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10/a indagine congiunturale su artigianato e piccola impresa in regione


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E’ giunto alla decima rilevazione l’Osservatorio congiunturale sulla piccola e la media impresa di Confartigianato Federimprese Emilia Romagna. Si tratta di un’indagine telefonica svolta tra il 26 maggio e il 6 giugno 2008 su un campione di 900 imprese dell’Emilia Romagna, con meno di 20 dipendenti, con l’obiettivo di monitorare il loro andamento analizzando fatturato, ordini, occupazione e investimenti. L’impressione che si ricava dagli intervistati è quella di economia sostanzialmente ferma con un ridimensionamento delle previsioni di crescita fatte a fine 2007, ai prossimi sei mesi si guarda invece con un certo ottimismo.


Il quadro generale
Nel primo semestre 2008 cresce il divario tra le opinioni negative e positive espresse dagli operatori economici sull’andamento della produzione rispetto al semestre precedente (-36,2) con la domanda in calo del -1%. Nel secondo semestre 2008 si prevede un sensibile miglioramento della produzione/domanda, con un progresso vicino al punto percentuale. Anche per quanto riguarda il fatturato si registra un peggioramento rispetto alla seconda parte del 2007 (-1,1%), per un saldo di opinione che esprime una maggiore prevalenza di andamenti negativi (-34,6). Le valutazioni espresse per la seconda parte del 2008 confermano la tendenza al consolidamento del fatturato, anche se oltre la metà degli intervistati non prevede incrementi nel proprio volume di affari.
A crescere a spron battuto sono invece i prezzi dei fornitori con un aumento che nel primo semestre è attorno al +6,4%, per i prossimi sei mesi si prevede un ulteriore incremento del +4,3%.
L’occupazione mostra una flessione del -0,8% e per quanto riguarda il futuro prevede nuovi inserimenti quasi un’impresa su 10 con un aumento degli addetti dell’1,1%, mentre ìil 14,7% delle aziende intende ridurre gli organici.
Per quanto riguarda gli investimenti le aziende che lo hanno fatto sono passate dal 16% al 17,3%, confermando il trend che vede una minore attività negli primi mesi dell’anno rispetto alla seconda parte dell’anno. In diminuzione risultano gli investimenti per l’acquisto di nuovi immobili (10,3%), mentre si mantengono limitati gli investimenti per la commercializzazione (appena sopra il 7%) e per l’ampliamento della capacità produttiva (3,1%).
Nel primo semestre dell’anno il trend delle esportazioni evidenzia una sensibile flessione con una variazione che si attesta al -2,2% rispetto alla seconda parte del 2007. Le prospettive sono di una crescita dell’1% anche se oltre il 75,2% delle aziende esportatrici non si attende particolari evoluzioni.

Artigianato e piccola impresa
Le imprese artigiane, che hanno chiuso il 2007 con incrementi in tutti i principali indicatori, la prima parte del 2008 si chiude con un sostanziale assestamento con flessioni di produzione/domanda e fatturato (-2,5%). La crescita dei prezzi si è ulteriormente accentuata (+6,6%), accompagnata da un ridimensionamento negli organici aziendali (-0,7%). Nel primo semestre il flusso degli investimenti ha coinvolto il 15,8% delle aziende, ed anche nei prossimi mesi si dovrebbe confermare tale propensione. Nelle previsioni per il prossimo semestre si segnala una ripresa della produzione/domanda e fatturato (+0,3% e +0,4%), mentre si dovrebbe registrare in maniera più consistente la tendenza ad assumere piuttosto che a licenziare (+0,7%).
Per quanto riguarda la piccola impresa si registrano nella prima parte dell’anno performance di crescita nella produzione/domanda e nel fatturato in linea con quelle del secondo semestre (rispettivamente +1,5% e +1%); sul fronte occupazionale si registra invece una battuta d’arresto (-1%). Le prospettive per il prossimo semestre sembrano consolidare i progressi del 2007 con un incremento di domanda (+1,8%) e fatturato (+2,3%) e con un sensibile aumento delle assunzioni (+1,9%). In progresso si dovrebbe registrare anche la propensione ad investire dato che circa un’impresa su quattro dovrebbe operare nuovi investimenti.

