Home Appuntamenti L’arte instabile per celebrare il superamento di uno stabile degradato

L’arte instabile per celebrare il superamento di uno stabile degradato


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Dal 21 al 24 luglio il palazzone di via Circonvallazione a Sassuolo ospiterà “Arte in- stabile” una rassegna di artisti di strada. Gli streetartists, tutti provenienti dalla realtà culturale sassolese e modenese, cambieranno il volto dell’edificio, con murales e graffiti lungo gran parte della superficie della struttura. Una trasformazione organizzata da “Duplex”, l’atelier del duo Loschi – Muratori, ormai da tre mesi attivo ed operante nel tessuto sociale di Braida. Jaix, Zamoc, Olle e Manuel, questi i nomi degli artisti che parteciperanno alla quattro giorni di arte, inizieranno a dipingere la mattina del 21.


L’iniziativa vede la sponsorizzazione del circolo culturale “P.A. Bertoli”, lieto di aiutare una manifestazione culturale di questa portata.

“Siamo sempre interessati ad appoggiare situazioni creatrici di cultura, soprattutto quando riguardano la riqualificazione del quartiere di Braida. Non più tardi di un mese fa, infatti, alcuni componenti del circolo culturale hanno dato vita ad un concerto gratuito proprio nel parcheggio di fronte al palazzone, a dimostrazione del nostro impegno nel sociale”.

Perché la street art a Braida, perché nello stabile di Via Circonvallazione?

“Perché – dichiara Fabrizio Loschi – fra tutte le forme d’arte, la street art è quella che per sua natura nasce, vive e – solo apparentemente – muore proprio negli spazi urbani destinati a trasformarsi, a volte ad essere superati o abbattuti. Street art, o arte di frontiera: ovunque la si vuole collocare, comunque la si vuole chiamare, l’opera degli artisti che dipingono gli spazi urbani è strettamente legata a luoghi della quotidianità, e non ha paura, anzi si nutre, della precarietà della superficie sulla quale si realizza”.
“È un’arte che si esercita in quei luoghi della quotidianeità – continua Loschi – che di solito non collimano con i luoghi deputati dell’Arte contemporanea di oggi: la ricerca della massima visibilità la spinge ad abitare i contesti che non le sarebbero propri. Non ha la pretesa – non vuole averla – dello spazio museale, permanente, stabile. Non ha paura dell’effimero: la documentazione foto e video del gesto stesso di dipingere le superfici ha e avrà un valore in sé, anche quando queste superfici non ci saranno più”.
“Per Sassuolo, per Braida, per Via Circonvallazione 189 – conclude Loschi – è un modo per celebrare uno spazio urbano che sappiamo verrà radicalmente trasformato, nei prossimi anni, anche attraverso l’eliminazione della superficie stessa della rappresentazione dell’arte”.