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Due giovani arrestati a Reggio Emilia per reati che vanno dalla rapina alla resistenza a pubblico ufficiale, dal furto al porto di oggetti atti ad offendere


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Ieri pomeriggio personale della Squadra Volante della Questura di Reggio Emilia è intervenuto in via Daniele da Torricella per la segnalazione di un gruppo di giovani che ostacolava la circolazione stradale, verosimilmente lanciando degli oggetti in direzione dei veicoli in transito. Gli operatori di polizia, giunti sul posto, hanno individuato tre giovani che non stavano commettendo alcuna azione pericolosa per la circolazione. Tuttavia uno di essi, successivamente identificato in S.Z., 21enne nato in Marocco e residente a Reggio Emilia, con cittadinanza italiana e precedenti penali, alla vista della polizia cercava di occultare una bottiglia di gin nella felpa, iniziando ad inveire nei confronti degli operanti.

Al sopraggiungere di altri operatori della Squadra Volante della Questura, il giovane si infervorava ancor di più cercando lo scontro fisico, anche in modo molto violento con gli operatori, e per tale motivo veniva immediatamente immobilizzato. Per evitare che il capannello di persone creatosi potesse fare aumentare nel giovane la volontà di contrastare gli operatori, il ragazzo veniva immediatamente accompagnato presso gli Uffici della Questura di Reggio Emilia per ulteriori accertamenti e per le formalità di rito.

Nel frangente gli altri operatori rimasti in loco venivano allertati da alcuni passanti i quali riferivano che nell’adiacente supermercato di via Daniele da Torricella era poco prima stato perpetrato un furto. La Squadra Volante si recava quindi presso quell’esercizio commerciale appurando dalla commessa e addetta alla cassa che poco prima due giovani, uno indossante una felpa nera e l’altro una maglia bianca, si erano impadroniti di alcune bottiglie di superalcolici e altri prodotti che la stessa non era in grado di quantificare, occultandoli negli indumenti da loro indossati. Capendo le loro intenzioni, la commessa cercava di bloccare l’eventuale via di fuga, ma uno di essi, quello indossante la maglia bianca, scavalcando il tornello di entrata, riusciva a guadagnare l’uscita dal supermercato, mentre l’altro giovane, indossante la felpa nera, trovatosi di fronte la commessa che gli bloccava la strada, l’afferrava con forza ai polsi strattonandola violentemente allontanandola dalla porta scorrevole di uscita dove era fermo l’altro giovane in attesa del complice e successivamente si davano alla fuga in via Daniele da Torricella.

La Squadra Volante, intervenuta poco prima, aveva quindi fermato il giovane con la felpa nera, risultato poi essere il citato S.Z..
Durante tali eventi, la Sala Operativa della Questura di Reggio Emilia, dava comunicazione via radio di un soggetto che dopo avere scavalcato alcuni cancelli di abitazioni private nella vicina via Zeppelin, si aggirava all’interno del vicinissimo parco brandendo due bastoni tra le mani.
Alcuni operatori di Polizia allora si sganciavano immediatamente dal luogo dell’intervento primario raggiunti poi da altri operatori, recandosi in loco e individuando un giovane con una maglia bianca semi calzata corrispondente in toto alle descrizioni fornite dalla commessa del supermercato, risultato essere successivamente G.K., nato in Georgia nel 1999, residente a Reggio Emilia, anch’esso con precedenti penali, identificato tramite permesso di soggiorno rilasciato dalla Questura di Reggio Emilia, che alla vista degli operatori di polizia si avventava contro di essi brandendo effettivamente due bastoni in legno, agitandoli a mezz’aria e cercando di colpire gli operatori.
Il malvivente veniva immediatamente bloccato dagli operatori di Polizia.

Gli agenti tornavano quindi nel luogo dell’intervento primario per verificare la possibilità di reperire eventuali testimoni dei fatti poco prima accaduti. In quel frangente la commessa del supermercato riconosceva senza ombra di dubbio il secondo giovane nel complice del primo accompagnato nell’immediatezza in Questura, a sua volta riconosciuto dalla commessa nell’atto di farlo salire sulla vettura di servizio. Veniva accompagnato anch’egli negli Uffici della Questura di Reggio Emilia e alla vista del complice, entrambi davano vita ad una serie di comportamenti aggressivi cercando il contatto fisico con gli operatori di Polizia.

In virtù dei dati raccolti, inizialmente a S.Z. venivano contestati i reati di rapina impropria e resistenza a Pubblico Ufficiale, mentre a G.K. veniva contestato il solo reato di resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale poiché, pur avendo partecipato attivamente alla rapina, non veniva trovato in possesso di tracce pertinenti al reato commesso, impedendo così la contestazione a suo carico di tale reato (venendo meno la flagranza).
Poco dopo, tuttavia, l’Ufficio di Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico della Questura di Reggio Emilia, veniva contattato da un signore reggiano, tale T.O., classe 1959, residente in città, il quale riferiva che al suo rientro a casa alcuni vicini lo avevano avvisato che un giovane non meglio descritto si era addentrato nella sua area cortiliva.
Il signore riscontrava effettivamente che la sua porta di ingresso era danneggiata nella parte superiore, mentre alcuni vasi di fiori erano stati rovesciati. Si accorgeva che da un portaombrelli sito a fianco della porta di ingresso erano stati asportati due bastoni da passeggio, di cui uno liscio e maculato e l’altro di lavorazione artigianale.
Tali oggetti risultavano senza ombra di dubbio gli stessi trovati in possesso al G.K. a cui veniva pertanto contestato il reato di furto in abitazione oltre a quello di resistenza aggravata a Pubblico Ufficiale già menzionato.

In considerazione dei reati di natura predatoria in flagranza, veniva effettuata perquisizione domiciliare a carico dei soggetti ai sensi dell’art. 352 c.p.p. che dava per entrambi esito negativo. I due venivano così tratti in arresto per i reati menzionati, mentre il solo G.K. veniva inoltre deferito in stato di libertà per i reati di rapina impropria in concorso e per la violazione dell’art. 4 L. 110/75, ossia porto di armi o oggetti atti ad offendere.