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Reggio Emilia, istituzioni e società insieme per gestire il futuro di beni e imprese confiscati al crimine organizzato


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Un tavolo tecnico istituzionale per la gestione dei beni sequestrati e confiscati presso il Tribunale di Reggio Emilia. L’obiettivo è quello di fare dei sequestri alla criminalità di beni e imprese nuove occasioni a beneficio della comunità, senza perdere di vista il valore della continuità del lavoro che deve essere garantito anche nei casi in cui l’azienda venga coinvolta in provvedimenti giudiziari. E per fare questo serve più rapidità nella destinazione a fini sociali dei beni sequestrati al crimine e, soprattutto, modalità più ampie di gestione di quelle aziende che vengono sequestrate e poi confiscate, per salvaguardare il lavoro.

Sono i principali temi del “Protocollo d’Intesa per la gestione dei beni sequestrati e confiscati” alla criminalità organizzata ed economica, siglato oggi pomeriggio a Reggio Emilia su proposta del presidente del Tribunale reggiano e componente del collegio del processo Aemilia, Cristina Beretti, dalla Regione Emilia-Romagna con l’assessore regionale alle Politiche per la legalità, Massimo Mezzetti,e dai diversi attori sociali, economici e istituzionali del territorio reggiano ed emiliano-romagnolo.

Si tratta di uno strumento di soft law (produzione di norme prive di efficacia vincolante diretta) che mira a consentire una rapida, seppur temporanea, assegnazione dei beni immobili e dall’altro, sul versante aziendale a realizzare progetti industriali in grado di assicurare la continuità dell’attività delle imprese e la tutela dei livelli occupazionali. Il testo tiene conto delle specificità derivanti dal Testo unico per la legalità dell’Emilia-Romagna e degli altri strumenti e accordi esistenti in Italia.

A oggi i beni immobili confiscati in Emilia-Romagna risultano 125 di cui 36 a seguito del processo Aemilia. Nel territorio provinciale di Reggio Emilia i beni immobili confiscati definitivamente sono 13, circa il 10,4% del totale censito.

Dal 2011 a oggi sono stati sottoscritti dalla Regione Emilia-Romagna 25 Accordi di Programma su 15 beni immobili confiscati, cofinanziati con un contributo regionale di oltre 1,5 milioni di euro.

“Il Protocollo proposto dal presidente del Tribunale di Reggio Emilia alle istituzioni e agli attori socioeconomici del territorio– afferma Massimo Mezzetti, assessore regionale alle Politiche per legalità- prevede, come quello analogo siglato col Tribunale di Bologna, che siano conciliate sia le esigenze di giustizia che quelle di una comunità che intenda reagire all’espansione degli investimenti da parte della criminalità organizzata ed economica. Questo puntando a rimettere in circolo il più rapidamente possibile i beni che, da simbolo della presenza e dell’arroganza mafiosa, possono costituire un vantaggio per la collettività”.

“Come evidenziato nel processo svoltosi proprio a Reggio Emilia- ha aggiunto Mezzetti- sono confermati i tratti fondamentali delle caratteristiche e delle dinamiche di penetrazione e radicamento delle organizzazioni mafiose nel territorio emiliano-romagnolo, che da tempo avevamo individuati. Una penetrazione di carattere economico che si è radicata attraverso una rete di collusioni, complicità o ingenuità. Un salto di qualità nell’inserimento nel tessuto emiliano-romagnolo”.

Per questo in Emilia-Romagna l’attività di contrasto avviene prima di tutto sul terreno economico e sociale. “Nel Patto per il Lavoro, sottoscritto da tutte le componenti della società regionale, il punto di partenza- ha precisato l’assessore Mezzetti- è proprio la convinzione che la crescita della nostra società, e la sua capacità di generare buona occupazione, si fondino sulla piena affermazione della legalità in ogni ambito e in particolare in ogni relazione di lavoro”.

Hanno sottoscritto il Protocollo, oltre alla Regione Emilia-Romagna e al Tribunale di Reggio Emilia, anche il Comune di Reggio Emilia, Cgil-Cisl e Uil, Provincia di Reggio Emilia, Unione dei Comuni del reggiano (Pianura Reggiana, Appennino Reggiano, Val d’Enza, Terre di Mezzo, Colline Matildiche, Bassa reggiana, Tresinaro Secchia), Avviso Pubblico, Libera (attraverso la rete delle associazioni e delle cooperative aderenti), l’Alleanza delle Cooperative, le associazioni imprenditoriali di categoria, Abi, Unioncamere Emilia-Romagna e Camera di Commercio di Reggio Emilia.

Gli impegni della Regione nel Protocollo

Nell’ambito del Protocollo la Regione monitorerà i flussi informativi delle imprese sequestrate e confiscate e dei lavoratori dipendenti coinvolti, nonché tutti i dati utili ad avere un quadro completo dello stato economico delle stesse imprese. Questo in raccordo con l’autorità giudiziaria, l’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati e l’Università.
La Regione si impegna, inoltre, a promuovere meccanismi di intervento per gestire beni immobili sequestrati anche per incrementare, se possibile, la redditività e per agevolarne una rapida “devoluzione” liberi da oneri e pesi a favore degli Enti. Promuoverà meccanismi di sostegno delle aziende ma anche la continuità produttiva e salvaguardare i livelli occupazionali, anche con la predisposizione di corsi di formazione per i dipendenti coerenti con i piani industriali predisposti dagli amministratori giudiziari e concordati con le organizzazioni sindacali dei lavoratori e dei datori di lavoro. Prevista anche la creazione di una rete di aziende sequestrate o confiscate nel territorio e di aziende che nascono sui beni confiscati o sequestrati alla criminalità organizzata, al fine di connettere fabbisogni e opportunità produttive.

Infine, la Regione punterà a promuovere azioni per favorire il processo di costituzione di cooperative di lavoratori per la gestione dei beni confiscati. Previste azioni di tutoraggio imprenditoriale e manageriale verso le imprese sequestrate o confiscate volte al consolidamento, allo sviluppo e al pieno inserimento nelle filiere produttive di riferimento, anche attraverso accordi e protocolli di intesa con le associazioni imprenditoriali, dei managers pubblici e privati nonché l’Agenzia Nazionale dei Beni sequestrati e confiscati.