Home Economia Confesercenti Modena: anche i benzinai subiscono conseguenze caro-petrolio

Confesercenti Modena: anche i benzinai subiscono conseguenze caro-petrolio


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“I gestori hanno un margine di guadagno fisso sul litro, mentre tutti gli altri costi del servizio di erogazione del carburante che ci girano intorno variano in continuazione – spiega preoccupato Franco Giberti, presidente provinciale Faib Confesercenti – Se il prezzo del carburante aumenta per l’automobilista che viene a fare il pieno, il costo cresce anche per il benzinaio, ma il margine di guadagno resta sempre lo stesso, e la scorta di carburante che il benzinaio deve fare nel proprio impianto, a parità di litri rispetto a prima, gli viene a costare molto di più”.

La continua crescita del prezzo del petrolio sta determinando una serie di pesanti ripercussioni sui costi che aziende e famiglie devono sopportare e non mancano i paradossi. Al contrario di quanto si possa immaginare, infatti, tra le categorie penalizzate economicamente dal caro petrolio ci sono anche i gestori dei distributori, costretti ad operare all’interno di un sistema “bloccato”. Per ogni litro di carburante il benzinaio incassa un margine di 0,043 centesimi di euro, un costo che non è possibile aumentare: il guadagno del benzinaio è relativo ai litri venduti, indipendentemente dal costo del singolo litro.

“Quando la benzina aumenta si pensa che i benzinai aumentino i loro guadagni, ma non è così –osserva ancora Giberti- Negli ultimi tempi comunque la gente si è resa conto di questo aspetto, ed è importante per noi che i consumatori abbiamo compreso che non ci stiamo arricchendo a loro spese”.

Per un benzinaio realizzare un guadagno è sempre più difficile, a cominciare dal fatto che per il gestore diesel e benzina hanno lo stesso prezzo, a differenza di quanto avviene per il consumatore. Sull’acquisto di un rifornimento per una stazione di piccole e medie dimensioni, fatto dal gestore alla compagnia petrolifera, a fronte di una spesa di oltre 26.000 euro il guadagno del benzinaio è di poco più do 700 euro. Un guadagno lordo, dal quale poi vanno sottratte le varie voce di spesa.

A penalizzare i benzinai, oltre al margine fisso sul litro di carburante, è il sistema di pagamento elettronico effettuato tramite carta di credito o bancomat.

“Il pagamento con carta di credito richiede una commissione dello 0,76 % sull’importo pagato dal cliente, un costo che paghiamo noi al sistema interbancario. Con questo sistema comincia a vedersi un guadagno solo se il cliente fa più di 30 euro di benzina pagando con la carta. –prosegue Giberti- A questo poi aggiungiamo la spese della chiamata telefonica che viene fatta nel momento in cui viene usata la carta, sempre a nostro carico, e ovviamente ci sono le spese energetiche che interessano tutte le utenze domestiche, oltre allo smaltimento di rifiuti pericolosi”.
Nonostante queste difficoltà, la Faib continua a sostenere, come fa ormai da tempo, la necessità di incrementare l’utilizzo della moneta elettronica nelle stazioni di servizio, spesso obiettivo di rapine: dall’inizio dell’anno in Provincia di Modena sono ben 5 le rapine che hanno visto come vittime i benzinai, caratterizzate inoltre da una violenza sconcertante.

“La casistica parla da sola, la sicura presenza del contante al distributore attira i malviventi e mette a rischio la sicurezza dei benzinai e degli impianti, come dimostra il recente episodio di Nonantola dove i ladri hanno danneggiato la torretta del self-service–fa notare Giberti, che da tempo cerca di portare l’attenzione su questo problema- L’utilizzo delle carte di credito allontana il pericolo di furti e rapine, ma il sistema di pagamenti ci penalizza sul versante economico. Provocatoriamente mi sento di dire che forse è meglio correre il rischio di subire una rapina ogni tanto, piuttosto che essere costantemente penalizzati su ogni rifornimento a causa di costi accessori”.