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Reggio Emilia Smart city, le notizie vere e provate oggi ‘volano’ sui dati


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Orientarsi meglio e saper utilizzare la mole di informazioni e dati che oggi la rete e le tecnologie digitali mettono a disposizione di tutti, senza tuttavia saper offrire chiavi di lettura e renderli quindi pienamente comprensibili. È questo l’obiettivo del progetto “A scuola di data journalism” promosso dal Comune di Reggio Emilia e rivolto alle scuole superiori per coinvolgere gli studenti in un percorso di data journalism che, attraverso attività di ricerca, elaborazione e analisi di dati, individui le storie nascoste nella massa di informazioni che oggi abbiamo a disposizione e le racconti, rendendole accessibili e facilmente fruibili a tutti.

Il percorso costruito in collaborazione con Arpae, Unimore e Ifoa, vedrà l’adesione di studenti e insegnanti dei licei Ariosto Spallanzani e Canossa e degli istituti Pascal e Nobili; aiuterà i ragazzi a rendere raccontabili i cosiddetti open data e a sviluppare un approccio scientifico alla notizia. Il data journalism infatti è un approccio giornalistico fondato sull’analisi dei dati (inclusi quelli di amministrazioni e altri enti) analizzati attraverso tecniche informatiche e statistiche, anche in grado di isolare eventuali fake news o ipotesi basate su ragionamenti non corroborati dai dati.

 

“Il progetto rientra in una strategia avviata già da diversi anni per mantenere la città al passo con i grandi cambiamenti tecnologici che caratterizzano la nostra epoca in quanto a modalità di informazione, accesso, formazione – ha detto oggi il sindaco Luca Vecchi alla stampa illustrando l’iniziativa – Così, oltre ai progetti di estensione della banda larga o del wi-fi di comunità di Coviolo premiato a Bruxelles, promuoviamo questo progetto rivolto ai ragazzi, un progetto di alta qualità legato al tema degli open data, quindi alla trasparenza e alla democrazia in quanto creazione di nuove opportunità”.

“A scuola di Data journalism è un progetto promosso dal Comune di Reggio Emilia rivolto alle ragazze e ai ragazzi delle scuole superiori – ha detto l’assessora comunale all’Agenda digitale Valeria Montanari –. L’obiettivo è restituire loro strumenti e competenze per leggere e produrre notizie accertate attraverso l’uso di open data, arginare il fenomeno delle fake news e delle notizie senza fondamento di verità. Il progetto si inserisce nella linea di lavoro sulla cultura digitale che vede oggi all’attivo progetti come ‘Genitori Connessi’ e ‘Pane e Internet’: intendiamo entro la fine del 2018 coinvolgere più di 3mila reggiani nei percorsi di alfabetizzazione e cultura digitale”.

Alla conferenza sono intervenuti anche Mario Maria Nanni, dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale di Reggio Emilia (già Provveditorato), Fabrizia Capuano, dirigente della sezione provinciale di Arpa Reggio Emilia, Francesco Buzzoni di Ifoa, Nicola Dusi di Unimore, Sonia Ruozzi dell’Istituto Pascal, Elena Guidi dell’Istituto Nobili, Rosangela Sportelli del liceo Canossa e Patrizia Nanni del liceo Ariosto Spallanzani.

IL PROGETTO – Il progetto, oltre a far conoscere ai ragazzi gli open data e le loro potenzialità, permetterà di stimolare capacità di analisi e abilità comunicative lavorando su temi di interesse nazionale e locale. I ragazzi saranno inoltre invitati a ragionare sull’importanza delle fonti, anche in termini di verificabilità delle informazioni e dei dati e di contrasto delle fake news, sviluppando quindi uno sguardo critico e consapevole su quanto presente nel web.

Grazie alla collaborazione con Arpae Emilia Romagna, il progetto “A scuola di data journalism” si concentrerà in particolare sui dati ambientali e meteorologici. Le classi che parteciperanno al progetto potranno quindi analizzare ed elaborare i dati registrati dalle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, le serie storiche relative alla temperatura o alle piogge, i livelli di diffusione dei pollini o altre informazioni rilevanti per approfondire un tema ambientale di loro interesse legato alla qualità dell’aria o all’andamento del clima.

