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Just Eat in merito alle proteste dei rider che operano a Bologna


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“In merito alle notizie relative alle agitazioni dei rider che operano tramite il nostro partner di logistica Deliveriamo srl (Food Pony) a Bologna – spiega in una nota Just Eat – ci teniamo a precisare che siamo molto dispiaciuti per la situazione creatasi con i lavoratori e con le istituzioni, e vogliamo precisare quanto segue:

  • Abbiamo iniziato la fase di lancio di una soluzione di delivery basata su una tecnologia proprietaria, anche in Italia, con l’obiettivo di sostenere e sviluppare il business dei ristoranti e fornire la più ampia scelta possibile ai clienti, come già avviene in altri paesi dove Just Eat è presente.
  • Per supportare l’avvio di questa soluzione di delivery, che prevede quindi anche la gestione diretta delle consegne da parte di Just Eat, abbiamo dato disdetta al nostro partner Food Pony e avviato attività di ricerca di rider nella città di Bologna che potranno consegnare in modo diretto con Just Eat a partire dal 24 ottobre.
  • Abbiamo inoltre comunicato ai collaboratori di Deliveriamo srl (Food Pony) che dovessero vedere non rinnovata la loro collaborazione, che possono anch’essi applicarsi per consegnare con Just Eat, se in linea con la documentazione prevista dalla legge.
  • Al momento quasi 30 rider, che collaboravano con il partner, si sono registrati al nostro network e sono pronti a consegnare in modo diretto con noi. Altri invece non hanno potuto ricevere una risposta positiva in quanto non in possesso dei permessi di soggiorno adeguati a un lavoratore autonomo In Italia, come previsto dalla normativa vigente.
  • Per quanto riguarda gli aspetti contrattuali, confermiamo che i rider che consegnano con Just Eat sono lavoratori autonomi.
  • Siamo convinti, come abbiamo già sostenuto anche con Assodelivery, che questo modello sia migliorativo per tutti gli attori coinvolti, rider compresi, e che possa ulteriormente migliorare anche tramite una concertata revisione di alcuni aspetti normativi che permettano alle aziende di introdurre possibili ulteriori tutele
  • E’ importante che tali tutele aggiuntive lascino la flessibilità che i rider stessi richiedono, senza cioè riclassificare il rapporto come subordinato, il che bloccherebbe i rider e il settore in uno schema non adatto a questa tipologia di mercato.
  • Siamo i primi a pensare che regolare il settore sia corretto, ma senza danneggiare i suoi attori, soprattutto i rider, che oggi si dimostrano per la maggior parte soddisfatti, come risulta sia da ricerche interne, sia da un recente studio dell’Istituto SWG sui rider che operano con Assodelivery.
  • Sono infatti i lavoratori che scelgono quando, come e quanto lavorare, guadagnando una media di 10 euro all’ora, e in molti casi superando questa cifra.
  • Siamo ancora convinti che la carta di Bologna abbia alla base intenti certamente positivi e virtuosi, ma siamo altrettanto convinti che il tema e i tavoli di confronto debbano necessariamente essere ricondotti a un livello nazionale, coinvolgendo tutto il territorio e non solo Bologna.
  • La discussione è peraltro attiva in questi giorni in Senato, seppur con una proposta di norma che rischia di penalizzare tutta l’industria e soprattutto i compensi dei rider, rendendo questo lavoro anche meno attrattivo.
  • Serve invece conoscenza e comprensione di questo settore e delle sue dinamiche di innovazione, evitando provvedimenti che possano avere conseguenze negative per tutti, perché non tengono conto delle necessità di lavoratori e imprese.
  • Ci siamo sempre resi disponibili ad avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni, e lo siamo ancora – conclude la nota di Just Eat – anche sul territorio di Bologna”.