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Fusione ospedali di Modena entro l’anno


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Unire i due ospedali Policlinico di Modena e Ospedale civile di Baggiovara dal 1 gennaio 2019. E’ questa la proposta alla Regione approvata dai sindaci della Conferenza territoriale sociale e sanitaria della provincia di Modena che si è riunita, venerdì 5 ottobre, all’ospedale di Baggiovara; dall’incontro, infatti, è emerso che la fase sperimentale di tre anni, avviata a metà del 2016, può terminare entro il 31 dicembre, in anticipo quindi rispetto alle previsioni.

La fusione tra i due nosocomi modenesi porterà alla nascita di una struttura con 1.100 posti letto, 3.800 dipendenti, 80 strutture complesse e due stabilimenti; per dimensioni sarà il secondo nosocomio a livello regionale.

«Un piccolo miracolo – ha affermato Gian Carlo Muzzarelli, presidente della Conferenza – e un grande risultato per tutta la rete sanitaria modenese, ottenuto grazie alla disponibilità di tutte le componenti. Siamo passati dalla competizione alla collaborazione per sviluppare ulteriormente un centro di eccellenza di livello nazionale», mentre Alberto Bellelli, copresidente della Conferenza, ha sottolineato «le ricadute positive su tutta la rete provinciale in termini di servizi ma anche di risorse aggiuntive che si libereranno dalle economie di scala ottenute dalla fusione», concetti ripresi anche dai sindaci intervenuti tra cui Maria Costi, sindaco di Formigine, e Maino Benatti, sindaco di Mirandola.

Sergio Venturi, assessore regionale alle Politiche per la salute, dopo aver assicurato che «la Regione si impegna ad adottare nelle prossime settimane tutti i provvedimenti legislativi necessari per dare il via ufficiale alla nuova struttura» e ha definito il percorso di fusione «un modello regionale che consente la nascita di una struttura dotata di diverse eccellenze di livello nazionale, a partire dalla medicina rigenerativa, sulle quali la Regione intende investire».

Oreste Andrisano, rettore di Unimore, ha evidenziato la piena disponibilità dell’ateneo che ha visto in questa operazione «una grande opportunità anche per la ricerca, la formazione e l’innovazione».

Durante l’incontro, Gianluca Fiorentini, coordinatore dell’Organo di indirizzo e verifica della Regione sul percorso di fusione, ha riassunto le diverse fasi del progetto che sono state approfondite a livello tecnico nei contributi di Luca Sircana, direttore sanitario dell’Azienda ospedaliera universitaria di Modena, Lorenzo Broccoli, direttore amministrativo della stessa azienda, Francesca Isola, direttrice amministrativa dell’Ausl, e Bianca Caruso, direttrice sanitaria dell’Ausl.

Hanno partecipato all’incontro Ivan Trenti, direttore generale dell’Azienda ospedaliero universitaria, Massimo Annicchiarico, direttore generale dell’Ausl, sindaci e rappresentanti dei sindacati.

I PERCORSI E I PROGETTI AVVIATI – TEAM E CENTRI D’ECCELLENZA COMUNI, I PROGETTI

Team di professionisti sanitari, operanti sia nei due ospedali modenesi che negli altri ospedali della provincia, della stessa disciplina o anche interdisciplinari, che lavorano insieme sulle diverse sedi; consulenze specialistiche comuni potenziate in diverse discipline con specialisti che assicurano una presenza strutturata tra cui oculisti, infettivologi, ginecologi e chirurghi vascolari e l’avvio di progetti comuni per migliorare le prestazioni.

Sono solo alcuni dei risultati ottenuti finora nel percorso di sperimentazione della fusione del Policlinico e dell’ospedale di Baggiovara.

Tra gli altri obiettivi raggiunti figurano lo sviluppo di percorsi diagnostico-terapeutici interospedalieri: fra i più recenti approvati spicca la presa in carico delle neoplasie del polmone e di quelle del sistema nervoso centrale. Questi percorsi si integrano con le reti territoriali nell’ambito di un sistema definito “hub and spoke” che vede la logica di integrazione al centro di tutti i nuovi percorsi, secondo modelli di presa in carico multidisciplinari e multiprofessionali, con l’obiettivo di innalzare la qualità dell’assistenza offerta ai cittadini della Provincia di Modena.