I settori di attività
Per il comparto manifatturiero si conferma un trend negativo di produzione e fatturato (-0,9% e -1%), in calo anche ordinativi (-2%) e occupazione (0,5%). Segnali di espansione si prevedono nei prossimi mesi con gli operatori del settore che sperano in una ripresa di tutti i principali indicatori. Se si considerano i comparti produttivi, si osserva come le dinamiche negative siano comuni a quasi tutti i settori, ad eccezione della chimica, plastica, vetro e carta che sembra aver reagito in maniera più reattiva alle difficoltà economiche evidenziate a livello regionale. I livelli di produzione e fatturato sembrano essersi ridotti maggiormente nel comparto dei mobili e legno, nel tessile, abbigliamento e concia, nell’elettrica e elettronica e nella meccanica e macchine. Per quanto riguarda i comparti dell’alimentare e del metallo e prodotti in metallo le dinamiche rimangono negative, pur evidenziando opinioni più incoraggianti delle precedenti.
Le aziende del settore edile si trovano in una situazione di empasse e dopo le leggere contrazioni di domanda e fatturato registrate nel corso del 2007. Nella prima parte dell’anno si contraggono fatturato e domanda (-1,7% e -1,3%), cala il livello dell’occupazione (-1,6%), mentre aumenta di poco la propensione ad investire (15%). Per la seconda parte del 2008 sono previsti miglioramenti per la domanda (+0,8%) ed il fatturato (+0,9%), mentre la crescita dell’occupazione si attesta allo 0,3%.
Di tutti i comparti economici, il settore dei servizi alle imprese è quello che sembra aver reagito meglio alle turbolenze del mercato, nella prima parte del 2008 domanda ed fatturato calano dello 0,3%, la dinamica occupazionale frena (-0,4%), mentre aumenta il numero di imprese che investe (21,1%). Per i prossimi sei mesi si attendono crescite consistenti di domanda (+1,3%) e fatturato (+1,4%) e si segnala una decisa ripresa sul fronte occupazionale (+3,3%).
Le aziende dei servizi alle persone hanno registrato nel corso del primo semestre 2008 una lieve flessione nella domanda e nel fatturato (rispettivamente -0,5% e -0,4%) in leggero miglioramento rispetto a quanto
evidenziato nella scorsa rilevazione. In proiezione futura si prospetta una riduzione della domanda (-1,3%), del volume d’affari (-0,4%) e dovrebbe contrarsi anche il numero di occupati (-1,8%).

Performance provinciali
Nell’analizzare gli andamenti provinciali Confartigianato Emilia Romagna ha rilevato una certa omogeneità negli andamenti che purtroppo non sono positivi, le performance provinciali sono tutte appesantite da difficoltà che riguardano i livelli di produzione/domanda, ordinativi e fatturato, qualche nota positiva arriva dalle dinamiche occupazionali di alcune province che mostrano segnali positivi anche nella propensione ad investire. Naturalmente chi già presentava difficoltà continua a vedere peggiorare la propria situazione come Ferrara, Forlì-Cesena, Parma e Piacenza, segnali migliori arrivano invece da Bologna, Modena e Rimini.

