Home Sanità Anche a Vignola la cuffia refrigerante per le terapie oncologiche

Anche a Vignola la cuffia refrigerante per le terapie oncologiche


# ora in onda #
...............




All’Azienda USL di Modena – la prima in Italia ad adottarlo in modo intensivo – si amplia l’utilizzo dello scalp cooler, tecnologia nata per contrastare uno dei più spiacevoli effetti collaterali dei trattamenti chemioterapici in oncologia, vale a dire la perdita dei capelli. La “cuffia di ghiaccio” è arrivata anche a Vignola, dono dell’associazione #iostoconvoi.

Uno scalp cooler completo di due cuffie per il trattamento simultaneo di due pazienti è stato consegnato all’inizio di maggio presso il Day Service oncologico dell’Ospedale, frutto di un percorso di collaborazione con l’Azienda USL grazie al quale, negli ultimi anni, l’associazione è divenuta presenza sempre più attiva a sostegno dei pazienti dalla prima diagnosi fino ai controlli dopo la cura del tumore.

“#iostoconvoi ringrazia la Direzione generale, tutto il suo staff ed il personale dell’Azienda USL per averci aperto le porte ed averci consentito di donare questa importante attrezzatura – ha osservato la presidente Silvia Monti –. Un grazie speciale a tutti i nostri volontari sostenitori e donatori per aver reso possibile tutto questo. La nostra più grande soddisfazione è vedere le pazienti sorridere e respirare un clima positivo nonostante il momento delicato che stanno vivendo. Ci auguriamo di continuare su questa strada anche in futuro con nuovi obiettivi e progetti alcuni già in campo, perché siamo certi che questa sia la strada giusta”.

“Il volontariato si conferma, insieme agli operatori, la più grande risorsa per il sistema sanitario pubblico di questo territorio – ha dichiarato il direttore generale Massimo Annicchiarico – e grazie a questa donazione Vignola accresce la propria dotazione tecnologica in ambito oncologico portandola, come per gli altri ospedali Ausl, ai livelli dei più grandi centri della nostra regione”.

Lo scalp cooler è un dispositivo indicato per pazienti che inizino un trattamento adiuvante o neoadiuvante per neoplasia mammaria o ovarica che consente di migliorare la qualità dell’assistenza ai pazienti oncologici – soprattutto donne – durante la terapia farmacologica: i risultati ottenuti in Azienda USL di Modena sono in linea con la letteratura scientifica internazionale, con l’80% di successo nelle terapie meno alopecizzanti e una media del 55-60% fra tutte le terapie. La tecnologia Paxman è l’unica ad aver mostrato risultati incoraggianti: agisce attraverso il raffreddamento controllato del cuoio capelluto ottenuto con una cuffia di silicone morbido collegata ad un impianto frigorifero compatto, che viene posta sulla testa del paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico. Questo sistema di raffreddamento produce una sensibile riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi, preservandoli dalla distruzione.

Grazie al potenziamento dell’intera rete dell’assistenza oncologica sulla provincia di Modena lo scalp cooler è oggi presente in tutti gli Ospedali dell’Azienda USL, da Carpi (il primo introdotto nel Servizio sanitario nazionale) a Sassuolo, Mirandola, Pavullo e ora anche a Vignola.

Perderò i capelli?

“Esistono molti rimedi per ‘nascondere’ agli altri questa debolezza ma una parrucca, quando si rimane da soli con se stessi, resta una finzione inutile”. (Una paziente)

Cosa fa – Contrasta l’effetto alopecizzante di alcuni farmaci durante il trattamento chemioterapico, in particolare per il carcinoma alla mammella. Ridurre al minimo questo disagio significa migliorare la fiducia in se stessi dei pazienti e stimolare atteggiamenti positivi verso la terapia.

Come agisce – Porta la temperatura del cuoio capelluto a -4°C per circa tre ore. Paxman è una cuffia di silicone morbido, collegata ad un impianto frigorifero compatto, che viene posta sulla testa del paziente prima, durante e dopo il trattamento chemioterapico. La temperatura del cuoio capelluto viene abbassata gradualmente, facendo circolare un refrigerante speciale all’interno della cuffia, ed è mantenuta costante per tutto il periodo del trattamento, partendo da circa 20 minuti prima e continuando anche a fine seduta per un periodo di tempo che può variare da 45 minuti sino a 2 ore.

La perdita dei capelli a seguito di alcuni trattamenti di chemioterapia si verifica a causa dell’atrofia parziale o totale della radice del bulbo pilifero, ‘attaccato’ dal farmaco. Il sistema del raffreddamento produce invece una sensibile riduzione del flusso di sangue ai follicoli piliferi, preservandoli in questo modo dalla distruzione.

Come nasce la cuffia Paxman – La storia degli imprenditori Paxman inizia negli anni ’50, con l’invenzione di un sistema di raffreddamento per la birra. La produzione dell’azienda, però, è destinata a mutare radicalmente. La moglie del figlio del fondatore, infatti, si ammala di tumore al seno. E il consorte Glenn, aiutato dal padre, decide di investire tutta la propria conoscenza nel campo dei sistemi di raffreddamento per plasmarli e renderli utili ai malati di tumore che devono sottoporsi alla chemioterapia. Stando vicino alla moglie, Glenn si rende ben presto conto di quanto sia difficile accettare, soprattutto per una donna, la perdita dei capelli durante i trattamenti chemioterapici. Un dolore che lui vuole riuscire a evitare a chi soffre già per una malattia così grave. La moglie diventa la prima donna a sperimentare la ‘cuffia’, anche se su di lei lo strumento, ancora ‘primitivo’, non sortisce l’effetto sperato. Dopo alcuni mesi la malattia, inesorabilmente, strappa a Glenn l’amore della moglie per la quale ha tanto lottato. Ma, ormai, la famiglia ha segnato la propria storia. Dopo diversi studi, nel 1997, Paxman produce il primo prototipo ufficiale della ‘cuffia’ che viene installata presso la Huddersfield Royal Infirmary.