina dedicata a Cultura e Turismo, una nomina molto importante per la promozione del territorio.”
In una recente intervista lei, con estrema schiettezza, ha ribadito che oggi mancano le banche locali, gli istituti di credito cooperativi nati con l’aiuto del territorio e costruite per aiutare aziende e privati ad evolversi. Oggi la banca, almeno nella maggior parte dei casi, è lontana dai capannoni, dai centri produttivi. Imprenditore e istituto di credito parlano due lingue diverse e, probabilmente, questo ha seriamente compromesso la crescita delle nostre aziende. Oggi l’imprenditore deve scegliere se investire in innovazioni o se pagare gli stipendi.
“Questo è uno dei punti più importanti su cui riflettere e sul quale lavorare. La banca nasce grazie alla generosità del territorio, che diventa produttivo e laborioso tanto da generare la nascita di istituti di credito, organi essenziali e di primaria importanza al benessere del territorio e alla crescita delle aziende. Nel momento in cui la banca si allontana dalla realtà imprenditoriale tutto cambia: investimenti e innovazione calano e spariscono. Gli altri paesi ci sorpassano e ci salutano e noi restiamo indietro. La banca deve avvicinarsi, come accadeva negli anni ’90, alla realtà produttiva. Serve una lingua comune, una lingua semplice e trasparente. Senza accesso al credito, al primo scossone, tutto il nostro comparto chiude e con noi migliaia di famiglie”.
In chiusura, perché associarsi?
“Non abbiamo tempo da perdere: non siamo venditori ma informatori. Oggi l’associazione è importante per tutti coloro che hanno bisogno di affacciarsi in mercati esteri, è importante per avere consulti legali in tempo reale. Io dico sempre che non serve associarsi e basta, associarsi senza frequentare i nostri eventi non serve a nulla. Quello che conta è la volontà di partecipare al cambiamento. Purtroppo, nessuno di noi, ha molto tempo libero, io sono come voi, ma è importante tentare di alzare la voce insieme. Abbiamo qualità artigiane antiche e creatività che possono garantirci una seconda vita, magari in mercati a noi sconosciuti. Dobbiamo avere coraggio e capire che, solo spalla a spalla, saremo in grado di farci valere. Oggi ed in futuro. Vi aspetto in sede per una chiacchierata”.