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Istat: è record nascite in Emilia-Romagna


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L’Italia fa più figli, ma le neo-mamme sono sempre più ‘anziane’. Lo segnala l’Istat nella rilevazione, ‘Natalità e fecondità della popolazione residente: caratteristiche e tendenze recenti‘ dove si rivela che nel 2006 sono stati registrati nelle anagrafi comunali 560.010 nati, circa 34.000 in più rispetto al 1995, anno in cui si è registrato il minimo storico delle nascite e della fecondità (526.064 nati), e poco più della metà dei nati del 1964, anno in cui in Italia si raggiunse il massimo storico (1.035.207 nati).

Era l’apice del cosiddetto baby-boom, a cui sono seguiti 30 anni di calo delle nascite. Un fatto che merita, dice l’Istat, ‘particolare attenzione’ soprattutto per alcune caratteristiche della popolazione.
In particolare l’invecchiamento delle madri (i nati da donne over40 erano 12.383 nel 1995 e sono 27.938 nel 2006), e l’età media in cui si fanno figli che nel 2006 era di 31 anni, mentre solo l’11% dei nati ha una madre di età inferiore a 25 anni.
Raddoppia anche la percentuale di nati da genitori non coniugati: dall’8,1% del 1995 al 16,7% del 2006 (oltre 93.500 nati). L’incremento più consistente è al Nord, dove i nati da genitori non coniugati arrivano a superare il 20%.

Prosegue l’aumento dei nati da coppie di genitori stranieri: nel 2006 sono quasi 58 mila, pari al 10,3% del totale dei nati della popolazione residente. Questa proporzione sale al 14,3% se si considerano anche i nati da coppie miste (circa 22 mila). Queste dinamiche hanno i loro effetti anche sui livelli di fecondità. Nel 2006 le cittadine straniere residenti hanno avuto in media 2,5 figli per donna, il doppio di quelli avuti dalle italiane (1,26). La maggiore propensione ad avere figli mostrata dalle cittadine straniere ha contribuito significativamente alla ripresa della fecondità per il complesso della popolazione residente: da 1,19 a 1,35 figli per donna nel 2006.
A livello territoriale, poi, a registrare un aumento delle nascite sono solo le regioni del Centro e del Nord, mentre al Sud e nelle Isole prosegue il fenomeno della denatalità.

Tra il 1995 e il 2006, il record delle nascite va all’Emilia-Romagna con un aumento di quasi il 42% di nati in più.
Da notare che la stessa regione, a metà degli anni novanta, riportava i livelli di fecondità in assoluto più bassi.
Tra le regioni del Centro e del Nord, si osservano degli incrementi compresi tra l’8% del Trentino-Alto Adige e il 26% della Lombardia.

Nelle regioni del Sud, al contrario, si osserva nello stesso periodo una contrazione delle nascite compresa tra l’1% dell’Abruzzo e il 21% della Basilicata.

Le ragioni di queste diverse dinamiche territoriali, dice l’Istat, vanno cercate considerando le principali caratteristiche demografiche dei genitori e le loro modificazioni recenti. Il primo aspetto da prendere in considerazione è proprio quello delle madri sempre più ‘anziane’, un fenomeno in atto nel nostro Paese dagli anni ’70 e che ha contribuito al forte abbassamento della natalità (osservato dalla seconda metà degli anni ’70 alla prima metà degli anni ’90). Nel 2006, le madri residenti in Italia hanno in media 31 anni alla nascita dei figli, circa un anno in più di quelle del 1995 (29,8). Solo l’11% dei nati ha una madre di età inferiore ai 25 anni; questa percentuale supera il 15% per le madri residenti nell’Italia insulare mentre si avvicina, senza mai superarla, alla soglia del 10% in tutto il Centro-Nord.

Al contrario, la percentuale di nati da una madre con più di 34 anni di età è passata, a livello medio nazionale, dal 25,4% del 2004 al 27,7% del 2006; le proporzioni più elevate si osservano per i residenti in Sardegna, nel Lazio ed in Liguria dove oltre un nato su tre ha la madre con più di 34 anni.