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Modena: convegno sulle procedure interventische utilizzate in cardiologia


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Molte malattie del cuore, come l’infarto e l’angina, oggi vengono curate con interventi poco invasivi che non prevedono più l’apertura del torace, ma vengono eseguiti praticando una piccola incisione, sufficiente a introdurre un sottile catetere in un’arteria. In questi ultimi anni c’è stata un’ulteriore evoluzione di tali procedure che vengono eseguite partendo dal polso, utilizzando l’arteria che si trova nell’avambraccio definita “radiale”, e non più attraverso l’arteria femorale.

Proprio per fare il punto su tale tipo di interventi, l’Unità operativa di Cardiologia del Nuovo Ospedale S. Agostino Estense di Modena, diretta dal prof. Romeo Zennaro, organizza per domani -venerdì 20 giungo – dalle 14.30 alle 20.00 presso il Nuovo S. Agostino-Estense, il congresso regionale “Approccio vascolare periferico delle procedure diagnostiche ed interventistiche coronariche”.

“La crescita rapida della cardiologia interventistica è stata accompagnata in questi ultimi anni dall’evoluzione dei materiali utilizzati – spiega il prof. Zennaro. Fino ad alcuni anni fa venivano utilizzati cateteri con un diametro di 3-4 millemtri che oggi è stato ridotto a 1 o 2 millimetri. Proprio grazie a questo processo di miniaturizzazione molti interventi possono essere eseguiti per via radiale, cioè partendo dal polso, e non più dall’arteria femorale che prevedeva un’incisione nella zona dell’inguine”.

Numerosi i vantaggi di tale tecnica: minore invasività poiché l’arteria radiale è molto più piccola; il paziente è in grado di alzarsi, sedersi e camminare subito dopo l’intervento; si riducono drasticamente le complicanze dell’intervento. Ci sono poi enormi benefici da un punto di vista organizzativo: dato che il paziente è in grado di muoversi da subito, il suo trasferimento all’interno di un reparto o fra reparti di diversi ospedali è molto più semplice.

L’Unità operativa diretta dal prof. Zennaro, una delle prime in Italia ad adottare tale tecnica, attualmente esegue circa 2.000 procedure interventische ogni anno che servono per curare malattie del cuore come l’infarto, l’angina, lo scompenso cardiaco. Quasi tutti questi interventi vengono realizzati per via radiale. Nel corso del convegno, esperti provenienti dagli ospedali della provincia di Modena e da molti ospedali dell’Emilia-Romagna, descriveranno le loro esperienze di applicazione dei tale metodica nei vari tipi di interventi: ad esempio, la coronografia, l’angioplastica, lo studio dei bypass.