Gli esiti delle analisi dovranno confluire in forme narrabili a carattere giornalistico come articoli, prodotti radiofonici, video, infografiche, artefatti digitali, new media art, in grado di contribuire al dibattito sulla tutela e la gestione dell’ambiente. I ragazzi saranno guidati dai loro stessi insegnanti, che per questo saranno a loro volta formati da un gruppo di esperti di Ifoa.

Al termine del percorso, che si svilupperà da gennaio a maggio 2018, un comitato tecnico scientifico – tra cui la giornalista di Radio 3 Elisabetta Tola che collabora con il Google News Lab e Stefano Cattani, dirigente informatico del Servizio idro, meteo, clima di Arpa – valuterà gli elaborati prodotti dai ragazzi e selezionerà i migliori: la classe vincitrice sarà premiata con la partecipazione a un evento speciale legato al mondo del giornalismo.

Il progetto, promosso dal Comune di Reggio Emilia, in collaborazione con Arpa Emilia Romagna, Ufficio scolastico provinciale, Ifoa e Unimore, sarà seguito dal blog “Dato che penso. Un approccio scientifico alla notizia” a cura dell’Università di Modena e Reggio: vero e proprio contenitore di notizie multimediali raccolte ed elaborate dai ragazzi, che avrà il compito di raccontare l’avanzamento del progetto che si svilupperà nella seconda parte del percorso in un vero e proprio contest per le scuole che partecipano. Il blog è disponibile all’indirizzo datochepenso.comune.re.it.

GLI OPEN DATA DEL COMUNE – Gli Open Data del Comune di Reggio Emilia sono disponibili sul portale opendata.comune.re.it, in un formato facilmente consultabile ed esportabile, per rendere più trasparente la conoscenza e il governo della città ed essere di utilità per cittadini, stakeholders e imprese. Si tratta di dati liberamente utilizzabili e ridistribuibili, che fotografano Reggio Emilia negli ambiti tra loro più diversi, quali ad esempio la demografia, la mobilità, l’economia, la cultura, l’educazione.

Per promuovere la conoscenza e l’utilizzo degli open data il Comune di Reggio lo scorso anno ha sostenuto diverse iniziative culturali che attraverso le arti, il teatro in particolare, hanno permesso alla città di entrare in contatto con i suoi numeri attraverso percorsi creativi ed esperienziali: lo spettacolo Fatti di Numeri. La vita nei dati della città ideato dal teatro dell’Orsa e l”Open Data event’, promosso dalle associazioni Icarus ensemble e Sinonimia teatro cultura bellezza.

La pubblicazione degli Open data dà seguito a quanto disposto dalla legge 221/2012 in materia di trasparenza e rientra nelle politiche comunali per favorire l’e-democracy e l’e-government, rendendo più efficiente la “macchina amministrativa” e mettendo imprese, cittadini, gruppi di interesse, nelle condizioni di poter avere una lettura numerica e qualitativa delle caratteristiche del territorio in cui vivono, per poi interagire attraverso i dati, e contribuire al suo sviluppo. Tra gli obiettivi del progetto vi è infatti la volontà di innescare meccanismi di innovazione e crescita, grazie all’interoperabilità, cioè alla possibilità di “incrociare” i dati e lavorarli con altri, dal momento che sono a disposizione. Per gli attori economici, l’impiego di open data può rappresentare un considerevole plusvalore in termini commerciali, perché può agevolare lo sviluppo di strumenti e processi innovativi all’interno delle imprese. Il libero accesso ai dati e quindi alla conoscenza del territorio favorisce la nascita di proposte o iniziative da parte di associazioni o singoli perché l’utilizzo di open data offre ai cittadini la possibilità di partecipare attivamente e consapevolmente alla costruzione delle politiche per uno sviluppo condiviso e responsabile del proprio territorio.