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Carpi: blocco traffico,Terre d’argine e Primo Maggio in Consiglio comunale


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Nel corso del Consiglio comunale di giovedì 12 giugno sono stati discussi tre ordini del giorno: il primo, presentato da Luca Ghelfi (Popolari-Liberali) chiedeva alla Giunta di modificare la giornata di blocco del traffico o le fasce orarie di questo, al fine di consentire un corretto e proficuo utilizzo del mercato del giovedì in piazza Martiri, “visto che tale provvedimento rischia di penalizzare le categorie più deboli dal punto di vista economico ed è deludente dal punto di vista dei risultati”.

L’assessore all’Ambiente Mirco Arletti ha spiegato che una volta firmato l’Accordo regionale antinquinamento tutti si impegnano a rispettarlo, difendendo la scelta del giovedì come giorno più adatto, mentre il capogruppo di Forza Italia Roberto Andreoli ha invece lanciato una proposta, quella di legare lo sforamento o meno dei limiti di concentrazione delle sostanze inquinanti nell’atmosfera alla concessione dei finanziamenti erogati dalla Regione. Il documento è stato votato da PL, Leganord, Fi, LtC, contro si sono espressi Pd, Pdci e Rc.

Lo stesso Luca Ghelfi ha poi letto un suo secondo ordine del giorno sull’Unione delle Terre d’argine nel quale invece domandava al Consiglio di formalizzare la fusione dei Comuni dell’Unione stessa in un’unica realtà amministrativa. “Siano le amministrative 2009 il momento dell’ufficializzazione del nuovo ente e la creazione di un solo Consiglio, un solo Sindaco, un solo civico consesso”. Il dibattito su questo tema ha visto intervenire diversi consiglieri. Da parte della maggioranza si è difesa la scelta fatta due anni fa di far nascere l’Unione, (sottolineando gli elementi di criticità sul versante della rappresentatività il Pd Paolo Zironi, ribadendo la positività del percorso avviato il Pd Davide Dalle Ave, ricordando che a livello continentale questa è la strada che si sta seguendo e anche in Emilia Romagna si tende a favorire queste aggregazioni di comuni il Sindaco Enrico Campedelli): dai banchi dell’opposizione di sinistra Massimo Valentini (Rc) ha ribadito invece il suo netto no all’Unione (“ademocratica, nella quale non entreremo mai e aspettatevi dalle prossime elezioni ricorsi al Tar sull’illegittimità delle decisioni prese in molti campi”): l’opposizione di centro-destra è intervenuta con Argio Alboresi (Leganord, che si è detto contrario all’Unione), Claudio Boccaletti (LtC, che l’ha definita un doppione come la Provincia) e Roberto Andreoli (Fi, che ha spiegato dal canto suo come la strada paventata da Ghelfi sia praticabile, “un obiettivo preciso a cui tendere ma con modi e tempi diversi, visto anche che gli altri tre comuni dell’ente vedono in modo diverso questo organismo. Non abbiamo mai detto no tout court alle Terre d’argine, si poteva però lavorare meglio”). Luca Ghelfi ha illustrato il suo documento ribadendo che il metodo di elezione dei consiglieri di minoranza apre un vulnus contro il quale è stato giusto presentare ricorso alla magistratura amministrativa e che il Consiglio dell’Unione è un doppione di quello comunale, che prevede doppi gettoni per chi deve fare lo stesso lavoro. L’ordine del giorno in discussione è stato votato dal solo Ghelfi, con l’astensione di Fi e LtC e il voto contrario di Leganord, Rc, Pd, Pdci.

Infine il Consiglio comunale ha bocciato giovedì sera un terzo ordine del giorno presentato dal consigliere della Leganord Argio Alboresi e che riguardava una modifica al regolamento sull’uso di piazza Martiri e di altri luoghi del cuore della città: “in alcune ricorrenze come il Primo Maggio la piazza dovrà essere a disposizione di partiti ed associazioni senza distinzione di credo politico o di chi ha prenotato per primo. In quel giorno – ha ricordato – non mi è stata concessa, visto che era stata data ai sindacati”. L’assessore al Centro storico Lella Rizzi ha rammentato ad Alboresi regolamento alla mano che in nome della salvaguardia dei luoghi storici è discrezionalità dell’amministrazione comunale quella di concedere la piazza e che la tradizione ha un peso in questa scelta, considerando lo spirito di questo documento. “Certo, dovremo mettere mano al Regolamento visto che è del 1992 e in questo periodo gli stessi luoghi hanno visto modificare le loro caratteristiche – ha detto Rizzi in aula – ma il Primo Maggio, Festa dei lavoratori, è tradizione che siano i sindacati a festeggiare unitariamente in piazza. Non abbiamo mai negato spazi a partiti o sindacati in altri momenti e anche in quella data, ma vicino alla piazza e senza emissioni sonore”. E se dai banchi del Partito Democratico gli interventi dei consiglieri hanno teso a confermare la bontà della scelta dell’amministrazione comunale (“nessun partito – è stato detto – può mettere il cappello al Primo Maggio, Leganord manifesti con la sua bandiera in spirito unitario, senza paventare emergenze democratiche e strumentalizzare la discussione”) Alboresi ha ricordato che il sindacato non rappresenta tutti i lavoratori. Al Sindaco Campedelli che ha sottolineato come il 20 maggio avrebbe negato la richiesta della piazza fatta da un’associazione religiosa non cattolica visto che in quella data si svolge una manifestazione come la Processione in onore dei San Bernardino, in nome delle tradizioni da salvaguardare, ha replicato Claudio Boccaletti (LtC), che ha spiegato come Carpi abbia la maturità adeguata per vedere anche la Leganord scendere in piazza a fianco dei sindacati in questa giornata. Il documento è stato dunque messo al voto ottenendo il sì di Alboresi, dei consiglieri Enrichetta Annovi e Andreoli (Fi), l’astensione di Massimo Barbi (Fi) e il voto contrario degli altri gruppi presenti in aula.