Nell’ambito del miglioramento delle cure e dell’organizzazione, sono stati avviati i progetti per la prevenzione del “decadimento funzionale” nei pazienti anziani ospedalizzati, la centralizzazione del prericovero e il progetto “waiting area” per la gestione dell’attesa nel pronto soccorso.

Oltre alla definizione del nuovo polo Endocrino-metabolico e del Centro di alta specialità dell’arto superiore, frutto appunto dell’integrazione delle professionalità interne ai due ospedali modenesi, sono state avviate le attività dei team dedicati alla chirurgia proctologica e al trattamento chirurgico delle ernie, con l’obiettivo tra l’altro di creare un’unica lista di attesa aziendale, riducendo i tempi di presa in carico, e uniformare le tecniche chirurgiche.

Altro team di recente costituzione è quello Emolinfo-poietico che garantisce diagnosi nell’ambito delle patologie ematologiche su materiale proveniente da tutta la provincia.

FUSIONE HA RICADUTE SU TUTTA LA RETE – PRESTAZIONI DI ALTA QUALITÀ E NUOVE TECNOLOGIE

La fusione tra i due ospedali modenesi ha ricadute positive su tutta la rete provinciale anche in termini di miglioramento dell’assistenza. Il modello organizzativo sempre più integrato fra gli Ospedali di Modena e la rete degli altri Ospedali e servizi territoriali consente ai pazienti di usufruire di prestazioni della qualità più elevata accedendo a partire dalla propria rete territoriale.

Sono partiti i progetti con sinergie provinciali per le reti di broncoscopia, nefrologia, endoscopia digestiva, otorinolaringoiatria, reumatologia e la rete delle terapie intensive e semi-intensive.

E’ stata avviata, inoltre, la costituzione di centri di riferimento sovra provinciali come quelli per le attività chirurgiche dell’orecchio medio, per le patologie dell’arto superiore e chirurgia della mano, per la chirurgia dell’epilessia e la collaborazione per il trattamento dell’ictus ischemico, oltre alla nascita del centro per i bambini affetti da epidermolisi bollosa all’avanguardia a livello europeo.

Anche le piattaforme tecnologiche saranno gestite centralmente e saranno al servizio dell’intera rete provinciale: dalla robotica, alla nuova sala ibrida (costo 2,2 milioni di euro), dalle radiologie potenziate con la nuova risonanza magnetica 3 tesla, attiva da marzo 2019, (costo quasi 2,5 milioni euro), al trattamento dei tumori solidi (tramite potenziamento tecnologico di acceleratori lineari e Pet), fino all’integrazione sui base provinciale delle attività di laboratorio.

Sul fronte tecnico-amministrativo sono stati creati diversi servizi unici interaziendali tra cui personale, patrimonio, tecnologie sanitarie, acquisti e logistica e fisica medica, che contribuiscono alle integrazioni tra i professionisti operanti in provincia.

L’obiettivo è valorizzare le rispettive specificità, evitando duplicazioni con una ricaduta positiva anche sui costi di gestione che scenderanno e andranno a finanziare gli investimenti aggiuntivi effettuati su tutta la rete territoriale.

AVVIATO IL NUOVO PROGETTO PER GESTIRE L’ATTESA NEL PRONTO SOCCORSO

Si chiama “Wam-waiting area manager” e fa parte dei progetti previsti all’interno del percorso di unificazione dei due ospedali modenesi, con l’obiettivo di migliorare la comunicazione e della relazione con i cittadini.

Il progetto prevede l’avvio di un sistema di gestione infermieristica della sala d’attesa, attraverso l’introduzione di una nuova figura, l’Infermiere esperto Wam che avrà il compito di collegare l’area di lavoro interna e la sala d’attesa.

L’introduzione di questa nuova figura infermieristica, esperta e con competenze specifiche e qualità relazionali, garantirà il collegamento tra l’area di cura e la sala di attesa, informando costantemente gli utenti sull’andamento e lo stato di avanzamento del loro percorso clinico-assistenziale, fornendo informazioni sui codici assegnati e relativi tempi di attesa e sulla durata delle diverse procedure.

Tra le funzioni dell’Infermiere Wam figurano anche quella di intercettare situazioni di particolare fragilità, migliorare il sistema delle relazioni, favorendo un rapporto corretto tra pazienti e sanitari in grado anche di prevenire eventuali conflitti.

La sperimentazione, già avviata a luglio al Policlinico, inizierà anche all’Ospedale civile di Baggiovara nelle prossime settimane.