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Nel 2008 aumentano i residenti in Emilia-Romagna: +1,2%


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Crescono i residenti in Emilia-Romagna: al primo gennaio 2008 risultano essere 4.275.843, 52.258 in più rispetto al 2007. E’ il vicepresidente della Regione e assessore alle Finanze e Europa, Flavio
Delbono, a rendere noti i dati definitivi della popolazione. Le province che crescono di più sono Reggio Emilia, Ravenna e Rimini. Si assiste anche
a una lieve ripresa nelle zone di montagna (+0,7%).

Per quanto riguarda la composizione per età della popolazione, crescono i bambini, i giovani fino
a 23 anni e gli ultra quarantenni. Ancor più marcato è l’aumento degli ultra ottantenni residenti in regione. Gli stranieri continuano a crescere in modo consistente: al primo gennaio 2008 sono 365.720, con un incremento
del 15% rispetto al 2007. Un dato che conferma l’attrattività del mercato del lavoro regionale, dove peraltro si registra il più basso tasso di disoccupazione in Italia. La Regione, con
le proprie previsioni effettuate nel 2004, aveva già evidenziato alcune delle tendenze che si osservano oggi: il consistente aumento della
popolazione per effetto dei saldi migratori, soprattutto con l’estero, e il forte incremento degli ultra 80enni.
La rilevazione è stata realizzata dal Servizio Controllo strategico e statistica della Regione, in collaborazione con gli Uffici di Statistica, o delle
Politiche Sociali, delle Province e dei Comuni.

