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Nidi, rette più leggere per 1500 famiglie reggiane


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Saranno più leggere le tariffe di frequenza dei nidi reggiani a partire da questo anno scolastico. Grazie ai contributi stanziati da Comune di Reggio Emilia e Regione Emilia Romagna per le circa 1500 famiglie dei bambini iscritti ai servizi per l’infanzia della fascia 0-3 anni le rette saranno infatti ridotte e consentiranno un risparmio medio stimato tra i 300 e i mille euro annui. Una riduzione che costituisce un aiuto concreto per le famiglie e che contribuisce sia a rendere le scuole sempre più accessibili a tutti e quindi a garantire il diritto all’educazione dei più piccoli, sia a favorire l’occupabilità dei genitori. Come dimostrato da diverse ricerche sia scientifiche che economiche, la frequenza di strutture educative gioca un ruolo chiave per lo sviluppo di competenze fondamentali utili per la vita e il lavoro. Per questo la nostra città, fin dagli anni Sessanta, ha deciso di investire fortemente nella scuola e oggi vanta tassi di scolarizzazione tra i più alti in Italia: 48.5% per il nido, più del 92% per la scuola dell’infanzia.

“Si tratta di un provvedimento che costituisce il secondo atto di riduzione delle rette. Già lo scorso anno il Comune era intervenuto in questo senso consentendo un risparmio di circa 400 euro annui a famiglia. Ora, grazie ai fondi regionali, siamo in grado di applicare un’ulteriore scontistica – ha detto stamane il sindaco Luca Vecchi illustrando il provvedimento alla stampa – Questa misura si colloca in un contesto particolare, come quello di Reggio, in cui abbiamo un tasso di scolarizzazione tra i più alti in Italia, perché per la fascia dei nidi siamo al 48.5% contro una media nazionale che è meno di metà e un dato regionale che si attesta tra il 25 e il 26%. Reggio, con una storia di oltre 50 anni su questi temi, è altro rispetto all’Italia, dove i nidi sono un’opportunità poco diffusa. Un’opportunità su cui noi continuiamo a lavorare visto che siamo passati da un tasso di scolarizzazione attorno al 40% all’inizio del precedente mandato all’attuale 48.5%”.

“La riduzione delle rette sarà possibile già dal mese di settembre grazie agli oltre 900mila euro che l’Emilia Romagna ci ha destinato per questa misura – ha aggiunto l’assessore comunale all’Educazione Raffaella Curioni – Gli sconti saranno applicati sia nei nidi a gestione diretta che indiretta che convenzionati per un sconto medio di 650 euro annui a famiglia. Rispetto a quanto stanziato dalla Regione abbiamo deciso di rafforzare questa misura ed estenderla anche oltre la fascia dei 26mila euro di Isee che è il limite fissato dalle disposizioni regionali, in modo da poter abbattere le rette anche per i redditi superiori”.

“Se concepiamo la frequenza al nido come un diritto dobbiamo mettere le famiglie nella condizione di poterne beneficiare ed agire quindi anche sulle barriere economiche – ha proseguito Cristian Fabbi, presidente dell’Istituzione nidi e scuole d’infanzia del Comune – Oltre a queste politiche di riduzione delle tariffe, lo facciamo anche attraverso l’attualizzazione dell’Isee per cui se una famiglia si trova in un imprevisto stato di difficoltà economica interveniamo subito con la riparametrazione della retta. Questo perché i benefici che porta con sé la frequenza del nido sono molteplici, riguardano l’occupazione femminile, l’inclusione sociale, la salute e quindi il benessere generale della città”.

LE RIDUZIONI – La riduzione delle rette è resa possibile da una doppia “scontistica” applicata da Comune e Regione. Già lo scorso anno il Comune aveva avviato questa politica, facendo convergere risorse nazionali sulla fascia 0-3 anni e riducendo le rette dei nidi per circa mille famiglie per un risparmio medio di circa 400 euro annui. Ora l’Istituzione nidi e scuole d’infanzia, in applicazione della delibera regionale che prevede l’introduzione di condizioni che agevolino la frequenza dei servizi educativi per l’infanzia 0-3 per l’anno scolastico 2019 – 2020, ha deciso di estendere le nuove agevolazioni previste dalla Regione a tutte le fasce di contribuzione.

Questo significa che le famiglie dei bambini che frequentano il nido a tempo pieno nelle prime tre fasce di reddito (da zero a 11mila euro di Isee) ci sarà uno sconto del 50%, per le fasce di reddito intermedie (da 11mila a 26mila) del 30%, mentre le fasce più alte (fino a 32mila euro e oltre) usufruiranno di una riduzione del 20%.

Per le fasce di contribuzione superiori ai 26mila euro la Regione non prevede alcuna scontistica, ma il Comune di Reggio ha deciso di applicare una riduzione anche a queste fasce grazie all’utilizzo di fondi nazionali destinati a questo scopo. Lo sconto viene così applicato in modo da garantire una contribuzione differenziata in relazione alle condizioni socio-economiche delle famiglie sulla base di criteri di equità e tutela delle fasce sociali meno abbienti, con particolare attenzione alle fasce tariffarie centrali, in cui è maggiore l’incidenza del rapporto reddito/rette e perché sono quelle che risultano più colpite dalla crisi e quindi maggiormente in sofferenza.

Le contribuzioni delle famiglie sono una risorsa necessaria per il funzionamento dei nidi e delle scuole dell’infanzia, anche se non rappresentano la fonte principale. I costi dei nidi, infatti, nel 2018 sono stati finanziati per il 27,3% dalle rette delle famiglie, mentre per le scuole dell’infanzia comunali la percentuale di copertura delle rette è del 21%.

L’Istituzione nidi e scuole d’Infanzia di Reggio ha una politica tariffaria basata su 13 fasce di reddito Isee, cui corrispondono rette che andavano, sino a due anni fa, dai 54 ai 401 euro mensili per la frequenza ai nidi part time e dai 63 ai 540 euro ai nidi a tempo pieno.

A partire da quest’anno invece, per il tempo pieno, la fascia più bassa pagherà una retta mensile di 32 euro (ridotta quindi del 50%), mentre la fascia più alta passerà da 540 euro a 432 euro (riduzione del 20%). Per le varie fasce di contribuzione media si passa, ad esempio, dai 465 euro di due anni fa, già ridotti lo scorso anno a 425, a una retta di 326 euro (riduzione del 30%).