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Il giorno dopo il referendum consultivo sulla scuola a Cavriago, dati e commento sindaco


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Il Referendum consultivo sulla scuola – svoltosi ieri, domenica 22 aprile – ha avuto un’affluenza del 15,10% (1250 voti), dei quali 900 sì e 342 no su 1242 voti validi, tre nulli e cinque schede bianche. Un referendum, si ricorda, al quale si è arrivati dopo la raccolta di firme dal comitato del Sì che chiedeva una nuova scuola Media al posto della ristrutturazione della scuola primaria Rodari. E che ha portato alla nascita del comitato del No, che ha sostenuto l’astensione. Per essere valido il referendum doveva portare alle urne il 40% più uno degli aventi diritto.

Dopo il risultato e alla fine del silenzio elettorale che imponeva al primo cittadino e alla giunta di non intervenire nel merito del referendum a partire da 30 giorni prima del voto, parla ora il sindaco Paolo Burani.

“Nel 2014, nel programma elettorale, avevamo inserito la ristrutturazione della Rodari e i cittadini, anche attraverso questo referendum, hanno rimarcato ancora una volta che sostengono l’amministrazione comunale in questa scelta”, afferma Burani. “Dispiace molto per i toni che si sono raggiunti in questi mesi, per le spaccature che questa campagna referendaria ha creato, per la politicizzazione che è stata fatta su un tema che da sempre ci sta molto a cuore, l’edilizia scolastica, la scuola, la sicurezza e soprattutto i bambini. Dispiace anche per le inesattezze che sono state dette”.

Il primo cittadino ricorda infatti che un anno e mezzo fa “era stata sciolta la convenzione con Pratonera proprio per rimettere mano a quel progetto di ristrutturazione. Che senso aveva fare un referendum prima di aspettare le modifiche?”. Alle accuse di non aver preso in considerazione le sollecitazioni del mondo della scuola, replica: “Basta guardare le modifiche per rendersi conto che le cose non stanno così. Avevamo ed abbiamo ben presenti le esigenze della scuola, che sono esigenze che riguardano certamente la struttura ma anche ciò che si fa dentro alla scuola. Invito tutti a spendere energie e pensieri anche su questo. La cittadinanza comunque si è espressa, anche attraverso l’astensione. Tengo poi a precisare che io, come sindaco, non ho mai invitato la cittadinanza a non andare a votare, sia chiaro, visto che sono stato accusato anche di questo”.

Prosegue Burani: “Siamo stati accusati di non avere a cuore le sorti della scuola e dei bambini, invece questo progetto parte proprio dall’idea che riteniamo importante continuare a investire nel mondo dell’educazione, mettiamo al primo posto la sicurezza e stiamo progettando una ristrutturazione in linea con le attuali esigenze scolastiche. Ma crediamo anche che il recupero di edifici storici, il non continuare a edificare siano scelte di un’amministrazione attenta anche all’ambiente, al territorio e alla propria storia. E a chi dice che quell’edificio, l’ex Cremeria, non è nata per essere una scuola, ricordiamo che ad esempio l’ex Caserma Zucchi ospita oggi l’Università per non parlare del Centro Loris Malaguzzi che trova sede all’ex Locatelli. Entrambe importanti realtà educative, spesso prese come esempio a livello internazionale. E’ quindi il contenitore il problema? Dipende sempre come si recupera un edificio, e stiamo facendo tutto il possibile affinché la scuola Rodari sia ristrutturata nel modo migliore e che vada incontro alle esigenze di tutti”.

Ecco ora come si intende procedere. “Grazie all’escussione della fideiussione, che ci garantisce di avere una copertura finanziaria certa per questi lavori – al contrario di quanto era indicato nel quesito referendario – stiamo procedendo con l’iter previsto per la ristrutturazione. Entro fine 2018 aprirà il cantiere”.

In ultimo ribadisce: “Dispiace che su una questione così importante c’è chi ne ha approfittato per fare campagna politica. Su certe questioni contano i progetti concreti e realizzabili. Ho trovato scorretto ed inopportuno l’intervento soprattutto di figure politiche esterne”. E annuncia: “Ora, con il mondo della scuola, proseguirà anche il confronto su altri temi, al di là dell’edilizia scolastica, così come abbiamo fatto in questi anni: ad esempio problemi molto importanti come il bullismo e la pedofilia”.