Home Economia I dati sulle imprese dell’Unione Terre dei Castelli presentati agli studenti

I dati sulle imprese dell’Unione Terre dei Castelli presentati agli studenti


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Sono quasi 8mila le imprese attive sul territorio dell’Unione Terre dei Castelli (7.856 per la precisione), di queste quasi mille (960) sono manifatturiere. L’indagine, realizzata dall’ufficio studi Lapam Confartigianato, è stata presentata nel corso degli incontri orientativi che l’associazione ha svolto con studenti di terza media e con i loro genitori.

I dati sulle imprese, presentati insieme a diversi altri, certificano la presenza di oltre mille imprese a Vignola (2.315), Castelnuovo Rangone (1.161) e Spilamberto (1.103), seguono Castelvetro (945) e Savignano (854), più ridotti i numeri di Zocca, Marano e Guiglia (rispettivamente 505, 483 e 400). Ma, appunto, il focus è stato messo sulle imprese manifatturiere che rappresentano il 12,2% delle imprese dell’Unione e occupano 12mila persone, 11.993 per la precisione. Si va dalle 108 imprese di Castelvetro con ben 3.818 occupati alle 171 imprese di Castelnuovo che occupano 2.165 persone, alle 238 imprese di Vignola con 1.981 occupati, fino alle 169 imprese di Spilamberto con 1.858 persone impiegate. Più bassi i numeri degli altri comuni, anche se Marano ha 76 imprese che impiegano 929 persone, dato che Savignano ha 100 aziende manifatturiere con 652 occupati e Guiglia e Zocca hanno rispettivamente 299 impiegati in 44 aziende e 291 in 54.

“Questi dati evidenziano come il tessuto manifatturiero del territorio stia tenendo sotto il profilo occupazionale – sottolinea la nuova presidente Lapam della Zona, Lidia Gibellini. Gli abitanti dell’Unione sono quasi 87mila e gli occupati nel manifatturiero sono dunque il 13,8% della popolazione complessiva e, di conseguenza, una percentuale molto più alta della popolazione in età lavorativa. Questa tenuta è preziosa per tutta l’economia del territorio, in primis per il commercio di vicinato e i servizi senza i quali i nostri paesi diventano sempre più poveri di offerta e di conseguenza perdono attrattività e sviluppo. Ma vi sono due criticità che sono emerse dagli incontri: da un lato il calo delle nascite con il conseguente invecchiamento della popolazione, l’offerta di lavoro c’è ma la domanda cala essendoci meno giovani che si affacciano al mondo produttivo; dall’altro lato molti giovani non possiedono le necessarie qualifiche o preferiscono dedicarsi ad altre attività. Questo conferma – conclude la neo presidente di Zona Lapam – che investire sulla formazione dei giovani fornendo strumenti per scegliere il proprio futuro è una direttrice determinante per far crescere l’intero territorio”.