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Vendono online un inesistente motore Jaguar. Due napoletani denunciati dai carabinieri di Cavriago


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L’inserzionista curava la pubblicazione degli annunci esca su noti siti internet, portando avanti via telefono la trattativa grazie all’utenza telefonica messagli a disposizione dalla compiacente amica, per poi incassare il danaro delle “vendite fantasma” di motori per auto, nel caso in specie per Jaguar, grazie ai bonifici che riceveva sulla sua postepay. In questo modo il duetto di filibustieri dalla provincia di Napoli ha raggirato anche un reggiano che ha risposto all’annuncio concernente la vendita di un motore Jaguar, che ha pagato 1.600 euro senza vedersi consegnare nulla.

I due furbastri truffatori incassato il danaro sono spariti nel nulla. Per questo i carabinieri della stazione di Cavriago, a cui il pensionato 74enne reggiano ha sporto denuncia, a conclusione di mirate indagini telematiche, hanno denunciato per concorso in truffa alla Procura reggiana un 26enne di Arzano (NA) e una 34enne di Napoli. Il 29enne è risultato l’autore dell’inserzione e colui che ha portato avanti la trattativa, oltreché intestatario del conto dove sono finiti i soldi, mentre la compiacente 34enne è risultata intestataria dell’utenza telefonica dove l’uomo ha portato avanti la trattativa di compravendita.

Le indagini sono partite a seguito della denuncia presentata da un 74enne reggiano che, navigando in Internet, aveva acquistato su un sito di annunci un motore per la sua Jaguar. Dopo aver intavolato via telefono la trattativa riusciva a concludere l’acquisto del motore per un importo di 1.600 euro che versava secondo quanto pattuito sulla postepay indicatagli dal venditore. All’accredito dell’importo non è però corrisposta la consegna del motore in quanto il venditore spariva nel nulla bidonando il malcapitato reggiano. Materializzato di essere rimasto vittima di una truffa l’uomo si presentava ai carabinieri di Cavriago formalizzando la denuncia per truffa. Dopo una serie di riscontri tra l’utenza telefonica dove veniva intavolata la trattativa e il conto dove erano stati versati i soldi, i carabinieri catalizzavano le attenzioni investigative sugli odierni indagati nei cui confronti venivano acquisiti incontrovertibili elementi di responsabilità in ordine al reato di truffa in concorso, per la cui ipotesi di reato venivano denunciati.