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Dal Consiglio comunale di Modena ok al “blocco” di altri 5 milioni di azioni Hera


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Il Consiglio comunale di Modena ha dato il via libera al “blocco” di altre azioni Hera, circa 5 milioni e 300 mila, nell’ambito del Patto modenese che contribuisce al più generale Patto di sindacato recentemente rinnovato per garantire il controllo strategico pubblico della società.

A favore della delibera, nella seduta consiliare di giovedì 31 maggio, si è espressa la maggioranza, contro M5s, FI e Idea popolo e libertà.

“Il Patto – ha spiegato l’assessore al Bilancio Andrea Bosi – prevede un vincolo di intrasferibilità su una quota di azioni di proprietà degli enti locali che rappresenta il 38 per cento dell’azienda. Si tratta di una quota sufficiente ad assicurare la maggioranza dei diritti di voto grazie al cosiddetto voto maggiorato introdotto nello Statuto sociale nel 2015. L’aumento del numero di azioni “bloccate” da parte del Comune di Modena, che arriva ad assoggettarne al sindacato di blocco complessivamente circa 77 milioni e 522 mila su un totale di oltre 97 milioni possedute, si rende necessario per la mancata approvazione del rinnovo del Patto di sindacato da parte dell’Unione Terre dei Castelli che avrebbe vincolato, appunto, 5 milioni e 300 mila azioni”.

La delibera approvata di fatto modifica, solo nel numero di azioni che il Comune vincola, quella già assunta qualche settimane fa con il rinnovo per un triennio del Patto per il controllo pubblico di Hera spa.

“Il Comune non ha previsto alienazioni di azioni Hera – ha precisato l’assessore – e, in ogni caso, ne rimangono trasferibili, con le modalità indicate dal Patto, oltre 19 milioni”.

 

IL DIBATTITO IN CONSIGLIO COMUNALE 

L’approvazione della delibera sul blocco di un’ulteriore quota di azioni Hera (a favore maggioranza, contro M5s, FI e Idea popolo e libertà), nella seduta del Consiglio comunale di giovedì 31 maggio, è stata preceduta dall’intervento di alcuni consiglieri.

“La quotazione in borsa – ha affermato Adolfo Morandi di FI – porta alla contraddizione un’azienda pubblica, che dovrebbe offrire servizi alla collettività al minor costo possibile e senza fini lucrativi e che invece punta a fare profitto. Una contraddizione che ha come conseguenza l’aumento del costo dei servizi. Secondo il consigliere sarebbe “utile qualche ripensamento, mettendo i servizi sul mercato per ottenere prezzi inferiori o riportandoli in house. Un’azienda davvero pubblica, ben gestita, che può offrire servizi a prezzo contenuto è preferibile rispetto a un’azienda quotata in borsa, come Hera, che mira a fare profitti prendendo soldi dalle tasche di tutti noi cittadini”.

Marco Rabboni, M5s, si è dichiarato perplesso su un patto di sindacato che mira a mantenere un indirizzo pubblico a un’azienda gestita con fini privatistici e di profitto: “È difficile capire, infatti, quanto Modena incida realmente sulle scelte che riguardano il nostro territorio. Almeno per alcuni servizi – ha aggiunto – come l’acqua e i rifiuti, la logica dovrebbe essere più il bene comune che il vantaggio degli azionisti e quindi, se proprio vogliamo fare un patto con gli altri Comuni della provincia, dovremmo farlo con l’obiettivo di riportare in house questi servizi in modo che gli eventuali profitti possano essere trasformati in investimenti”. Luca Fantoni ha dichiarato voto contrario del M5s. “Ci siamo chiesti come mai Forlì e l’ambito hanno creato una società in house? E come mai Terre di Castelli ha votato contro il blocco di queste azioni inducendo il Comune di Modena a bloccarle? Questi sono gli aspetti più politici da andare ad analizzare. Siamo sicuri che il patto di sindacato reggerà ancora e che si riuscirà a mantenere in futuro la governance pubblica? E portare avanti questo patto di sindacato in futuro sarà ancora funzionale a questo scopo? Questi elementi – ha concluso – in futuro andranno analizzati”.

Marco Malferrari di Art.1 – Mdp – Per me Modena ha commentato: “Contrariamente agli interventi precedenti, penso che sia giusto mantenere la situazione attuale che richiede che il sindacato di blocco abbia a disposizione questa maggioranza. È giusto – ha continuato – che il Comune di Modena si faccia carico, in questa fase, della difficoltà di altri Comuni. La quantità di azioni che rimangono libere in capo all’Amministrazione modenese, comunque, rimane rilevante”. Per il capogruppo Paolo Trande “bisogna provare a distinguere i piani. Un conto è il ragionamento da fare sulla possibilità di fare politiche pubbliche attraverso il controllo e la partecipazione in alcune aziende con settori ormai in completo libero mercato, un conto è valutare la delibera sulla base di quanto avvenuto nelle ultime settimane: come Comuni avevamo deciso di blindare il patto che consente agli Enti locali di mantenere il controllo su Hera ed è capitato che qualcuno abbia deciso di chiamarsi fuori. Il Comune di Modena – ha concluso – ha quindi deciso opportunamente di mantenere il controllo pubblico su una quota di azioni”.

Per il Pd, Diego Lenzini ha parlato di “delibera politica, che attraverso un tecnicismo dà un profondo significato, non patrimoniale. Il significato non è se vogliamo vendere o tenere azioni di Hera, ma bloccare una quota di azioni per mantenere la governance pubblica: con questa delibera diciamo che per i prossimi 3 anni vogliamo mantenere la governance pubblica di Hera”. Il consigliere ha poi precisato che “dire che non c’è controllo pubblico su Hera è come dire che gli azionisti di maggioranza di qualsiasi azienda non hanno controllo sul consiglio di amministrazione”.

Nella replica, l’assessore al Bilancio Andrea Bosi ha sottolineato che “è una delibera tecnica ma con un significato politico. Il tema è il ruolo del Comune e con questo documento si decide di modificare una componente di un atto che lo stesso Consiglio ha votato poco più di un mese fa: il numero di azioni Hera sottoposte a blocco”. L’assessore ha parlato di “delibera coerente con l’indirizzo politico espresso dal documento principale che è il Bilancio, dove non è scritto da nessuna parte che vendiamo azioni Hera. Di fatto, andiamo in questo modo a rafforzare il ruolo pubblico del Comune di Modena all’interno di un patto di sindacato”.