Analisi di Confartigianato su dati Prometeia
Nel 2007 il Prodotto Interno Lordo nell’Emilia Romagna è stato di 134.688 milioni di Euro, pari a circa il 39% del PIL dell’area Nord Est e l’8,8% di quello nazionale. Nel 2007 si è registrato un incremento dell’1,8% che conferma il progresso dell’anno precedente e pone la regione tra le più attive. Nel 2008 e negli anni successivi dovrebbe proseguire questo processo di crescita ma con un ritmo meno sostenuto, pari comunque a quello delle altre aree del Nordest: nel 2008 la crescita dovrebbe essere dello 0,7%.
Il valore aggiunto prodotto in Emilia Romagna è cresciuto tra il 2006 ed il 2007 dell’1,9%, confermando la ripresa del sistema economico. Tuttavia la performance dell’Emilia Romagna è in linea con quelle delle altre regioni del Nord Est ed anche per il prossimo triennio il trend di crescita è su livelli molto simili a quelli ipotizzati per Nordest e Italia, con un calo generale per il 2008.
L’incremento espresso dall’Emilia Romagna si spiega principalmente dalla sorprendente crescita avvenuta nell’agricoltura (+5,4%), ben superiore al dato medio del Nordest (1,3%), buono anche il dato dei servizi, +2,2%. Per quanto riguarda l’industria invece la crescita è stata contenuta rispetto all’andamento generale del Nord Est (+0,9% contro +1,4%). Il settore delle costruzioni nel 2007 mantiene un buon valore già espresso l’anno precedente (dal 2,3% si passa ad un 2,0%), ma per il prossimo futuro ci si attendono tassi decrescenti a partire dal +1,5% del 2008 fino a giungere allo 0,7% del 2010.
In Emilia Romagna il volume delle importazioni di beni dall’Estero ha raggiunto nel 2007 i 28.545 milioni di Euro, rappresentando oltre un terzo delle importazioni complessive del Nordest (35,9%) ed il 7,9% di quelle nazionali. Le esportazioni di beni ammontano invece a 45.898 milioni di Euro, ben il 41% delle esportazioni del Nordest ed il 13% del totale delle esportazioni italiane. Il saldo commerciale dell’Emilia Romagna si presenta dunque ampiamente positivo a 17.353 milioni di Euro, costituendo più della metà del saldo del Nord Est, a testimonianza della maggiore propensione della regione a trasferire all’estero i propri prodotti piuttosto che ad importare, come invece accade a livello nazionale (saldo di -9.080 milioni di Euro). Per il prossimo triennio il volume dell’import e dell’export continueranno a crescere seguendo dei trend inferiori agli attuali ed al di sotto dei valori di riferimento del Nordest.
Nel 2007 in Emilia Romagna risultano occupate oltre 1,9 milioni di persone, per un tasso di occupazione pari al 46,5%, superiore a quello del Nordest (45,3%) e a quello medio nazionale (39,4%). Il tasso di disoccupazione nella regione si è stabilizzato attorno al 2,8% molto al di sotto del livello medio della penisola. Il tasso di attività si attesta attorno al 47,8%, le previsioni per il prossimo triennio lasciano intravedere incrementi dei posti di lavoro, in Emilia Romagna il tasso di occupazione potrà superare quota 47%, quello di disoccupazione potrà scendere fino al 2,3% nel 2010, mentre il tasso di attività si assesterà ampiamente sopra il 48%.
Le province
In termini assoluti, la maggior crescita di valore aggiunto si è realizzata a Ferrara (+2,7%) e a Modena (+2,5%), ma anche le evoluzioni positive di Bologna e Parma (+2,3% e +2,2%) hanno consentito di far registrare a livello regionale una crescita dell’1,9%. In previsione, nel triennio 2007/2010, saranno sempre Ferrara, Modena e Bologna ad evidenziare le performance migliori, e sorprende la situazione di Rimini che denota una crescita più contenuta, contrariamente a quanto osservato l’anno precedente. In termini relativi, rapportando cioè il valore aggiunto con la popolazione presente, il valore pro capite più elevato risulta essere quello di Bologna (32.480 Euro) con un incremento nel 2007 di 1,7 punti percentuali. Uniche flessioni si sono registrate a Rimini e Ravenna con decrementi pari, rispettivamente, a -1,4% e -0,4%. Le previsioni sono positive con possibilità di recupero nel prossimo triennio, ma sempre minori per Rimini.