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Rifugiati e richiedenti asilo: 3300 le persone in Emilia-Romagna


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Ufficialmente sono 2571. Di fatto, però, la cifra reale tocca quota 3300: a tanto ammonterebbe la popolazione rifugiata in Emilia-Romagna. Con uno “scarto” quindi tra le persone rilevate dalle
Questure del territorio e quelle “intercettate” dagli sportelli di enti locali, sindacati o associazioni a cui bussano per ottenere
informazioni, accoglienza, consulenza.

E’ quanto emerge dal monitoraggio svolto all’interno del progetto “Emilia-Romagna Terra d’Asilo”, promosso dalla Regione e coordinato
dalla Provincia di Parma, che stila anche un elenco dei diversi Paesi di provenienza delle persone: al primo posto c’è la ex Iugoslavia (con 292
presenze), seguita da Nigeria (265) e Costa d’Avorio (117). I nuovi arrivi tuttavia provengono soprattutto da alcuni fra i Paesi più
martoriati negli ultimi anni: Sudan, Afghanistan, Eritrea.

“Dal 2008 tutti i Comuni capoluogo e tutte le Province aderiscono al progetto – sottolinea Anna Maria Dapporto, assessore alle Politiche
sociali delle Regione Emilia-Romagna – : è la dimostrazione della sensibilità degli enti locali che, in collaborazione con soggetti del terzo settore, operano per garantire il diritto all’asilo e una dignitosa accoglienza per le persone in fuga da persecuzioni. I dati del monitoraggio 2008 evidenziano una crescita delle presenze sul
territorio: ciò richiede un maggiore impegno innanzitutto da parte del Governo, sia in termini di risorse che estendendo l’attuale struttura
del servizio nazionale di protezione. E un maggior riconoscimento del ruolo di coordinamento e programmazione svolto dalle Regioni”.

“Vorrei inoltre esprimere la mia preoccupazione – aggiunge l’assessore – per le ipotesi di modifica della legislazione sull’asilo presentate dal
Governo, volte a introdurre limitazioni alla libertà personale dei richiedenti asilo e l’impossibilità di rimanere in Italia durante un eventuale ricorso contro una decisione negativa. Confondere i rifugiati con i generici ‘clandestini’ comporterebbe la violazione di un diritto costituzionale e internazionale, mettendo a rischio la vita di persone in fuga da guerre e oppressione: l’asilo è invece una conquista di civiltà che tutte le istituzioni e la società civile devono difendere”.

I dati ufficiali delle Questure
A fine dicembre 2007 nella quasi totalità delle province dell’Emilia-Romagna (con l’esclusione di Rimini, per cui la Questura non ha fornito i dati, e in parte Ravenna) risultavano presenti 2571 persone titolari di un permesso di soggiorno per asilo politico, motivi umanitari e richiesta di asilo. Un dato in crescita, se raffrontato a
quelli registrati nel 2005 e nel 2006, che erano rispettivamente (escludendo la provincia di Rimini per ragioni di comparabilità) 1626 e 1887. Rispetto al 2006, dunque, l’aumento di popolazione rifugiata rilevata nelle statistiche delle Questure dell’Emilia-Romagna è stato
del 36,2%, che significa 684 persone in più. Se confrontato con il 2005 il dato cresce di 945 persone, con un aumento del 58,1%. Ma si tratta
pur sempre di cifre bassissime se paragonate al numero di persone che ogni anno sono costrette a lasciare la propria terra per persecuzioni
personali, violazioni dei diritti umani, guerre, catastrofi naturali: nel mondo i rifugiati sono più di 10 milioni, secondo l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite, e vivono in Africa e in Asia, vicino
alle zone di crisi. Pochissimi vogliono, possono o riescono a raggiungere l’Europa. Tanti, troppi perdono la vita o vedono morire i propri cari durante il viaggio.

La popolazione rifugiata effettivamente presente in Emilia-Romagna
In realtà sarebbero 3300 i rifugiati e richiedenti asilo presenti in Emilia-Romagna. La cifra, elaborata all’interno del progetto regionale
“Emilia-Romagna Terra d’Asilo”, mette a confronto realtà pubbliche e del privato sociale, e quindi i dati delle Questure con i dati degli
sportelli – di enti locali e associazioni – presenti sul territorio, a cui i rifugiati si rivolgono per ottenere aiuto. E poiché nella gran
parte dei territori provinciali le nazionalità più rappresentate nei dati delle Questure sono diverse da quelle più rappresentate nei dati
degli sportelli di riferimento, ha senso ritenere che si tratti di cifre che “ricomprendono” persone almeno in parte diverse. Questo perché buona
parte di coloro che si rivolgono agli sportelli per accoglienza e informazioni sono da poco tempo in Emilia-Romagna, oppure non riescono a
trasferire il proprio domicilio (non riuscendo a trovare un tetto dove vivere) e hanno quindi ancora permessi di soggiorno rilasciati da
Questure del sud, dove sono sbarcati e hanno ottenuto la protezione dello Stato italiano. Per ottenere una stima attendibile della presenza
effettiva di popolazione rifugiata in Emilia-Romagna è quindi necessario aggiungere ai dati ufficiali delle Questure una quota di coloro che, in
possesso di un permesso di soggiorno emesso da una Questura del sud (o comunque non dell’Emilia-Romagna) si sono rivolti a uno sportello nel
2007. Quota che porta il totale a circa 3300 persone.

L’accoglienza istituzionale: lo Sprar
Secondo i dati forniti al progetto regionale dal servizio centrale del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar), nel
corso del 2007 sono state 397 le persone accolte nei 7 progetti attivi all’interno dell’Emilia-Romagna: Fidenza (capofila), Parma, Modena,
Bologna, Ferrara, Ravenna, Forlì. Confrontando i dati con quelli relativi al 2006, si può notare che i beneficiari sono stati 38 in più (+10.6%). Erano infatti 359 le persone che avevano avuto accesso
all’accoglienza Sprar nel corso dell’anno precedente. Questo a fronte di un numero – rimasto invariato – di posti in regione (205) finanziati con fondi statali.

Progetto regionale “Emilia-Romagna Terra d’Asilo”
Con il 2008 “Emilia-Romagna Terra d’asilo – Iniziative per l’avvio del protocollo regionale in materia di richiedenti asilo e rifugiati” ha
raggiunto la sua terza annualità. Promosso fin dal 2005 dalla Regione, coordinato dalla Provincia di Parma, il progetto prende le mosse dalla
legge regionale sull’immigrazione (n. 5 del 2004) e dal successivo Protocollo regionale d’intesa per il diritto d’asilo, sottoscritto dalla
Regione insieme alle associazioni di Comuni e Province, sindacati e associazioni. Trentasei i soggetti coinvolti, tra pubblico e privato:
attualmente tutti i territori provinciali sono all’interno della rete del progetto, almeno con la Provincia e il Comune capoluogo (talvolta
anche con Comuni non capoluogo). Tra gli obiettivi principali del progetto, l’elaborazione di un livello di accoglienza programmato e
rispettoso dei diritti e della dignità dei richiedenti asilo, rifugiati e titolari di protezione sussidiaria, osservazione e monitoraggio della
presenza effettiva in Emilia-Romagna, attività di sensibilizzazione e informazione rivolte alla cittadinanza.