Confermato il trend di crescita generale: + 1,2%
Continua il trend di crescita della popolazione in Emilia-Romagna: al 1 gennaio 2008 erano 4.275.843 i residenti rilevati, 52.258
emiliano-romagnoli in più rispetto all’anno precedente (+1,2%). Lo confermano i dati definitivi validati in questi giorni dalla Regione, che monitorano l’andamento demografico e la struttura per età degli emiliano-romagnoli. Nel decennio appena trascorso, la popolazione
residente è aumentata dell’8,3 %, per un totale di quasi 329.000 persone. In particolare, rispetto al 2007, crescono maggiormente i residenti nelle province di Reggio Emilia (1,7%), Ravenna (1,6%) e Rimini (1,4%), mentre l´incremento di popolazione è più contenuto a Ferrara
(0,7%) e a Bologna (1%). Anche nei comuni di montagna si assiste a una lieve ripresa della popolazione dello 0,7%, seppur non
generalizzata, dovuta soprattutto all’incremento della popolazione straniera. In pianura l’aumento è di circa l’1,3%.
Crescono rispetto al 2007 in modo significativo i minori, in particolare fino a 10 anni, per effetto del consistente aumento delle nascite
registratosi a partire dal 1995. Nel periodo considerato (1995-2007) l’Emilia-Romagna è la regione che ha fatto registrare la maggior
variazione positiva del numero di nati.
Aumentano ancora gli anziani e
all’interno di questi soprattutto gli ultraottantenni che crescono di 8.039 unità (+2,8%), due terzi dei quali sono donne. La popolazione over
65 aumenta di 6.887 unità (circa lo 0,7% rispetto all´anno precedente); gli aumenti percentuali maggiori sono in Romagna, anche se le zone
caratterizzate da maggior peso percentuale di anziani continuano ad essere la montagna in generale e il ferrarese. Il rapporto fra anziani e giovani (indice di vecchiaia) continua a diminuire per effetto della crescita più sostenuta della componente giovanile: a gennaio 2008 si contano 176,8 persone con 65 anni e più ogni 100 giovani fino a 14 anni (erano 180,2 l’anno scorso e 197,2 dieci anni fa). Nel corso del 2007 diminuisce anche
lievemente il rapporto tra gli anziani e gli adulti in età lavorativa (15-64 anni) segnando un arresto della tendenza alla crescita riscontrata
nel decennio: al primo gennaio 2008 sono 35,1 persone con 65 anni e oltre ogni 100 adulti in età 15-64 anni (erano 35,2 nel 2007 e 32,1 nel 1998).
Gli stranieri: + 15%
A gennaio 2008 gli stranieri residenti sono 2008 365.720, con un aumento rispetto al 2007 di 47.644 persone (+15%). Attualmente gli stranieri sono 8,6 per ogni 100 residenti (lo scorso anno erano il 7,5%) e le massime incidenze percentuali si riscontrano nelle province di Reggio Emilia
(10,3%), Piacenza (10,1%) e Modena (9,9%). Nelle stesse province è superiore al 9% la quota di donne straniere. Gli stranieri, si
concentrano soprattutto in pianura e nelle aree a forte presenza di attività manifatturiere e agricole, ma crescono percentualmente anche in
collina e in montagna. Le comunità più rappresentate sono la marocchina (56.919 residenti, +6,1% rispetto allo scorso anno), l’albanese (48.074, +8,6%) e la rumena (41.651, +91%). L’83% degli stranieri residenti ha
un’età inferiore a 45 anni, un terzo ha meno di 25 anni e un quarto ha meno di 20 anni. Sul totale degli stranieri residenti le donne pesano nel
complesso per il 49,4%. La presenza femminile supera però talvolta quella dei maschi in particolari classi di età (per esempio tra i 20 e i 29 anni) e in alcune Provincia (Ferrara Rimini e Bologna).
Gli scenari futuri
Questi dati si inquadrano nelle tendenze evolutive evidenziate anche dalle previsioni demografiche al 2051 recentemente diffuse da Istat. In tutte e
tre le ipotesi disegnate da Istat (ipotesi bassa, centrale e alta) la popolazione regionale risulta in crescita, anche se il saldo naturale è sempre negativo (cioè le morti continuano a superare le nascite) e l’incremento è tutto legato al saldo migratorio sia interno sia, soprattutto, estero (cioè dalle altre regioni italiane sia dall’estero). La tendenza all’invecchiamento rimane, ma è attenuata grazie alla maggiore fecondità e ad una struttura d’età più giovane degli stranieri, sempre più numerosi. Nello scenario centrale, che è quello
considerato più plausibile dall’Istat, la popolazione dovrebbe essere pari a 4.918.624 unità nel 2031 e superare i 5.200.000 individui nel 2051, con
un incrementi rispettivamente del 14% e del 24% rispetto al 2007. Gli stranieri, poi, triplicherebbero la loro presenza raggiungendo le 975.598 unità nel 2031 per arrivare a superare il
milione 300mila nel 2051, con un’incidenza sulla popolazione complessiva pari a circa il 20% nel 2031 a circa il 25% nel 2051. L’indice di
vecchiaia risulterebbe in diminuzione nel breve periodo attestandosi attorno ai 167 anziani ogni 100 giovani per gli anni 2011-2015 per poi
tornare a salire e attestarsi a circa 200 nel 2031 e a circa 236 nel 2051, con un andamento determinato dall’entrata nelle età anziane delle
consistenti coorti di nati attorno agli anni sessanta. Le modifiche previste per la struttura della popolazione porterebbero poi all’aumento
del rapporto fra anziani e adulti in età lavorativa che raggiungerebbe il valore di 43,1 nel 2031 e di 56,4 nel 2051.
Le prime previsioni prodotte da Istat nel 2003, con riferimento al periodo 2001-2051, ipotizzavano una diminuzione nel lungo periodo della popolazione emiliano-romagnola e un peggioramento molto più sostenuto degli indicatori demografici con un rapporto degli anziani sui giovani pari a 386,2 e degli anziani sulla popolazione in età lavorativa di 68,8
al 2051. E’ proprio per effetto del forte afflusso di stranieri, precedentemente sottostimato, che le previsioni oggi diffuse dall’Istat segnalano un miglioramento, in prospettiva, del quadro demografico
regionale, pur rimarcando la tendenza all’invecchiamento. Occorre sottolineare che la Regione, con le proprie previsioni effettuate nel
2004, aveva già evidenziato, per gli anni fino al 2024, alcune tendenze che si ritrovano oggi nella previsione Istat: il consistente aumento della
popolazione e il forte incremento degli ultra 80enni. Poiché i fattori determinanti della dinamica demografica incidono in modo
differenziato sul territorio regionale, per tener conto delle peculiarità territoriali interne la Regione Emilia-Romagna, in collaborazione con gli enti locali, ha deciso di aggiornare le proprie
previsioni demografiche. Le nuove previsioni, che saranno diffuse entro quest’anno, basate sul modello adottato dalla Regione, partiranno dai dati
rilevati al primo gennaio 2008, riguarderanno anche la popolazione residente straniera e le famiglie e potranno essere sviluppate anche per
aggregati comunali sub provinciali.