Home Cronaca La Polizia di Stato contro il “bullismo” e la delinquenza minorile

La Polizia di Stato contro il “bullismo” e la delinquenza minorile


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La Polizia di Stato reggiana, su impulso del Questore, sta concentrando i propri sforzi nel contrasto di fenomeni di devianza o disagio giovanile che, spesso, possono sfociare anche in veri e propri atti delinquenziali. Il fulcro delle attività si concentra sulla prevenzione. Troppo spesso, infatti, accade che giovani individuati quali autori di reati non si rendano davvero conto delle conseguenze dei propri comportamenti. Di qui l’impegno nelle scuole per effettuare incontri per promuovere la legalità e per far capire ai giovani che la vita del “delinquente” è una vita difficile fatta di solitudine e privazione (spesso del bene più importante che è quello della libertà).

 

Tra gli Istituti visitati dalla Questura vi sono il Pascal, il Rilippo Re ed il Nobili ma tanti altri incontri sono programmati prima della fine dell’anno scolastico. Un gruppo si studenti, poi, ha partecipato alla festa della Polizia di Stato, recentemente svoltasi all’interno del Teatro Valli.

Oltre agli incontri il Questore Sbordone ha disposto l’effettuazione di servizi quotidiani nei pressi dei luoghi frequentati dagli studenti per accedere od uscire dai plessi scolastici. I servizi, effettuati con personale in divisa, sono finalizzati a prevenire episodi di prevaricazione tra minori e attività di micro-spaccio.

Accanto alla attività di prevenzione, vi è anche una efficace attività di repressione. Due casi, scoperti la scorta settimana, sono emblematici e possono valere quale esempio di una rinnovata recrudescenza di episodi delittuosi commessi da minori.

In particolare la Squadra Mobile ha denunciato due minori per gli odiosi reati di rapina e di furto in abitazione.

Il primo minore a finire nei guai è stato individuato quale autore di una tentata rapina in danno di un altro minore (naturalmente più piccolo del rapinatore) perpetrata nei pressi degli autobus utilizzati dagli studenti. La Squadra Mobile ha attentamente analizzato gli episodi di rapina consumati da giovanissimi in danno di coetanei individuando un gruppo di “bulli” alcuni dei quali si sono resi responsabili anche di vere e proprie rapine. Il gruppo è eterogeneo e composto sia da cittadini italiani che da cittadini stranieri nati o da sempre residenti in Italia.

Il secondo minore individuato dalla Squadra Mobile si è reso protagonista di un furto all’interno di un garage cittadino. Alla individuazione del soggetto si è arrivati grazie allo scrupoloso sopralluogo effettuato dalla Polizia Scientifica riuscita ad isolare le impronte del reo, peraltro quasi coetaneo dei figli della vittima del furto. Entrambi i soggetti sono stati deferiti all’Autorità presso il Tribunale dei Minorenni di Bologna.

Ciò che stupisce e preoccupa però, è che i minori negli Uffici della Questura non abbiano palesato rimorsi e, anzi, abbiano minimizzato a “ragazzate” i gravi delitti commessi. Di qui la rinnovata esigenza di attività di prevenzione e formative per tentare, là dove possibile, di far prendere consapevolezza ai giovani, di un concetto particolarmente caro alla Polizia di Stato: la responsabilità. Responsabilità per le proprie condotte, ma anche responsabilità per la propria comunità; troppo spesso, infatti, accade che atteggiamenti delinquenziali o al limite della delinquenza siano tollerati e taciuti perché riguardano altri minori più vulnerabili.

L’obbiettivo della Polizia di Stato è quello di avvicinarsi ai giovani in modo che questi ultimi si sentano liberi, anzi in dovere, di rivolgersi alle Forze di Polizia per segnalare episodi commessi in loro danno o in danno di amici o conoscenti; episodi che, troppo spesso, non emergono dal sommerso del non denunciato.

Per “accorciare” la distanza tra giovani e Polizia di Stato sono allo studio del Dipartimento di Pubblica Sicurezza, nuove forme di comunicazione e piattaforme che siano vicine a ragazzi abituati all’uso di nuove tecnologie e social.