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Petrolchimica, vertice in Regione


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Il territorio di Ravenna dovrà essere escluso dalla sospensiva alle trivellazioni decisa dal Governo. È questo, in sintesi, quanto chiesto dal Tavolo petrolchimico regionale dell’Emilia-Romagna affinché venga rispetta l’attività produttiva del distretto ravennate dell’offshore. Il tavolo – che riunisce le forze socio-economiche ed istituzionali regionali a cui si aggiungono le realtà territoriali di Ravenna e Ferrara – si è riunito oggi pomeriggio a Bologna, in viale Aldo Moro, con il presidente della Regione, Stefano Bonaccini, l’assessore regionale alle Attività produttive, Palma Costi, e il sindaco di Ravenna, Michele De Pascale.

Dall’incontro è venuta fuori la richiesta al Governo che il Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee (Pitesai) tenga conto degli accordi territoriali già realizzati, come nel distretto dell’offshore ravennate.

“Questi accordi- ha detto il presidente Bonaccini, che martedì 5 febbraio sarà all’iniziativa di mobilitazione organizzata a Ravenna- sono il risultato di un processo di concertazione e partecipazione della popolazione che sta già portando efficacemente verso la sostenibilità, preoccupandosi al contempo dell’attività di de-commissionig, ovvero di riconversione dell’attività estrattiva. Proprio per questa ragione chiediamo che l’offshore di Ravenna sia fuori dalla sospensiva. Diversamente– sottolinea Bonaccini– il Governo si prepari a gestire lo stato di crisi del settore e la perdita di migliaia di posti di lavoro qualificati”. Inoltre, ha aggiunto, “lavoriamo per un accordo nell’interesse del territorio chiedendo al Governo di ascoltare e farsi carico di una soluzione ragionevole. Oggi mi pare in ogni caso prematuro ragionare di un ricorso alla Consulta, che pure non escludo in via di principio: quando si lavora ad un accordo si sta su quello, il resto viene dopo”.

La Regione, dunque, punta ad un accordo col Governo per ottenere una “moratoria” alla sospensiva per Ravenna.

“Non possiamo aspettare nemmeno un minuto– aggiunge l’assessore Palma Costi- poiché 18 mesi di sospensiva sono inaccettabili, un tempo che rischia di mettere in ginocchio il settore e di provocare il disimpegno di aziende come Eni. Per questo chiediamo anche un incontro con l’Ad di Eni, Claudio Descalzi, per avere la conferma degli investimenti a Ravenna sulle energie rinnovabili. È bene ricordare che il comparto dell’offshore non è composto solo da multinazionali, ma da centinaia di piccole e medie imprese emiliano-romagnole, che occupano diverse migliaia di lavoratori di grande professionalità, che rischiano ora di chiudere. Il Ministero dovrà valutare bene se consentire al territorio di attuare una propria strategia coerente con gli obiettivi nazionali o accollarsi, per ragioni ideologiche, la responsabilità e i costi sociali dello stato di crisi del settore che l’emendamento approvato rischia di provocare, con ripercussioni immediate su migliaia di posti di lavoro. La dignità del lavoro si tutela prima di tutto salvaguardando l’occupazione in essere e facendo politiche nazionali coerenti di sostegno alla trasformazione energetica verso le fonti rinnovabili”.

Sull’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili e le scelte gestionali ispirate a modelli di sviluppo sostenibile, il distretto di Ravenna ha sempre fatto scuola. Dal 1993 sono stati realizzati oltre dieci patti ed accordi territoriali, frutto del confronto tra interessi di cittadini, lavoratori, aziende leader, subfornitura; a volte anche contrapposti ma che nel dialogo hanno fatto nascere obiettivi comuni e percorsi di azioni condivise. Gli accordi sono infatti finalizzati all’attuazione di progetti di sostenibilità ambientale e monitoraggi del fenomeno della subsidenza costiera, promuovendo attività di studio per la sostenibilità ambientale e interventi di difesa della costa.

“Atteggiamenti immotivatamente vincolanti come quelli imposti dal Governo- ribadisce Costi- non fanno altro che impoverire l’occupazione esistente senza creare nuovo lavoro e dando spazio all’esclusiva acquisizione estera del gas, semmai estratto proprio nel mare Adriatico senza le tutele che noi offriamo. La Regione– conclude l’assessore – ha come obiettivo chiaro la sostenibilità che porta all’utilizzo esclusivo delle fonti rinnovabili, come già dichiarato nel nuovo Piano energetico regionale. Ma per perseguire gli obiettivi di decarbonizzazione è strategico mantenere ora il ruolo chiave del gas naturale, in linea con quanto emerso dal vertice di Marrakesch del 4 novembre 2016. Il distretto di Ravenna è un crocevia avanzato di questa transizione e il gas metano ne è una componente essenziale”.