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Modena città universitaria: sì a odg sugli alloggi


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Accrescere le possibilità di fornire alloggi in città a prezzi calmierati per gli studenti universitari fuori sede. È l’obiettivo dell’ordine del giorno proposto da Federica Venturelli, Pd, e approvato dal Consiglio comunale nella seduta di giovedì 21 marzo con il voto a favore del Pd e l’astensione di Sinistra unita Modena.

Nel dettaglio, l’ordine del giorno dopo aver sottolineato come gli immobili da destinare agli studenti debbano essere individuati tra quelli sfitti o inutilizzati “per evitare il consumo di territorio”, chiede all’Amministrazione di aggiornare la mappatura degli edifici e delle aree dismesse del centro storico da utilizzare come strumento per individuare quelli da destinare a residenza universitaria. Chiede, inoltre, di valutare l’opportunità di utilizzare l’istituto degli “usi temporanei”, cioè la possibilità, prevista dalla legge regionale 24 del 2017, di usare, per iniziative di rilevante interesse pubblico, immobili sia privati che pubblici per usi diversi da quelli consentiti senza mutare la destinazione d’uso; di promuovere, in collaborazione con Unimore e anche attraverso Agenzia Casa e Acer, forme contrattuali regolate tra studenti e proprietari di case o società di gestione di alloggi; di valutare se e in che modo riutilizzare i diversi immobili già sede di istituti religiosi, al momento sfitti e inutilizzati, come, per esempio, quelli presenti in via Sgarzeria, e le ex sedi del ministero della Difesa come Sant’Eufemia e le caserme Fanti e Garibaldi. Il documento propone infine di modificare lo Statuto del comune di Modena inserendo la definizione di “Città universitaria” per dare maggior risalto al ruolo dell’università stessa.

Motivando il voto di astensione, Vincenzo Walter Stella, SuM, ha affermato che l’ordine del giorno “è condivisibile nei principi generali” ma suscita alcune perplessità nelle modalità, in particolare per il fatto di fare riferimento solo a immobili in centro storico “quando invece sarebbe opportuno coinvolgere anche il resto della città, soprattutto perché tutte le facoltà scientifiche sono collocate fuori dal centro”, e per il richiamo, “rischioso”, all’istituto degli usi temporanei.