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Terziario motore di sviluppo in Emilia Romagna


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In Emilia-Romagna il terziario è sempre più un volano che crea ricchezza ed occupazione. “Commercio, turismo e servizi – commenta Pietro Blondi, Presidente di Confcommercio Emilia-Romagna – rappresentano ormai il 51,4% del totale delle imprese regionali, quasi il 60% degli occupati, oltre il 60% del Pil regionale”.

“Tutti gli indicatori sono in crescita. Occorrono nuove politiche di sostegno al settore, in linea con questa nuova identità, sempre più marcata ed autonoma”.

In un seminario stamane a Bologna si è riflettuto sulle tendenze in atto e sono emerse proposte perché la crescita del Terziario si coniughi ad un rilancio complessivo del ‘modello emiliano’, cioé di una economia fortemente radicata sul territorio.

Il direttore regionale di Confcommercio, Andrea Babbi, ha presentato tre progetti su cui si sta lavorando: l’ Osservatorio regionale sul terziario, proposto alla Regione e al sistema delle Camere di commercio, per monitorare le tendenze del settore e orientare le politiche di sviluppo; un progetto per favorire il ricambio generazionale e la successione d’impresa utilizzando come tutor per le giovani imprese ex manager del settore a fine carriera ‘white angel’; il Comiter (Comitato interuniversitario per il terziario) che coinvolgerà l’Universita Luiss di Roma, l’Università degli studi di Bologna e l’università Cà Foscari di Venezia, diretto ad elaborare analisi e studi sul settore.

Il sottosegretario all’Economia Gianluigi Magri, durante i lavori, ha sottolineato il ruolo strategico del terziario nella crescita del Paese: “Un settore da sostenere attraverso politiche pubbliche mirate e una riforma fiscale che renda più efficiente e virtuoso il sistema degli incentivi alle imprese”.

Il presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, ha dato atto del ruolo autonomo, non più residuale, che il terziario ha assunto nell’economia del paese e della regione: “Agricoltura, industria, commercio e servizi: sono tutte imprese. Con il Patto per lo sviluppo l’Emilia-Romagna ha deciso di investire sui fattori strategici di sviluppo: innovazione, ricerca, qualità della formazione, internazionalizzazione”.