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Pentole e coltelli “patacca” porta a porta, tre napoletani denunciati dai carabinieri di San Martino in Rio


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Bussavano alla porta della case proponendo la vendita di pentole e coltelli che spacciavano come prodotti delle migliore marche. E, di fronte ai carabinieri della stazione di San Martino in Rio, hanno ammesso di possedere accessori per la cucina con marchi contraffatti, sostenendo che però avevano chi li comprava. Truffatori, portati alla luce in quella che è una delle truffe tradizionali: la “patacca”, attraverso la quale si vendono a prezzi stracciati beni di bassa qualità che vengono spacciati per oggetti di prestigiose marche. Con l’accusa di concorso in ricettazione, introduzione nello stato e commercio di prodotti con segni falsi, i carabinieri della stazione di San Martino in Rio hanno denunciato tre navigati “pataccari” napoletani di 20, 27 e 42 anni, due dei quali con una sfilza di specifici precedenti di polizia.

A loro i carabinieri hanno sequestrato una cinquantina di pezzi tra pentole riportanti il falso marchio della Royalty Line ed Imperial Collection spacciati come prodotti di nicchia. La loro presenza nella bassa reggiana è stata segnalata al 112 dei carabinieri da alcuni cittadini di San Martino in Rio, che hanno ricevuto la visita “porta a porta” dei venditori. Le segnalazioni hanno comportato l’immediato intervento dei carabinieri della locale stazione che lungo via Roma hanno intercettato due uomini con i mano scatole di pentole e coltelli che si stavano allontanando da un quartiere residenziale del paese dove avevano cercato di piazzare la loro merce. Poco lontano il loro complice in macchina dove i militari hanno trovato analoghi accessori da cucina. Una cinquantina di pezzi complessivamente con i marchi (falsi) sono stati trovati in disponibilità dei tre. Dalla strada alla caserma il passo è stato breve e dove i carabinieri di San Martino in Rio hanno sequestrato tutto il materiale contraffatto, denunciando i tre in ordine ai citati riferimenti normativi violati. A carico dei tre, domiciliati a Reggio Emilia, i carabinieri di San Martino in Rio hanno avanzato anche la proposta per il figlio di via obbligatorio dal comune di San Martino per almeno tre anni.