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Mercoledì al Mabic l’Europa immaginata da Pertini e De Gasperi


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“L’Europa immaginata” è il titolo della conferenza in programma alla Biblioteca Mabic di Maranello mercoledì 20 novembre alle ore 20.30, nell’ambito del ciclo di incontri “Vista sull’Europa”. Un incontro che vuole approfondire il tema delle radici dell’identità europea a partire dalle idee e dalle visioni dell’Europa di importanti esponenti politici come Sandro Pertini e Alcide De Gasperi. Ne parlano Gemma Bigi di IstoreCo Reggio Emilia e Marco Odorizzi, direttore della Fondazione Trentina Alcide De Gasperi.

L’intervento di Gemma Bigi avrà per protagonista l’isola di Ventotene, luogo di confino per gli oppositori politici del fascismo e per questo suo ruolo, suo malgrado, un’incredibile fucina di idee, di confronto e rielaborazione: un’università di politica, filosofia, economia, dove fu possibile immaginare il mondo nuovo, dare un importantissimo contributo all’organizzazione della lotta partigiana e dove, di fatto, si formò buona parte della futura classe dirigente repubblicana, da Sandro Pertini a Giuseppe di Vittorio, da Mauro Scoccimarro a Camilla Ravera, da Altiero Spinelli a Umberto Terracini. Oggi l’isola è conosciuta soprattutto per il Manifesto di Ventotene, definito il documento alla base dell’idea odierna di comunità europea. Marco Odorizzi racconterà di Alcide De Gasperi, uno dei padri fondatori dell’Unione europea, la sua visione fatta di poca retorica e di tanta vita concreta. Non si può capire l’Europa di De Gasperi con ragionamenti astratti, con dissertazioni sulle forme che assunse il progetto d’integrazione europea nei primi anni Cinquanta. Lo si può fare solo inerpicandosi per il ripido sentiero biografico che ebbe inizio il 3 aprile 1881 a Pieve Tesino, un villaggio alpino ai confini dell’attuale Trentino e dell’allora Impero asburgico. L’Europa è iniziata anche lì, da una periferia, da un confine. Un racconto tra parole e immagini, con ampio ricorso a documentazione diretta, capace di restituire, oltre ogni retorica, le parole stesse del protagonista, per raccontare senza finzioni un uomo ed il suo tempo, aprendo uno sguardo forse nuovo su un’Europa non solo da giudicare, ma da immaginare.