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Alla scoperta delle Terramare di Montale


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Come in un’ideale macchina del tempo, le lancette della storia si muovono al contrario e si fermano in un giorno imprecisato di 3.500 anni fa in un villaggio dell’età del bronzo. Ci sono il fossato, il terrapieno con le palizzate difensive, la porta d’ingresso, due grandi case arredate con suppellettili, vasellame, utensili, armi, vestiti. Chi arriva qui può sperimentare modi di vita e attività di tre millenni e mezzo fa, costruire vasi, filare, tessere, fondere metalli per ottenere armi, utensili e ornamenti.

Tutto questo sarà possibile da oggi quando, su un’area di 23.000 metri quadrati, aprono ufficialmente le porte ai visitatori un parco e un museo all’aperto realizzati nella stessa località in cui sorgeva un importante abitato dell’età del bronzo.

Il progetto, avviato nel 1998 in accordo con la Soprintendenza per i Beni Archeologici dell’Emilia-Romagna, è stato realizzato dal Museo Civico Archeologico Etnologico del Comune di Modena e dal Comune di Castelnuovo Rangone con il sostegno della Commissione Europea, della Regione Emilia Romagna, della Provincia di Modena e della Fondazione Cassa di Risparmio di Modena. Parco e Museo sono stati portati a termine nell’ambito del più vasto progetto “Archaeolive”, sostenuto dalla Unione Europea, che ha coinvolto, accanto al Museo Civico di Modena, il Museo di Storia Naturale di Vienna e il Museo delle Palafitte di Unteruhldingen, sul Lago di Costanza.

I resti dell’antico villaggio di Montale, venuti alla luce con i nuovi scavi, sono stati valorizzati mettendo in evidenza le tracce delle antiche fortificazioni che circondavano l’abitato e rendendo visitabile l’area degli scavi.

All’interno di uno spazio museale, allestito con i calchi della stratigrafia della terramara e di uno dei livelli archeologici con maggiore presenza di resti lignei delle abitazioni, i visitatori possono osservare le evidenze archeologiche individuate nel corso degli scavi e “leggere” nella stratigrafia oltre quattro secoli di vita del villaggio.

A fianco dell’area archeologica, nel settore settentrionale del parco, un museo all’aperto propone al pubblico una ricostruzione a grandezza naturale di una parte del villaggio, comprendente il fossato, il terrapieno con le palizzate difensive, due abitazioni ricostruite sulla base dei dati provenienti dagli scavi anche con l’utilizzo di tecniche e materiali in uso nell’età del bronzo. L’interno delle case è stato arredato con copie perfette degli originali usati dagli abitanti delle terramare. A fianco delle capanne è stata ricostruita un’area destinata alle attività produttive, dotata di fornaci per la cottura della ceramica. Una porzione di terreno è dedicata ala sperimentazione di colture documentate dai resti vegetali dello scavo.

Nel museo all’aperto i visitatori del parco avranno pertanto l’opportunità di comprendere attraverso un’esperienza diretta come si viveva 3500 anni fa in una terramara, come e con quali strumenti si lavorava la terra, come si costruivano attrezzi e suppellettili, come si cucinava o si utilizzava il telaio.