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Il sindaco Tosi risponde agli insegnanti del Volta


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Sessantatre docenti dell’Istituto Alessandro Volta di Sassuolo hanno pubblicato un documento avente per oggetto ‘Libertà di espressione, un bene da difendere’, aperto con una frase di Giovanni Falcone: “Chi tace e chi piega la testa muore ogni volta che lo fa, chi parla e chi cammina a testa alta muore una volta sola”.

Il documento interviene “in merito al caso della collega Rosa Maria Dell’Aria, che ha consentito ai suoi studenti di esprimere il proprio parere e liberare il proprio pensiero nella realizzazione di un’attività didattica e che per questo è stata ingiustamente sospesa”. “Si rende noto e si fa pubblica denuncia che nell’Istituto A. Volta di Sassuolo sarebbe potuta succedere la stessa cosa; i docenti dell’Istituto A. Volta infatti consentono ai propri studenti di esprimere le proprie opinioni e promuovono il libero pensiero, anche quando questi non sono condivisi o non sono allineati al pensiero dominante”.

I docenti si auspicano che, “alla ripresa delle attività scolastiche, sia possibile avviare sul territorio una riflessione ampia e condivisa in merito alle suddette tematiche, affinché le nostre scuole siano e rimangano sempre luoghi di accoglienza e di apertura, tali da favorire quel vero e autentico dialogo educativo tra studenti e docenti che può realmente contribuire a formare degli uomini e delle donne portatori di spirito critico e indipendenza di giudizio, capaci di essere cittadini con la C maiuscola in una società libera e giusta”.

Hanno inviato copia della lettera, oltre che ai genitori, agli studenti alle autorità scolastiche, anche ai sindaci del distretto.

Il sindaco di Fiorano Modenese ha così loro risposto:

“Ringrazio innanzitutto per aver pensato di indirizzare anche a me, in qualità di sindaco di Fiorano Modenese, la Vostra lettera Libertà di espressione, un bene comune. Mi ha fatto piacere riceverla sia perché l’episodio da cui si origina non poteva essere circondato solo dalla indifferenza, sia perché mi viene data la possibilità di sviluppare una breve riflessione.

Premetto che non ho letto il lavoro scritto dai ragazzi, quel lavoro che ha comportato la dura punizione inflitta alla docente che ne ha consentito l’elaborazione. Può anche darsi che le argomentazioni in quel lavoro non siano delle più profonde e che i suoi autori siano stati un po’ superficiali. Non lo so; può darsi ma può anche non essere così. Può darsi che sia un lavoro, non condivisibile da tutti, ma ben argomentato e profondo. Tutto ciò però alla fine ha poca importanza. Resta il fatto che nella scuola di un paese civile, libero e democratico esiste la possibilità per gli studenti di fare anche degli errori, di spingersi in tesi anche azzardate. Io dico: ci fossero studenti capaci di questo, dotati di senso critico, disposti alla riflessione e a confrontare il presente con periodi o avvenimenti del passato. Il vero problema della nostra scuola e della nostra società è l’assenza di senso critico e di propensione alla riflessione, non certamente il contrario”.

“Non tutti però siamo d’accordo con questa mia affermazione. La scuola non deve inquadrare, omologare, appiattire; la scuola non può considerare prioritaria la trasmissione di nozioni da memorizzare e ripetere. La scuola deve formare le coscienze, infondere l’amore del sapere, la cautela e al tempo stesso l’ardore del giudizio critico; la scuola deve trasmettere l’inquietudine della ricerca di un sapere che mai si raggiungerà pienamente. E questo percorso di confronto e ricerca non può che essere fatto anche di tentativi, di ipotesi e di errori. Ma si tratterebbe di errori ‘benèfici’, sui quali lavorare per crescere”.

“Quando i miei genitori frequentavano la scuola era il periodo fascista e il compito prioritario del maestro era quello di omologare le giovani personalità alla sottomissione ad un modello unico e obbligatorio, era quello di sostituire al vero sapere e alla libertà l’adulazione di un capo. Il caso della collega prof.ssa Rosa Maria Dell’Aria è una brutta, bruttissima pagina della nostra Italia e della nostra società. La cosa più grave è che ha colpito il mondo della scuola. Nessuno osi metterci le mani sopra per finalità politico-demagogiche”.

“Io sono un ex docente e in decenni di insegnamento ho assistito oltre a condotte di alta responsabilità anche a comportamenti diseducativi e contrari ai doveri di un insegnante, che a mio giudizio avrebbero richiesto sanzioni e sospensioni dal servizio. Mai però mi è capitato di incontrare un caso di sospensione di un docente. Che questo sia accaduto relativamente a un episodio in cui si tocca il governante di turno fa nascere sospetti e suscita in me viva preoccupazione”.